Un’altra rinnovazione cruenta ha dovuto subire
questa povera terra. Stavolta voluta dall’uomo fomentato da Satana,
proprio per impedirgli di accettare da Dio nuovi doni, quelli per il
ritorno alla grazia primordiale. Leggiamo la Piccarreta: …Il primo Fiat fu detto nella Creazione senza
intervento di alcuna creatura, e scelsi la mia Mamma come compimento
del secondo Fiat. Ora, a compimento, voglio il terzo Fiat che farà
completare la gloria, l’onore del Fiat della Creazione, e sarà
conferma e sviluppo dei frutti del Fiat della Redenzione. Questi tre Fiat adombreranno la Sacrosanta Trinità
sulla terra ed avrò il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in
terra. Questi tre Fiat saranno inseparabili, l’uno sarà vita
dell’altro, saranno uno e trino ma distinti tra loro. Il mio amore
lo vuole, la mia gloria lo esige che, avendo sprigionato dal seno
della mia Potenza creatrice i primi due Fiat, vuole sprigionare il
terzo, non potendo più contenere il mio amore. E questo è per completare l’opera da Me uscita,
altrimenti l’opera della Creazione e della Redenzione sarebbe
incompleta.[1] Prosegue sempre la Piccarreta: Ora pareva che mi diceva: “Figlia diletta mia,
voglio farti sapere l’ordine della mia Provvidenza. Nel corso di
ogni duemila anni ho rinnovato il mondo: nei primi duemila lo
rinnovai col Diluvio; nei secondi duemila lo rinnovai con la mia
venuta sulla terra, in cui manifestai la mia Umanità, dalla quale,
come da tante fessure, traluceva la mia Divinità, e i buoni e gli
stessi Santi dei seguenti duemila anni sono vissuti dei frutti della
mia Umanità e come leccando hanno goduto della mia Divinità. Ora
siamo circa alla fine del terzo duemila, e ci sarà una terza
rinnovazione, ecco pertanto lo scompiglio generale: non è altro che
il preparativo alla terza rinnovazione. E se nella seconda
rinnovazione manifestai ciò che faceva e soffriva la mia Umanità e
pochissimo ciò che operava la mia Divinità, ora, in questa terza
rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata e distrutta in gran
parte la generazione presente, sarò ancora più largo con le creature
e compirò la rinnovazione col manifestare ciò che faceva la mia
Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio Volere Divino col mio
volere umano, come tutto restava concatenato in Me e come tutto lo
facevo e rifacevo, e anche ogni pensiero di ciascuna creatura era
rifatto da me e suggellato col mio Volere Divino.[2] Promette infatti Gesù a Valtorta: Dopo questo periodo di travaglio doloroso in cui,
perseguitata da forze infernali, la Chiesa, come la mistica Donna di
cui parla Giovanni, dopo esser fuggita per salvarsi rifugiandosi nei
migliori e perdendo nella mistica (dico mistica) fuga i membri
indegni, partorirà i santi destinati a condurla nell’ora che precede
i tempi ultimi.[3]
[1]
2
[2]
“Volume
[3]
“I Quaderni dal 4.2 Gerusalemme - Satana incatenato Leggiamo Valtorta: Quando Cristo verrà per vincere l’eterno
antagonista nel suo Profeta troverà pochi segnati, nello spirito,
dalla Croce.[1] Prosegue la Ossi: Esegeticamente viene a verificarsi la
purificazione, che segna l’inizio della grande tribolazione. Io, Gesù, sancisco le regolari premesse ad
originare la certezza che coloro che operano nel mio nome, nel
valore eterno del segno della S. Croce, saranno preservati
dall’immensa tragedia. Tripudio di popolo segnerà il rinnovarsi del
giubilo del mio ritorno in Gerusalemme, nel giorno in cui verrà
eletto Papa Pietro II, regale condottiero del mio popolo santo. Sarà il preludio all’attacco decisivo del male che
verrà determinato dall’antipapa, che priverà della sede pastorale il
mio eletto per attribuire alla mia Chiesa la sconfitta basata
sull’ordinarietà dello scandalo e della soppressione di ogni valore
morale.[2] E ancora: La sede papale precostituita sarà appannaggio
dell’antipapa, con prerogativa assoluta di far degenerare sino a
livelli estremi i costumi nella mia Chiesa, al fine di perdere
quante più anime possibili. La sede del Papa e della Chiesa subirà le
vicissitudini del Papa stesso che, dopo breve esilio nella sua
stessa patria, verrà costretto ad esiliare definitivamente, offrendo
ad esso l’unica alternativa che consisterà di abitare nello
squallore di Gerusalemme distrutta dall’imperversare dei conflitti.[3] Che si completa con: Pietro II sarà il Papa designato a compiere
l’azione decisiva in pastorale mandato, ecclesialmente interrotto
dall’apparente predominio del male sulla costituzionalità gerarchica
della Chiesa. L’ardimentoso compiersi del periodo più
travagliato della storia della Chiesa produce nell’effetto il testo
apocalittico secondo Giovanni, che sancisce nel decorso d’un tempo
di resistenza al potere delle orde sataniche il preludio alla
seconda venuta di Cristo Gesù. Per effetto di lusinghieri apprezzamenti
sentenziata sarà dalla rabbia infernale la prova dell’esilio al Papa
che, uniformatosi in ogni pensiero, gesto e parola alla mia Volontà,
sarà osannato quale Papa della luce. La crudeltà persecutrice attuerà la battaglia ai
veri consacrati nella fedeltà e nell’amore. Il vile figuro, portatore ormai dello scettro
quale principe del mondo, promulgherà per effetto della sua potenza
finanziaria l’infedeltà palese ai molti consacrati, rendendoli
vittime dei più bassi ricatti adescandoli così alla propria sequela.[4] Esilio finale in Gerusalemme, la città santa,
luogo in cui Gesù sotto la Croce ha sparso il suo Sangue. Scrive S. Gemma Galgani, straordinario esempio di
amore, fiducia e abbandono nel ripercorrere con stupefacente
semplicità le orme di Cristo: Non basta aver sotto gli occhi la croce, bisogna
averla in mezzo al cuore. Non la ricuso perché se ricuso la croce,
ricuso anche Gesù. Ormai il mio amore è tutto alla croce.[8] È proprio l’esempio di S. Gemma Galgani quello da
seguire per entrare nell’Era Nuova. Occorre infatti salire sul
Calvario, ad imitazione di Gesù e Maria, per aspirare alla
risurrezione, ad entrare nei nuovi cieli ed a consentire a chi
resterà quaggiù di vivere come su di una nuova terra. Scrive la Ossi: La croce cristiana rimarrà inviolata nonostante la
forza devastatrice che vorrebbe spezzarla, perché è testimonianza
divina dell’iniquità umana di tutti i tempi. Perciò è e resta monito
e richiamo per tutte le genti che ad essa solo dovranno ricorrere,
quale unica ed ultima possibilità di salvezza.[9] Senza alcuna paura di morire: Perché chi vorrà salvare la propria vita, la
perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo,
la salverà. (Mc 8,35) Scrive ancora la Ossi: “Crucifige!” è la costante, aggressiva
acclamazione del male contro il Corpo Mistico di Gesù Cristo, per
l’indubbio falso credere nella possibile vittoria del male. Se ciò fosse, la fede, la speranza e la carità
sarebbero state e sarebbero inutili, ma che non è così lo testimonia
la vittoria della croce sul male, sulla morte, nell’esultanza della
resurrezione di Gesù e di coloro che lo Spirito Santo renderà al
trionfo di Cristo Gesù con la prima resurrezione.[10] È nel mistero della croce che risiede infatti la
sconfitta di Satana. Mistero legato strettamente al SS. Sacramento
dell’Eucarestia, frutto che pende dall’albero della Vita. Dice S. Giovanni: Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice
alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell’albero della vita,
che sta nel paradiso di Dio. (Ap. 2,7) Di quali vincitori si tratta? Scrive sempre S.
