3.1    Premessa

Un’altra rinnovazione cruenta ha dovuto subire questa povera terra. Stavolta voluta dall’uomo fomentato da Satana, proprio per impedirgli di accettare da Dio nuovi doni, quelli per il ritorno alla grazia primordiale.

Leggiamo la Piccarreta:

…Il primo Fiat fu detto nella Creazione senza intervento di alcuna creatura, e scelsi la mia Mamma come compimento del secondo Fiat. Ora, a compimento, voglio il terzo Fiat che farà completare la gloria, l’onore del Fiat della Creazione, e sarà conferma e sviluppo dei frutti del Fiat della Redenzione.

Questi tre Fiat adombreranno la Sacrosanta Trinità sulla terra ed avrò il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra. Questi tre Fiat saranno inseparabili, l’uno sarà vita dell’altro, saranno uno e trino ma distinti tra loro. Il mio amore lo vuole, la mia gloria lo esige che, avendo sprigionato dal seno della mia Potenza creatrice i primi due Fiat, vuole sprigionare il terzo, non potendo più contenere il mio amore.

E questo è per completare l’opera da Me uscita, altrimenti l’opera della Creazione e della Redenzione sarebbe incompleta.[1]

Prosegue sempre la Piccarreta:

Ora pareva che mi diceva: “Figlia diletta mia, voglio farti sapere l’ordine della mia Provvidenza. Nel corso di ogni duemila anni ho rinnovato il mondo: nei primi duemila lo rinnovai col Diluvio; nei secondi duemila lo rinnovai con la mia venuta sulla terra, in cui manifestai la mia Umanità, dalla quale, come da tante fessure, traluceva la mia Divinità, e i buoni e gli stessi Santi dei seguenti duemila anni sono vissuti dei frutti della mia Umanità e come leccando hanno goduto della mia Divinità. Ora siamo circa alla fine del terzo duemila, e ci sarà una terza rinnovazione, ecco pertanto lo scompiglio generale: non è altro che il preparativo alla terza rinnovazione. E se nella seconda rinnovazione manifestai ciò che faceva e soffriva la mia Umanità e pochissimo ciò che operava la mia Divinità, ora, in questa terza rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata e distrutta in gran parte la generazione presente, sarò ancora più largo con le creature e compirò la rinnovazione col manifestare ciò che faceva la mia Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio Volere Divino col mio volere umano, come tutto restava concatenato in Me e come tutto lo facevo e rifacevo, e anche ogni pensiero di ciascuna creatura era rifatto da me e suggellato col mio Volere Divino.[2]

Promette infatti Gesù a Valtorta:

Dopo questo periodo di travaglio doloroso in cui, perseguitata da forze infernali, la Chiesa, come la mistica Donna di cui parla Giovanni, dopo esser fuggita per salvarsi rifugiandosi nei migliori e perdendo nella mistica (dico mistica) fuga i membri indegni, partorirà i santi destinati a condurla nell’ora che precede i tempi ultimi.[3]



[1] 24/1/1921, Luisa Piccarreta

[2] “Volume 12”, 29/1/1919, Luisa Piccarreta

[3] “I Quaderni dal 1943”, 11/12/1943, Maria Valtorta

4.2    Gerusalemme - Satana incatenato

Leggiamo Valtorta:

Quando Cristo verrà per vincere l’eterno antagonista nel suo Profeta troverà pochi segnati, nello spirito, dalla Croce.[1]

Prosegue la Ossi:

Esegeticamente viene a verificarsi la purificazione, che segna l’inizio della grande tribolazione.

Io, Gesù, sancisco le regolari premesse ad originare la certezza che coloro che operano nel mio nome, nel valore eterno del segno della S. Croce, saranno preservati dall’immensa tragedia.

Tripudio di popolo segnerà il rinnovarsi del giubilo del mio ritorno in Gerusalemme, nel giorno in cui verrà eletto Papa Pietro II, regale condottiero del mio popolo santo.

Sarà il preludio all’attacco decisivo del male che verrà determinato dall’antipapa, che priverà della sede pastorale il mio eletto per attribuire alla mia Chiesa la sconfitta basata sull’ordinarietà dello scandalo e della soppressione di ogni valore morale.[2]

E ancora:

La sede papale precostituita sarà appannaggio dell’antipapa, con prerogativa assoluta di far degenerare sino a livelli estremi i costumi nella mia Chiesa, al fine di perdere quante più anime possibili.