Giovanni: Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse:
“Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?”. Gli risposi: “Signore mio, tu lo sai”. E lui:
“Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione
e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue
dell’Agnello”. (Ap. 7,13-14) Terminato il primo combattimento escatologico, dopo
i tre giorni di notte e di buio, simbolo dei tre giorni in cui il
Cristo è rimasto nel sepolcro, Satana verrà incatenato. Scrive la Cornado: Franca, i “tre giorni”, sono inevitabili. Tre giorni e poi sono risorto, tre giorni per vincere la morte, tre giorni per vincere il cosmo dalla morte. I castighi competeranno ai miei ... nemici. Ai fedeli in Me, sarà sinonimo di rinascita
all’Era Celeste, realizzata sulla Terra Nuova, rinnovata.[11] In cosa consiste questo rinnovamento? Leggiamo S.
Giovanni: Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la
chiave dell’Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il
diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni; lo gettò
nell’Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui,
perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille
anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. (Ap.
20,1-3) L’uomo sulla terra non sarà più in balia di Satana
e delle sue tentazioni, ma sarà libero di scegliere con piena
consapevolezza tra il bene ed il male. A differenza che nell’Eden
avrà però in più la consapevolezza di cosa ha prodotto e produce il
peccato…
[1]
“I Quaderni dal
[2]
“Gesù, lacerante vibrazione del cuore”, 1/12/1982, Anna
Maria Ossi
[3]
“La Purificazione”, 23/2/1983, Anna Maria Ossi
[4]
“Terra, Terra, ama il tuo Dio”, 11/8/1984, Anna Maria Ossi
[5]
“Locuzioni al mondo”, 07/02/2011
[6]
“Locuzioni al mondo”, 01/01/2012
[7]
“Locuzioni al mondo”, 08/01/2013
[8]
Dalle lettere di S. Gemma Galgani
[9]
“Relazioni predittive”, “I veli si squarceranno”, 2
[10]
“Teofania per un Regno d’amore”, cap. 2,
[11]
“Francateologia”, 2 4.3 La prima resurrezione – Il giudizio degli eletti Liberata questa terra dal potere di Satana, è
possibile per l’esercito di Dio, come fosse bottino di guerra,
recuperare i corpi dei santi per portarli in cielo e ricongiungerli
allo spirito in attesa. È il trionfo dei Cuori Immacolati di Gesù e
di Maria, che ottengono per i loro primi figli la gloria promessa.
Proseguiamo con S. Giovanni: Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si
sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei
decapitati a causa della testimonanza di Gesù e della parola di Dio,
e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne
avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi
ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni. Gli altri morti invece non tornarono in vita fino
al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendon parte alla prima
risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno
sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni.
(Ap. 20, 4-6) Di quale prima risurrezione si tratta? Per ogni
uomo di buona volontà vi è una prima resurrezione, che è quella
dello spirito, poi vi è l’ultima risurrezione, che è quella della
carne. Il fatto è che la risurrezione della carne avverrà in tempi
diversi: si avrà una prima risurrezione della carne, coincidente con
una anticipata seconda venuta di Gesù, per i soli eletti. Gli altri
morti, infatti, dovranno attendere la resurrezione per il giudizio
finale. Anche Ezechiele racconta, dopo la purificazione del
popolo di Dio e prima dei tempi ultimi, la visione delle ossa aride: Mi disse: “Figlio dell’uomo, queste ossa sono
tutta la gente d’Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre
ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo
perduti. Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio:
Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o
popolo mio, e vi riconduco nel paese d’Israele. Riconoscerete che io
sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai
vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e
rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il
Signore. L’ho detto e lo farò”. Oracolo del Signore Dio. (Ez.