La sede del Papa e della Chiesa subirà le vicissitudini del Papa stesso che, dopo breve esilio nella sua stessa patria, verrà costretto ad esiliare definitivamente, offrendo ad esso l’unica alternativa che consisterà di abitare nello squallore di Gerusalemme distrutta dall’imperversare dei conflitti.[3]

Che si completa con:

Pietro II sarà il Papa designato a compiere l’azione decisiva in pastorale mandato, ecclesialmente interrotto dall’apparente predominio del male sulla costituzionalità gerarchica della Chiesa.

L’ardimentoso compiersi del periodo più travagliato della storia della Chiesa produce nell’effetto il testo apocalittico secondo Giovanni, che sancisce nel decorso d’un tempo di resistenza al potere delle orde sataniche il preludio alla seconda venuta di Cristo Gesù.

Per effetto di lusinghieri apprezzamenti sentenziata sarà dalla rabbia infernale la prova dell’esilio al Papa che, uniformatosi in ogni pensiero, gesto e parola alla mia Volontà, sarà osannato quale Papa della luce.

La crudeltà persecutrice attuerà la battaglia ai veri consacrati nella fedeltà e nell’amore.

Il vile figuro, portatore ormai dello scettro quale principe del mondo, promulgherà per effetto della sua potenza finanziaria l’infedeltà palese ai molti consacrati, rendendoli vittime dei più bassi ricatti adescandoli così alla propria sequela.[4]

Esilio finale in Gerusalemme, la città santa, luogo in cui Gesù sotto la Croce ha sparso il suo Sangue.

Scrive S. Gemma Galgani, straordinario esempio di amore, fiducia e abbandono nel ripercorrere con stupefacente semplicità le orme di Cristo:

Non basta aver sotto gli occhi la croce, bisogna averla in mezzo al cuore. Non la ricuso perché se ricuso la croce, ricuso anche Gesù. Ormai il mio amore è tutto alla croce.[8]

È proprio l’esempio di S. Gemma Galgani quello da seguire per entrare nell’Era Nuova. Occorre infatti salire sul Calvario, ad imitazione di Gesù e Maria, per aspirare alla risurrezione, ad entrare nei nuovi cieli ed a consentire a chi resterà quaggiù di vivere come su di una nuova terra.

Scrive la Ossi:

La croce cristiana rimarrà inviolata nonostante la forza devastatrice che vorrebbe spezzarla, perché è testimonianza divina dell’iniquità umana di tutti i tempi. Perciò è e resta monito e richiamo per tutte le genti che ad essa solo dovranno ricorrere, quale unica ed ultima possibilità di salvezza.[9]

Senza alcuna paura di morire:

Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. (Mc 8,35)

Scrive ancora la Ossi:

“Crucifige!” è la costante, aggressiva acclamazione del male contro il Corpo Mistico di Gesù Cristo, per l’indubbio falso credere nella possibile vittoria del male.

Se ciò fosse, la fede, la speranza e la carità sarebbero state e sarebbero inutili, ma che non è così lo testimonia la vittoria della croce sul male, sulla morte, nell’esultanza della resurrezione di Gesù e di coloro che lo Spirito Santo renderà al trionfo di Cristo Gesù con la prima resurrezione.[10]

È nel mistero della croce che risiede infatti la sconfitta di Satana. Mistero legato strettamente al SS. Sacramento dell’Eucarestia, frutto che pende dall’albero della Vita.

Dice S. Giovanni:

Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell’albero della vita, che sta nel paradiso di Dio. (Ap. 2,7)

Di quali vincitori si tratta? Scrive sempre S. Giovanni:

Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: “Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?”.

Gli risposi: “Signore mio, tu lo sai”. E lui: “Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello”. (Ap. 7,13-14)

Terminato il primo combattimento escatologico, dopo i tre giorni di notte e di buio, simbolo dei tre giorni in cui il Cristo è rimasto nel sepolcro, Satana verrà incatenato.

Scrive la Cornado:

Franca, i “tre giorni”, sono inevitabili.

Tre giorni e poi sono risorto,

tre giorni per vincere la morte,

tre giorni per vincere il cosmo dalla morte.

I castighi competeranno ai miei ... nemici.

Ai fedeli in Me, sarà sinonimo di rinascita all’Era Celeste,

realizzata sulla Terra Nuova, rinnovata.[11]

In cosa consiste questo rinnovamento? Leggiamo S. Giovanni:

Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano.

Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. (Ap. 20,1-3)

L’uomo sulla terra non sarà più in balia di Satana e delle sue tentazioni, ma sarà libero di scegliere con piena consapevolezza tra il bene ed il male. A differenza che nell’Eden avrà però in più la consapevolezza di cosa ha prodotto e produce il peccato…



[1] “I Quaderni dal 1943”, 19/6/1943, Maria Valtorta

[2] “Gesù, lacerante vibrazione del cuore”, 1/12/1982, Anna Maria Ossi

[3] “La Purificazione”, 23/2/1983, Anna Maria Ossi

[4] “Terra, Terra, ama il tuo Dio”, 11/8/1984, Anna Maria Ossi

[5] “Locuzioni al mondo”, 07/02/2011

[6] “Locuzioni al mondo”, 01/01/2012

[7] “Locuzioni al mondo”, 08/01/2013

[8] Dalle lettere di S. Gemma Galgani

[9] “Relazioni predittive”, “I veli si squarceranno”, 24/1/1984, A.M. Ossi

[10] “Teofania per un Regno d’amore”, cap. 2, 6/3/2000, A.M. Ossi

[11] “Francateologia”, 23/8/1973, F. Cornado

4.3    La prima resurrezione – Il giudizio degli eletti

Liberata questa terra dal potere di Satana, è possibile per l’esercito di Dio, come fosse bottino di guerra, recuperare i corpi dei santi per portarli in cielo e ricongiungerli allo spirito in attesa. È il trionfo dei Cuori Immacolati di Gesù e di Maria, che ottengono per i loro primi figli la gloria promessa. Proseguiamo con S. Giovanni:

Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonanza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni.

Gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione.

Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni. (Ap. 20, 4-6)

Di quale prima risurrezione si tratta? Per ogni uomo di buona volontà vi è una prima resurrezione, che è quella dello spirito, poi vi è l’ultima risurrezione, che è quella della carne. Il fatto è che la risurrezione della carne avverrà in tempi diversi: si avrà una prima risurrezione della carne, coincidente con una anticipata seconda venuta di Gesù, per i soli eletti. Gli altri morti, infatti, dovranno attendere la resurrezione per il giudizio finale.

Anche Ezechiele racconta, dopo la purificazione del popolo di Dio e prima dei tempi ultimi, la visione delle ossa aride:

Mi disse: “Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la gente d’Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò”. Oracolo del Signore Dio. (Ez. 37,11-14)

Si parla solo del popolo del Signore, non di tutta l’umanità! Dice Gesù a Valtorta, parlandole dell’ora ultima:

Molto prima di quell’ora, o voi, giusti, possederete il Cielo. Esso sta già aperto a ricevervi nell’ora del vostro transito fuori dal carcere attuale. Ma allora sarà possesso fulgido completo, cognito a tutte le creature, assunzione alla gloria anche della carne con la quale avete conquistato il Cielo facendo di essa il principale strumento di sacrificio per fedeltà al vostro Dio.[1]

Fa eco la Ossi:

Non temere anima mia! Ormai, sono Io che passo in te, sei tu che passi in me. Ed ora, si sale, si sale, incontro allo splendore della “città benedetta”, sul monte di Sion, ove il tuo passo sarà lieve come neve, ove sarò Io a donarti gli aromi del più gioioso e splendido giardino, poiché è l’Eden della Nuova Aurora. È giorno di resurrezione per l’umanità benedetta che, passo passo, faticosamente ma con amore, ha saputo interiorizzare il mistero della mia gloria, presente e futura.[2]

E si avvererà anche quanto scritto nel Vangelo:

Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. (Mt. 20,12)

A cui fa eco Gesù alla Valtorta:

Chi ben lavorò nell’ultima ora sarà ammesso al Regno come colui che resse l’aratro, fino a cadere su esso, dalla sua aurora alla sua anticipata sera. D’avere dimora diversa in Cielo non vi rammaricherete; là non sono le meschinità delle invidie umane. Ma conquistate questo Cielo che ho creato per voi e che vi ho aperto con la mia morte di Croce. Venite al Signore prima che il Signore venga su voi con la sua maestà di Giudice.[3]

Da notare la dizione: anticipata sera… prima che il Signore venga a voi…

Concludiamo con la Ossi:

Il sorriso dell’avverarsi d’ogni speranza fonderà i risorti della prima resurrezione all’esultanza ricca di libertà dei purificati dalla grande tribolazione.

Sarà allora che la santità avrà corpo rilucente e ricchezze in abbondanza di doni atti a vivere e donare la vera dignità della santità.