37,11-14) Si parla solo del popolo del Signore, non di tutta
l’umanità! Dice Gesù a Valtorta, parlandole dell’ora ultima: Molto prima di quell’ora, o voi, giusti,
possederete il Cielo. Esso sta già aperto a ricevervi nell’ora del
vostro transito fuori dal carcere attuale. Ma allora sarà possesso
fulgido completo, cognito a tutte le creature, assunzione alla
gloria anche della carne con la quale avete conquistato il Cielo
facendo di essa il principale strumento di sacrificio per fedeltà al
vostro Dio.[1] Fa eco la Ossi: Non temere anima mia! Ormai, sono Io che passo in
te, sei tu che passi in me. Ed ora, si sale, si sale, incontro allo
splendore della “città benedetta”, sul monte di Sion, ove il tuo
passo sarà lieve come neve, ove sarò Io a donarti gli aromi del più
gioioso e splendido giardino, poiché è l’Eden della Nuova Aurora. È
giorno di resurrezione per l’umanità benedetta che, passo passo,
faticosamente ma con amore, ha saputo interiorizzare il mistero
della mia gloria, presente e futura.[2] E si avvererà anche quanto scritto nel Vangelo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li
hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata
e il caldo. (Mt. 20,12) A cui fa eco Gesù alla Valtorta: Chi ben lavorò nell’ultima ora sarà ammesso al
Regno come colui che resse l’aratro, fino a cadere su esso, dalla
sua aurora alla sua anticipata sera. D’avere dimora diversa in Cielo
non vi rammaricherete; là non sono le meschinità delle invidie
umane. Ma conquistate questo Cielo che ho creato per voi e che vi ho
aperto con la mia morte di Croce. Venite al Signore prima che il
Signore venga su voi con la sua maestà di Giudice.[3] Da notare la dizione: anticipata sera… prima che il
Signore venga a voi… Concludiamo con la Ossi: Il sorriso dell’avverarsi d’ogni speranza fonderà
i risorti della prima resurrezione all’esultanza ricca di libertà
dei purificati dalla grande tribolazione. Sarà allora che la santità avrà corpo rilucente e
ricchezze in abbondanza di doni atti a vivere e donare la vera
dignità della santità. Nel recupero totale dell’amicizia tra l’uomo e Dio
l’umanità godrà il fermento d’essere vino nuovo, per il solenne
banchetto nuziale del Re della gloria.[4]
[1]
“I Quaderni dal
[2]
“Gesù Pantocratore”, cap. 21, 2
[3]
“I Quaderni dal
[4]
“Teolitico fondamentale alla conoscenza della nuova
umanità”, cap. 12, 1 4.4 Il millennio di pace – Il popolo di Dio unito Scrive S. Paolo, parlando del popolo Ebreo: Se infatti il loro rifiuto ha segnato la
riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro
riammissione, se non una risurrezione dai morti? (Rm. 11,15) Leggiamo anche Ezechiele: Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Figlio
dell’uomo, prendi un legno e scrivici sopra: Giuda e gli Israeliti
uniti a lui, poi prendi un altro legno e scrivici sopra: Giuseppe,
legno di Efraim e tutta la casa d’Israele unita a lui, e accostali
l’uno all’altro in modo da fare un legno solo, che formino una cosa
sola nella tua mano. Quando i figli del tuo popolo ti diranno: Ci
vuoi spiegare che significa questo per te?, tu dirai loro: Dice il
Signore Dio: Ecco, io prendo il legno di Giuseppe, che è in mano a
Efraim e le tribù d’Israele unite a lui, e lo metto sul legno di
Giuda per farne un legno solo; diventeranno una cosa sola in mano
mia”. (Ez. 37, 15-19)
Dice Gesù alla Valtorta:
Spanderò
il mio spirito su tutti i redenti della terra. E anche coloro che
ora soffrono, espiando le colpe dei padri, e che non sanno trovare
salvezza perché non osano volgersi a Me, troveranno la pace perché,
battendosi il petto, invocheranno - in ben altra maniera dei padri
loro - su loro quel Sangue già sparso, e che goccia inesausto dalle
membra che i padri loro hanno trafitto. Come fontana Io starò in
mezzo al mio gregge tutto ricomposto, e laverò in Me tutte le
brutture passate che già il pentimento avrà iniziato a cancellare.[1] E ancora: Sarà allora il tempo del mio Regno sulla terra. Vi
sarà perciò una tregua nei delitti demoniaci per dar tempo all’uomo
di riudire le voci del cielo. Levata di mezzo la forza che scatena
l’orrore, delle grandi correnti spirituali scenderanno come cascate
di grazia, come fiumi di acque celesti, a dire parole di Luce.[2] Un periodo nuovo, dunque, per l’umanità, precisa la
Ossi: Nel definirsi del tempo storico, il “millennio”
appare come tempo di luce per il rinnovarsi del S. Natale di Gesù in
ogni cuore… Il millennio manifesterà all’uomo il censimento di
quanti hanno potuto rinascere, perché hanno offerto al Creatore la
volontà di rinascere.[3] E ancora: Il millennio non avrà solo la caratteristica di
uno stile di vita consono al disegno divino, ma sarà premio
anticipato sulla vita eterna nell’azione in unità con Cristo Gesù.
Tale azione varrà a ripristinare ogni guasto terreno perché rifulga
il massimo esempio della santità. Nel millennio sarà autenticamente vissuta
l’esplosione dell’Amore Divino che, nella trasfigurazione umana,
inonderà di luce i perseveranti, vere e proprie scintille
dell’inestinguibile fuoco del roveto ardente.[4]
Ammonisce però Gesù a Valtorta: L’uomo, procedendo verso l’ora ultima, deve
raggiungere la spiritualità. Ma comprendimi. Dio è spirito, Satana è
spirito. Il primo è Spirito di Perfezione. Il secondo è spirito di
peccato. La massa, scissa in due per volontà propria, che Dio
rispetta segue ognuna la parte prescelta. I figli dell’Altissimo e
fratelli miei scelgono la parte di Dio e per amore nostro
spiritualizzano la carne. I servi di Satana e figli della Bestia, la
parte di Lucifero, e per schiavitù voluta da essi stessi uccidono lo
spirito sotto la carnalità, fanno del loro spirito una carne e un
sangue corrotti e ripugnanti. Quando regnerò sugli e negli spiriti giunti a
quella maturazione che ora è di singoli e che allora sarà di tutta
la massa dei cristiani veri, Io, mi rivolgerò a questa parte
soltanto, perfezionandola dell’ultimo ammaestramento con una nuova
evangelizzazione, non diversa nel senso, che non può mutare, ma
nella forza che allora potranno capire e che oggi non capirebbero.
Prova ne sia che devo scegliere speciali creature degne di tanto per
sforzo proprio o rese degne per miracolo d’amore. Venti secoli fa ho parlato a tutti. Quando il
tempo sarà venuto parlerò a questi soltanto, convinto dell’inutilità
di parlare agli altri. Comincerà così la selezione degli eletti dai
reprobi.[5]
[1]
“I Quaderni dal
[2]
“I Quaderni dal
[3]
“Il millennio”, 2
[4]
“Il millennio”, 2
[5]
“I Quaderni dal 4.5 Il dono del Divino Volere – La seconda Pentecoste Qual è la discriminante tra i figli della luce e
quelli delle tenebre? Recita il Vangelo: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà
nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è
nei cieli.” (Mt. 7,21) per concludere: “perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è
nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”. (Mt. 12,50). Rispose Santa Chiara di Montefalco ad un eretico
nel 1304: L’uomo può fare quello che vuole quando la sua
volontà è ordinata da Dio. È infatti possibile che il Signore ordini
in tal modo la volontà di una persona, da toglierle la volontà sua
propria per sostituirla con la sua divina e uniformi talmente alla
sua volontà la volontà di quella persona, che essa non possa
desiderare più niente che sia contrario alla Volontà Divina; è così
che quella persona potrà fare ciò che vuole, giacché non vuole altro
che quello che vuole Iddio. Ma coloro che dicono di poter fare ciò
che vogliono, non sono nella verità, se non si trovano in queste
condizioni di spirito.[1] Una definizione che anticipa di 600 anni quanto
rivelerà Gesù alla Piccarreta: Ed Io qui ti voglio, nel mio Volere; fino a tanto
che il granello di frumento non viene sepolto sotto terra e muore
del tutto, non può risorgere a vita novella e moltiplicarsi, e dar
vita ad altri granelli, così l’anima, fino a tanto che non si
seppellisce nella mia Volontà, fino a morire del tutto col disfare
tutto il suo volere nel mio, non può risorgere a nuova vita divina
col risorgimento di tutte le virtù di Cristo, che contengono la vera
santità. Perciò la mia Volontà sia il suggello che ti suggelli
l’interno e l’esterno, e quando la mia Volontà sarà risorta tutta in
te, vi troverai il vero amore, e questo è da più di tutte le altre
santità a cui può uno aspirare.
[2] E ancora: Il mio Amore vuole sfogo e vuole far conoscere gli
eccessi che la mia Divinità operava nella mia Umanità in favore
delle creature, eccessi che superano di gran lunga gli eccessi che
operava esternamente la mia Umanità. Ecco pure perché ti parlo spesso del vivere nel
mio Volere, che finora non ho manifesto a nessuno. Al più hanno
conosciuto l’ombra della mia Volontà, la grazia e la dolcezza che
contiene il farla; ma penetrarvi dentro, abbracciare l’immensità,
moltiplicarsi con me e penetrare ovunque – anche stando in terra – e
in Cielo e nei cuori, deporre i modi umani ed agire coi modi divini,
questo non è conosciuto ancora, tanto che a non pochi sembrerà
strano, e chi non tiene aperta la mente alla luce della Verità non
ne comprenderà nulla. Ma Io a poco a poco Mi farò strada,
manifestando ora una verità, ora un’altra di questo vivere nel mio
Volere, che finiranno col comprenderlo.[3] Ma può l’uomo arrivare da solo a questa meta? Chi
l’aiuterà? Leggiamo la Ossi: Il sostegno e l’evoluzione sapienziale, di cui i
santi sono dotati, è frutto vigile e quanto mai attento impegno
dell’Angelo Custode. L’Angelo Custode è il fautore unico di tutte le
fasi coordinanti la volontà umana alla Volontà Divina, e viceversa.[4] È l’unione con il creato intero: uomini ed angeli
uniti verso la scalata finale: il monte Sion. La condizione di vivere nel Divino Volere consente
di trasformare questa terra da un pre-inferno a un pre-paradiso: un
purgatorio in terra, da dove si potrà accedere direttamente al
paradiso. Riportiamo quanto scrive S. Caterina da Genova in
merito alle anime del purgatorio: Le anime del Purgatorio hanno in tutto conforme la
loro volontà con quella di Dio: e però Dio corrisponde loro con la
sua bontà, ed esse restano contente (quanto alla volontà) e
purificate dal peccato originale e attuale, quanto alla colpa. È il ripristino dello stato primordiale. Il peccato
originale è cancellato! E le virtù? Leggiamo ancora: Essendo dunque esse in carità, e da quella non
potendo più deviare con attuale difetto, non possono più volere né
desiderare se non il puro volere della pura carità; ed essendo in
quel fuoco purgatorio, sono nella ordinazione divina: (la quale è
carità pura), e non possono più in alcuna cosa da quella deviare:
perché sono private così di attualmente peccare, come sono pure di
attualmente meritare.[5] Neppure i meriti sono più loro! Viene in mente il
Montfort quando parla della consacrazione perfetta e totale a Maria: Questa devozione consiste, dunque, nel darsi
interamente alla santissima Vergine allo scopo di essere, per mezzo
suo, interamente di Gesù Cristo. Bisogna darle: 1. il nostro corpo,
con tutti i suoi sensi e le sue membra; 2. la nostra anima, con
tutte le sue facoltà; 3. i nostri beni esterni, cosiddetti di
fortuna, presenti e futuri; 4. i nostri beni interni e spirituali,
vale a dire i nostri meriti, le nostre virtù e le nostre buone opere
passate, presenti e future.[6] A proposito della carità scrive invece la
Piccarreta: Ed allora la carità raggiungerà la completa
perfezione nella creatura, quando la mia Volontà regnerà in modo
completo nelle creature, perché allora ognuno si troverà in virtù di
Essa in ogni creatura, amata, difesa e sorretta come l’ama, difende
e sorregge il suo Dio; l’una si troverà trasfusa nell’altra come
nella propria vita. Allora tutte le virtù raggiungeranno la completa
perfezione, perché non si alimenteranno della vita umana, ma della
Vita Divina.[7] E della morte? Che ne sarà? Scrive S. Giovanni dopo
l’annuncio della caduta di Babilonia: Poi udii una voce dal cielo che diceva: “Scrivi:
Beati d’ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo
Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li
seguono”. (Ap. 14,13) Dice Gesù alla Valtorta:
Allora,
Re di Giustizia e Sapienza, sperderò gli idoli delle false dottrine,
purgherò la Terra dai falsi profeti che in tanti errori vi hanno
tratto. Mi sostituirò Io a tutti i dottori, a tutti i profeti, più o
meno santi o più o meno malvagi, perché l’ultimo ammaestramento deve
essere mondo di imperfezione, dovendo preparare al Giudizio finale
coloro che non avranno tempo di purgazione essendo tosto chiamati
alla tremenda rassegna.[8] Non vi sarà quindi tempo di purgazione per i nuovi
santi. Non sarà più tempo di uccidere i santi ed i profeti per farne
poi oggetto di culto, utilizzandone le ossa in una sorta di macabra
esposizione, come nel caso di S. Caterina da Siena il cui teschio è
esposto a Bologna, quasi a voler dire: la morte ha vinto anche te.
Ossa di santi non ve ne saranno più. O perché risorte nella prima
resurrezione. O perché nell’Era Nuova i nuovi santi sperimenteranno,
come scrive la Ossi: Il completo sollevamento dell’umanità fervente in
preghiera, convertita dalla gioia d’amarmi, verrà offerta da Dio
avvolgendo ogni anima in responsabile volo ascensionale, che in
tutto conoscere farà l’assunzione beata della Vergine Maria. Io, Gesù, coglierò la regolare elevazione umana
che, per comunione in me, avrà condonata la pena della morte, perché
opera immortale è la salvezza.[9] Si parla di regolare elevazione umana per chi è in
comunione con Cristo! Scrive a proposito la Cornado: Il sollevamento, verrà presto. Verrà in tre riprese: primi i miei santi; poi i peccatori che già hanno fatto penitenza; infine quelli che mi cercano urlando, all’ultimo
momento. Verrete incontro allo Sposo / che viene![10] La risurrezione della carne, sollevamento, avverrà
pertanto in tre momenti: primi i santi, nella prima resurrezione dai
morti; poi i peccatori che già hanno fatto penitenza, i santi
dell’Era Nuova che vivranno lo stato purgativo in terra;
infine, nel giudizio universale, gli altri. Dice infatti S. Paolo: Non vogliamo
poi lasciarvi nell’ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti,
perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno
speranza. Noi crediamo
infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono
morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. Questo vi
diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in
vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli
che sono morti. Perché il
Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono
della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i
morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti
insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore
nell’aria, e così saremo sempre con il Signore. Confortatevi
dunque a vicenda con queste parole. (1Tes. 4,13-18) La vittoria sulla morte è conseguenza del dono del
Divino Volere, affinché si realizzi quanto predetto da S. Paolo: Quando poi questo corpo corruttibile si sarà
vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si
compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? (1Cor.
15,54-55) Maria, la perfetta attuatrice del Divino Volere
come creatura, diviene il modello da imitare assieme a Gesù. Scrive la Ossi, riferendosi al transito di Maria: Il profumo della tua anima, seguente la tua
Immacolata Concezione, da te diffuso quale “buon odore di Cristo”,
ha impedito alla morte i suoi effetti sgradevoli, comuni a tutti i
mortali, cosicché per te si parla di “dormizione”. Questa è già risurrezione e continuità di vita,
garantita dalla tua perfetta castità. La tua dormizione ricollega il pensiero umano al
perfetto pensiero-progetto primordiale di Dio. La tua santità è tale da annullare ogni ostacolo
alla continuità del tuo luminoso percorso dalla nascita
all’eternità. Tu, o Maria, sei la primogenita dell’umanità
redenta e insieme corredentrice unica con il Figlio redentore. La tua dormizione è la premessa storica della
analoga sorte dei tuoi figli rinnovati e santi, che nell’ultima era
della storia passeranno da questa vita all’eternità beata senza
morte. La prima risurrezione conferirà alle persone
scelte da Dio il premio eterno, in anteprima rispetto alla fine del
mondo.
[11] Avrà compimento totale la Parola del Vangelo: Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i
loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio”. (Lc. 9,60) perché di Vivi da seppellire non ce ne saranno più! Ma non sarà una condizione così facile da
raggiungere. Scrive difatti la Piccarreta: Ora, la mia Risurrezione è simbolo delle anime che
formeranno la Santità nel mio Volere. I Santi dei secoli passati
sono simbolo della mia Umanità, i quali, sebbene rassegnati, non
hanno avuto (atto) continuo nel mio Volere, quindi non hanno
ricevuto l’impronta del Sole della mia Risurrezione, ma l’impronta
delle opere della mia Umanità prima della Risurrezione. Perciò
saranno molti; quasi come stelle formeranno un bell’ornamento al
Cielo della mia Umanità. Ma i Santi del vivere nel mio Volere, che
simboleggeranno la mia Umanità Risorta, saranno pochi. Difatti, la
mia Umanità prima di morire La videro molte turbe e folla di gente;
ma la mia Umanità Risorta La videro pochi, i soli credenti, i più
disposti, e – potrei dire – solo quelli che contenevano il germe del
mio Volere; che se ciò non avessero avuto, sarebbe mancata loro la
vista necessaria per poter vedere la mia Umanità Risorta e gloriosa
ed essere quindi spettatori della mia salita in Cielo.[12]
[1]
“Santa Chiara di Montefalco”, D.P. Suora di S.ta Dorotea
[2]
“Volume
[3]
“Volume
[4]
“L’arte angelica d’essere creatura”, 2
[5]
“Il trattato del Purgatorio”, S. Caterina da Genova
[6]
“Trattato della vera devozione a Maria”, par. 121, S. L.M.G.
de Montfort
[7]
“Volume
[8]
“I Quaderni dal
[9]
“Relazioni predittive”, “Iddio, la purificazione e l’uomo”,
2/4/1980, A.M. Ossi
[10]
“Francateologia”, 1
[11]
2/8/2013, A.M. Ossi
[12]
“Volume 4.6 L’abominio della desolazione – La Corona di Stelle di Maria Scrive la Ossi: La generosità divina sovrintende alla purezza e
concretezza della creazione visibile ed invisibile, per cui, come fu
dato agli angeli d’essere liberi da dipendenza alcuna, così fu per
l’uomo prima della colpa ed è e lo sarà per l’uomo risalito dalla
china della colpa.[1] Gli uomini, però, nonostante l’evidenza dei doni e
dei segni della bontà divina non si volgeranno tutti alla luce, come
spiega Gesù alla Valtorta: Ma come non raccolsero nei secoli le Voci isolate,
cominciando da quella del Verbo, che parlano di Bene, così saranno
sordi gli uomini, sordi sempre - meno i segnati del mio segno, gli
amici miei dilettissimi tesi a seguire Me - sordi alle voci di molti
spiriti, alle voci simili al rumore di molte acque che canteranno il
cantico nuovo per guidare i popoli incontro alla Luce e soprattutto
a Me: Parola eterna. Quando l’ultimo tentativo sarà compito, Satana
verrà per l’ultima volta e troverà seguaci ai quattro angoli della
terra, e saranno più numerosi della rena del mare.[2] Scrive S. Giovanni: Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà
liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro
punti della terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra: il loro
numero sarà come la sabbia del mare. (Ap. 20,7-8) Satana verrà liberato. Da Chi? Dall’uomo. Ammonisce
infatti Gesù alla Valtorta: Non precipitate il Giudizio di Dio col vostro
passare la misura nel peccare. Non fate che troppo breve sia la
sosta fra il tempo dell’Anticristo e il tempo di Cristo, perché, se,
è vero che gli ultimi giorni saranno abbreviati per amore degli
eletti, è anche vero che vi è necessario avere una sosta di pace per
ritemprarvi all’ultima satanica lotta. Io farò ribaltare la pietra sull’antro di Lucifero
dopo la sconfitta della Bestia e dei suoi servi; ma voi, col vostro
acclamare il Male, non date forza al Demonio di scuotere quel
serrame. Non fate, dei vostri spiriti devoti alla carne e a Satana,
leve per aprire la prigione infernale e farne uscire il Maledetto
per l’ultima preda prima che i cuori degli uomini si siano
ribattezzati nella Parola del Signore.[3] E ancora: Lotta di spirito contro spirito. Satana
contrapporrà al mio Regno spirituale e alla mia istruzione la sua
satanica guerra agli spiriti per traviarne i più che può, i più
deboli, e dalle sue riserve, dalle sue fortezze, dove sono i rimasti
fedeli alla Bestia anche dopo la sconfitta della Bestia e del suo
ministro, trarrà gli agenti di seduzione per rovinare un’ultima
volta l’opera di Dio, la cui rovina iniziò ai piedi dell’albero del
Bene e del Male. L’epoca satanica sarà tre volte più feroce
dell’epoca anticristiana. Ma sarà breve perché pei viventi in
quell’ora pregherà tutta la Chiesa trionfante fra le luci del Cielo,
pregherà la Chiesa purgante fra le fiamme purgative dell’amore,
pregherà la Chiesa militante col sangue degli ultimi martiri.[4] Breve ma tremendo: Prega per il clero secolare e per quello
conventuale. Quel giorno che nel mondo non vi fossero più
sacerdoti realmente sacerdotali, il mondo finirebbe in un orrore che
parola non può descrivere. Sarebbe giunto il momento dell’abominio
della desolazione. Ma giunto con una violenza così spaventosa, da
essere un inferno portato sulla terra. Prega e dì di pregare perché tutto il sale non
divenga insipido in tutti meno che in Uno, nell’ultimo Martire che
ci sarà per l’ultima Messa, perché sino all’estremo giorno la mia
Chiesa militante sarà e il Sacrificio verrà compiuto.[5] E ancora: L’obbrobrio della terra è tale che il suo fumo, di
poco dissimile a quello che scaturisce dalla dimora di Satana, sale
sino ai piedi del trono di Dio con sacrilego impeto. Prima della
apparizione della mia Gloria occorre che oriente ed occidente siano
purificati per essere degni dell’apparire del mio Volto. Incenso che purifica e olio che consacra il
grande, sconfinato altare dove l’ultima Messa sarà celebrata da Me,
Pontefice eterno, servito all’altare da tutti i santi che cielo e
terra avranno in quell’ora, sono le preghiere e i patimenti dei miei
santi, dei diletti al mio Cuore, dei già segnati del mio Segno:
della Croce benedetta, prima che gli angeli del Segno li abbiano
contrassegnati. È sulla terra che il segno si incide ed è la
vostra volontà che lo incide. Poi gli angeli lo empiono di un oro
incandescente che non si cancella e che fa splendere come sole la
vostra fronte nel mio Paradiso. Grande è l’orrore di ora, diletti miei; ma quanto,
quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere l’Orrore dei tempi
ultimi! E se veramente pare che assenzio si sia mescolato al pane,
al vino, al sonno dell’uomo, molto, molto, molto altro assenzio deve
ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri
giacigli prima che abbiate raggiunto l’amarezza totale che sarà la
compagna degli ultimi giorni di questa razza creata dall’Amore,
salvata dall’Amore e che si è venduta all’Odio.[6] Siamo quindi giunti all’ultimo tempo di questa
terra, l’abominio della desolazione nel suo culmine: L’ultimo tempo di tre anni e sei mesi, tremendo
come mai l’uomo conobbe, sarà quello in cui Satana, attraverso il
suo figlio, arso da supremo livore ‑ perché anche la scissione fra i
due rami del popolo di Dio sarà finita, e con essa la causa di tanti
mali materiali, morali e spirituali ‑ userà le sue perfette ed
ultime astuzie per nuocere, rovinare, uccidere il Cristo nei cuori e
i cuori al Cristo. I sapienti comprenderanno il tranello di Satana,
gli innumerevoli tranelli di Satana, perché chi possiede la Sapienza
vera è illuminato, e per la loro fedeltà alla Grazia diverranno
candidi e provati come il fuoco, degni d’essere eletti al Cielo. Gli
empi seguiranno il Male e faranno il male non potendo comprendere il
Bene, perché di loro spontanea volontà avranno colmato il loro cuore
di Male. Allora verrà il tempo in cui, conculcata sino ad
un punto mai raggiunto, la Chiesa non sarà più libera di celebrare
il Sacrifizio perpetuo, e l’abominazione della desolazione sarà
innalzata sul Luogo Santo e sui luoghi santi, così come è detto dai
profeti e ripetuto da Me che non erro. Daniele dice: “Vi saranno 1290 giorni (di questo
conculcamento). Beato chi aspetta e giunge a 1335”. Ciò vuol dire che nei tre anni e sei mesi che
precederanno la fine, un piccolo tempo sarà serbato in fine ai
fedeli per riunirsi ad ascoltare l’ultima Parola, risuonante nei
loro spiriti, come invito al Cielo, mentre Michele coi suoi angeli
vincerà Satana ed i suoi demoni. “Beato chi aspetta a giunge a 1335
giorni” vuol dire: “Beato chi avrà perseverato sino alla fine”,
poiché sarà salvo.[7] È il cerchio che sta per chiudersi:
La fine
sarà come il principio. Il cerchio si salda innestando due monconi
tenebrosi l’uno all’altro. Il nuovo diluvio, ossia l’ira di Dio,
verrà con altra forma. Ma sarà sempre ira. Fedele alla mia parola,
Io non manderò più il diluvio. Ma lascerò che le forze sataniche
mandino il diluvio delle sataniche crudeltà.[8] In conclusione: Quando l’ultima rivolta di Satana a Dio avverrà,
non mancheranno gli ultimi Giuda fra i chiamati alla conoscenza del
Re. L’oro della Città eterna deve essere depurato per tre filtri per
poter divenire turibolo davanti al trono dell’Agnello glorioso. E
questo sarà l’ultimo filtro. Ma i fedeli resteranno fedeli,
conosceranno che Io sono con essi e che essi sono il mio popolo
eterno.[9] Tre filtri: il diluvio d’acqua, permesso[10]
da Dio per evitare all’uomo di divenire come gli animali, il diluvio
di fuoco, voluto dall’uomo per non aver accettato i doni di Dio[11],
e il diluvio di stelle, provocato sin dall’inizio del tempo ed
operato da Satana fino alla fine del mondo in cui culminerà con
l’abominio della desolazione, in odio a tutta la creazione per far
precipitare quanti più figli di Dio è possibile. A questi diluvi, meritati e voluti dai figli delle
tenebre, Dio oppone i suoi diluvi spirituali: al diluvio d’acqua il
mare di misericordia del Sacrificio di Gesù Cristo, al diluvio di
fuoco il Battesimo di fuoco dello Spirito Santo, al diluvio di
stelle la Corona di stelle della “Donna vestita di sole”. Scrive la Ossi: Maria è la provvida, feconda, incontrastata,
Regina del cielo e della terra, munifica infiorescenza di grazia per
ogni cuore, è la grande che veramente sa provvedere a tutte le
esigenze del suo popolo. È l’Assunta dall’Amore, perché la regalità del suo
silenzio ha saputo accogliere e donare la mia Parola, Parola che la
designa quale Regina e madre del popolo di Dio. La pienezza dei suoi poteri ispiri in voi quella
fiducia, atta a sottomettere al suo materno consiglio ogni vostra
condizione umana, nessuna esclusa, perché ad ognuna sa porre rimedio
per il bene vostro e di tutta la S. Chiesa. Seguitela: al suo passare s’inchinano gli angeli,
il suolo è cosparso di fiori e di gemme per indicare il profumo e la
preziosità del suo aver seguito la via della verità. Sappiate ripararvi sotto il suo prezioso manto ed
accogliere il S. Rosario quale efficacissimo mezzo per difendervi da
ogni male. Il S. Rosario, infatti, fonde il profumo di Maria,
quale “rosa mistica” che ha saputo fiorire sullo stelo della mia
corona di spine, che Io ho tramutato in corona di stelle per il suo
capo di fanciulla-Regina, la vostra Regina, Maria![12]
[1]
[2]
“I Quaderni dal
[3]
“I Quaderni dal
[4]
“I Quaderni dal
[5]
“I Quaderni dal
[6]
“I Quaderni dal
[7]
“I Quaderni dal
[8]
“I Quaderni dal
[9]
“I Quaderni dal
[10]
“I settanta anni di schiavitù babilonese furono permessi per
lo sdegno che i molti peccati del popolo ebreo avevano
provocato; la distruzione di Sodoma e Gomorra non fu da Dio,
nessun male mai viene da Dio, ma sempre e solo dall’inferno,
con la complicità e la dissolutezza umana; Sodoma e Gomorra
ed altri innumerevoli castighi furono punizioni non promosse
ma permesse per il ravvedimento degli uomini. Lo stesso
diluvio universale fu provocato dall’inferno con la
complicità degli uomini corrotti.”, dagli scritti di don
Ottavio Michelini
[11]
Segnaliamo la lettura “Non sciupare i doni di Dio”,
riflessioni di A.M. Ossi sulla “Christifideles laici” di
Giovanni Paolo II
[12]
“La via della verità”, “Salve Regina”, 4.7 La Gerusalemme celeste – Il diluvio di stelle Scrive S. Giovanni: Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti
al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro,
quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era
scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la
morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne
giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli inferi furono gettati nello
stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu
gettato nello stagno di fuoco. (Ap. 20,12-15) Interessante è che nello stagno di fuoco vengono
gettati la morte e gli inferi, mentre i morti custoditi dal mare di
misericordia del Cristo saranno salvi! Siamo arrivati alla fine. Tutta la creazione viene
giudicata, angeli compresi Dice a proposito S. Giuda: Gli angeli che non conservarono la loro dignità ma
lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle
tenebre, per il giudizio del gran giorno. (Gd. 6) Tutto verrà quindi rinnovato, nella condizione
ultima e universale. Dice Gesù a Valtorta, dopo averle mostrato in
visione la scena della resurrezione finale:
Quando
il tempo sarà finito e la vita dovrà essere unicamente Vita nei
cieli, il mondo universo tornerà, come hai pensato, ad essere quale
era all’inizio, prima d’esser dissolto completamente. Il che avverrà
quando Io avrò giudicato.
Molti
pensano che dal momento della fine al Giudizio universale vi sarà un
attimo solo. Ma Dio sarà buono sino alla fine, o figlia. Buono e
giusto.
Non
tutti i viventi dell’ora estrema saranno santi e non tutti dannati.
Vi saranno fra quei primi coloro che sono destinati al Cielo ma che
hanno un che da espiare. Ingiusto sarei se annullassi ad essi
l’espiazione che pure ho comminata a tutti coloro che li hanno
preceduti trovandosi nelle loro medesime condizioni alla loro morte.
Perciò,
mentre la giustizia e la fine verranno per altri pianeti, e come
faci su cui uno soffia si spegneranno uno ad uno gli astri del
cielo, e oscurità e gelo andranno aumentando, nelle mie ore che sono
i vostri secoli - e già si è iniziata l’ora dell’oscurità, nei
firmamenti come nei cuori - i viventi dell’ultima ora, morti
nell’ultima ora, meritevoli di Cielo ma bisognosi di mondarsi
ancora, andranno nel fuoco purificatore. Aumenterò gli ardori di
quel fuoco perché più sollecita sia la purificazione e non troppo
attendano i beati di portare alla glorificazione la loro carne santa
e di far gioire anche la stessa vedendo il suo Dio, il suo Gesù
nella sua perfezione e nel suo trionfo.
Ecco
perché hai visto la terra priva di erbe e alberi, di animali, di
uomini, di vita, e gli oceani privi di vele, distesa ferma di acque
ferme poiché non sarà più necessario ad esse il moto per dar vita ai
pesci delle acque, come non più necessario calore alla terra per dar
vita alle biade e agli esseri. Ecco perché hai visto il firmamento
vuoto dei suoi luminari, senza più fuochi e senza più luci. Luce e
calore non saranno più necessari alla terra, ormai enorme cadavere
portante in sé i cadaveri di tutti i viventi da Adamo all’ultimo
figlio di Adamo.
La
Morte, mia ultima ancella sulla Terra, compirà il suo ultimo
incarico e poi cesserà d’essere essa pure. Non vi sarà più Morte. Ma
solo Vita eterna. Nella beatitudine o nell’orrore. Vita in Dio o
vita in Satana per il vostro io ricomposto in anima e corpo.[1] Torniamo al punto 1.2 e rileggiamo S. Agostino: In noi si distinguono le tenebre che fummo una
volta e la luce che siamo diventati. Ce ne eravamo accorti? Parla già come se il
giudizio fosse stato fatto! Torniamo dunque al primo Fiat. La
Genesi, dopo il “Sia la luce”, così prosegue: Dio vide che la luce era cosa buona e separò la
luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. (Gn.
1,4-5) È già annunciato il giudizio finale. La separazione
del bene dal male, in eterno. Il diluvio di stelle, angeli e uomini
che, per voler essere superbamente come Dio, sono stati precipitati
nell’inferno. La fine del cerchio si salda con l’inizio. E la
creazione, nel percorrere questo cerchio della rivelazione divina,
compie la sua scelta separando la luce dalle tenebre. Un cerchio lungo il quale, come abbiamo visto[2],
vi sono tre montagne da scalare: l’Oreb, il Calvario e Sion, che
formano le tre punte del triangolo della SS. Trinità, dove alla base
si trovano le tre pietre angolari su cui è “inciampata” tutta la
creazione. Dice infatti la Scrittura: La pietra scartata dai costruttori è divenuta
testata d’angolo. (Salmo 117,22) La prima pietra, quella del Padre, la troviamo
grazie a Giacobbe, ed è segno dell’alleanza con il popolo di
Israele: Capitò così in un luogo, dove passò la notte,
perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come
guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra,
mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio
salivano e scendevano su di essa.” “Ecco il Signore gli stava davanti e disse: “Io
sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La
terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua
discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra e
ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a
mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza
tutte le nazioni della terra. Ecco io sono con te e ti proteggerò
dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché
non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t’ho detto”. Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse:
«Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo
luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del
cielo». “Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la
pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e
versò olio sulla sua sommità. (Gn 28,11-18) Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà
una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima. (Gn.
28,22) La seconda pietra, quella del Figlio, la troviamo
descritta nel Vangelo di S. Matteo ed è segno della nuova alleanza
con il popolo cristiano. Occorre molta attenzione nel leggerla[3].
Chi parla è il Padre attraverso il Figlio, che parla sì a Pietro ma,
quando parla di “questa pietra”, si riferisce in realtà a Gesù, il
suo Figlio fatto uomo: E io ti dico: “Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno
contro di essa”. (Mt. 16,18) Scriverà più tardi lo stesso Pietro, dopo aver
compreso la verità nella sua essenza: Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli
uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio. (1Pt. 2,4) Possiamo ben dire che è comunque Pietro su
“Pietra”! La terza pietra invece, quella dello Spirito Santo,
la troviamo nell’Apocalisse e segna la nuovissima alleanza con
l’uomo rinnovato in spirito e verità: L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte
grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva
dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma
preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. (Ap. 21,10-11) È la pietra della deificazione! Scrive la Ossi: Non temere anima mia! Ormai, sono Io che passo in
te, sei tu che passi in me. Ed ora, si sale, si sale, incontro allo
splendore della “città benedetta”, sul monte di Sion, ove il tuo
passo sarà lieve come neve, ove sarò Io a donarti gli aromi del più
gioioso e splendido giardino, poiché è l’Eden della Nuova Aurora. È
giorno di resurrezione per l’umanità benedetta che, passo passo,
faticosamente ma con amore, ha saputo interiorizzare il mistero
della mia gloria, presente e futura. Primavera, dunque, della pace universale, nella
gioia del mio ritorno in te ed in tutti, per te e per tutti.[4] Sono dunque tre le pietre che sono state scartate
da coloro che, ritenendosi dei costruttori, hanno peccato di
superbia, poiché, come dice la Scrittura: Se il Signore non costruisce la casa, invano vi
faticano i costruttori. (Salmo 126,1) Solo onorando e venerando Maria, la creatura per
eccellenza, la quarta pietra, sarà possibile nel giudizio finale
l’estremo pentimento… Tutta la gloria e l’onore vanno date sempre e solo
alla SS. Trinità! È solo l’umiltà infatti, fino al sacrificio della
propria volontà, l’unico merito che la creatura può aggiungere ai
doni del Creatore per potere scalare le sue montagne. Scrive in
merito il Montfort: La Madonna è il vero paradiso terrestre del nuovo
Adamo, di cui l’antico paradiso terrestre era una semplice figura… In questo luogo divino… scorre il fiume
dell’umiltà che, nascendo dalla terra, si divide in quattro rami –
le quattro virtù cardinali – e irriga tutto questo luogo incantato
(cfr. Gen. 2,8).[5] Eccoci giunti al “quarto angolo” della SS. Trinità,
alla quarta pietra angolare, il quarto monte da scalare per giungere
alla fonte dell’umiltà, apparentemente nascosto ma costantemente
presente durante tutta la storia della creazione: Maria. Non potevamo certo dimenticare il monte Zalmon,[6]
che il Montfort ci rivela, parlandoci dei missionari figli di Maria: Li renderai più bianchi della neve dello Zalmon,
la montagna di Dio, fertile e lussureggiante, solida e compatta,
dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre.
Signore, Dio di verità, chi è questa misteriosa montagna di cui
riveli tante cose mirabili, se non Maria, tua cara Sposa? Lei è
la montagna che tu hai eretto sulla cima dei monti più
alti, le sue fondamenta sono sui monti santi.” “Su questa
montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre
vi dimora, il significato delle otto beatitudini. Su questa montagna
di Dio saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno con
lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con lui come sul monte
degli ulivi.[7] E con Maria si ha in un qual senso la quadratura
del cerchio della rivelazione divina: la ritrovata “immacolatezza”
per l’umanità peccatrice. Sempre Maria aggiunge un dono come
sovrabbondanza della grazia divina. Scrive S. Giovanni riferendosi alla Gerusalemme
celeste: La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è
uguale alla larghezza. (Ap. 21,16) Descrive anche Valtorta:
Vedo
l’incandescente figurazione della SS. Trinità: il Triangolo con cui
viene rappresentata ai nostri sensi umani.
Al
centro del divino, splendidissimo segno, è Maria SS. nel suo più
fulgido aspetto glorificato. Mai l’ho vista bella e gloriosa così.
Una fiamma di un candore che spicca sull’ardente Focolare del Dio
Uno e Trino. Il suo corpo, volto, mani, veste, è luce. Luce! Luce!
Che luce dolce e potente, che bellezza luminosa è Maria, che eterna
incorruttibile giovinezza è nella Beata Vergine-Madre! E che umiltà!
Che orazione! Ha le mani incrociate sul petto come
nell’Annunciazione, il volto alto levato a guardare il vertice
fulgidissimo dell’Amore Uno e Trino. Eppure è tutta umiltà. Il
giglio è meno candido. Il sole e la luna meno radiosi di Lei. È
compresa nel divino Triangolo sino all’altezza delle anche. Il resto
del corpo, le gambe avvolte dalla veste paradisiaca, spiccano sul
fulgore dell’empireo.[8] Come avrebbe detto S. Agostino, davanti a tanto
splendore: Capisca chi può, e vengano a chiedere a Te. Siamo giunti dunque alla
fine, ma prima di concludere ricapitoliamo con S. Giovanni, che
inizia così il suo Vangelo: In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò
che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.” (Gv. 1,1-5) E termina l’Apocalisse con: “Il perverso continui pure a essere perverso,
l’impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare
la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio
salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il
principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno
parte all’albero della vita e potranno entrare per le porte nella
città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli
omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna! Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per
testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la
radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino». Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi
ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga
gratuitamente l’acqua della vita. (Ap. 22,11-17) Sì, lo Spirito Santo e la sua sposa, Maria”,
assieme alla Chiesa trionfante dicono: “Vieni, Signore Gesù, a
regnare nell’Eden, ora ristabilito nella sua purezza originale! Ed è tutto!
[1]
“I Quaderni dal
[2]
Vedi punto 2.4
[3]
Tale intuizione è di
[4]
“Gesù Pantocratore”, cap. 21,
[5]
“Trattato della vera devozione a Maria”, par. 261, S. L.M.G.
de Montfort
[6]
cfr. Salmo 67,15
[7]
“Preghiera Infocata”, par. 25, S. L.M.G. de Montfort
[8]
“Quaderni dal 1945 al
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