Nel recupero totale dell’amicizia tra l’uomo e Dio l’umanità godrà il fermento d’essere vino nuovo, per il solenne banchetto nuziale del Re della gloria.[4]



[1] “I Quaderni dal 1943”, 18/11/1943, Maria Valtorta

[2] “Gesù Pantocratore”, cap. 21, 26/9/1995, A.M. Ossi

[3] “I Quaderni dal 1943”, 29/10/1943, Maria Valtorta

[4] “Teolitico fondamentale alla conoscenza della nuova umanità”, cap. 12, 16/5/1999, A.M. Ossi

4.4    Il millennio di pace – Il popolo di Dio unito

Scrive S. Paolo, parlando del popolo Ebreo:

Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti? (Rm. 11,15)

Leggiamo anche Ezechiele:

Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Figlio dell’uomo, prendi un legno e scrivici sopra: Giuda e gli Israeliti uniti a lui, poi prendi un altro legno e scrivici sopra: Giuseppe, legno di Efraim e tutta la casa d’Israele unita a lui, e accostali l’uno all’altro in modo da fare un legno solo, che formino una cosa sola nella tua mano. Quando i figli del tuo popolo ti diranno: Ci vuoi spiegare che significa questo per te?, tu dirai loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io prendo il legno di Giuseppe, che è in mano a Efraim e le tribù d’Israele unite a lui, e lo metto sul legno di Giuda per farne un legno solo; diventeranno una cosa sola in mano mia”. (Ez. 37, 15-19)

Dice Gesù alla Valtorta:

Spanderò il mio spirito su tutti i redenti della terra. E anche coloro che ora soffrono, espiando le colpe dei padri, e che non sanno trovare salvezza perché non osano volgersi a Me, troveranno la pace perché, battendosi il petto, invocheranno - in ben altra maniera dei padri loro - su loro quel Sangue già sparso, e che goccia inesausto dalle membra che i padri loro hanno trafitto. Come fontana Io starò in mezzo al mio gregge tutto ricomposto, e laverò in Me tutte le brutture passate che già il pentimento avrà iniziato a cancellare.[1]

E ancora:

Sarà allora il tempo del mio Regno sulla terra. Vi sarà perciò una tregua nei delitti demoniaci per dar tempo all’uomo di riudire le voci del cielo. Levata di mezzo la forza che scatena l’orrore, delle grandi correnti spirituali scenderanno come cascate di grazia, come fiumi di acque celesti, a dire parole di Luce.[2]

Un periodo nuovo, dunque, per l’umanità, precisa la Ossi:

Nel definirsi del tempo storico, il “millennio” appare come tempo di luce per il rinnovarsi del S. Natale di Gesù in ogni cuore…

Il millennio manifesterà all’uomo il censimento di quanti hanno potuto rinascere, perché hanno offerto al Creatore la volontà di rinascere.[3]

E ancora:

Il millennio non avrà solo la caratteristica di uno stile di vita consono al disegno divino, ma sarà premio anticipato sulla vita eterna nell’azione in unità con Cristo Gesù. Tale azione varrà a ripristinare ogni guasto terreno perché rifulga il massimo esempio della santità.

Nel millennio sarà autenticamente vissuta l’esplosione dell’Amore Divino che, nella trasfigurazione umana, inonderà di luce i perseveranti, vere e proprie scintille dell’inestinguibile fuoco del roveto ardente.[4]

Ammonisce però Gesù a Valtorta:

L’uomo, procedendo verso l’ora ultima, deve raggiungere la spiritualità. Ma comprendimi. Dio è spirito, Satana è spirito. Il primo è Spirito di Perfezione. Il secondo è spirito di peccato. La massa, scissa in due per volontà propria, che Dio rispetta segue ognuna la parte prescelta. I figli dell’Altissimo e fratelli miei scelgono la parte di Dio e per amore nostro spiritualizzano la carne. I servi di Satana e figli della Bestia, la parte di Lucifero, e per schiavitù voluta da essi stessi uccidono lo spirito sotto la carnalità, fanno del loro spirito una carne e un sangue corrotti e ripugnanti.

Quando regnerò sugli e negli spiriti giunti a quella maturazione che ora è di singoli e che allora sarà di tutta la massa dei cristiani veri, Io, mi rivolgerò a questa parte soltanto, perfezionandola dell’ultimo ammaestramento con una nuova evangelizzazione, non diversa nel senso, che non può mutare, ma nella forza che allora potranno capire e che oggi non capirebbero. Prova ne sia che devo scegliere speciali creature degne di tanto per sforzo proprio o rese degne per miracolo d’amore.

Venti secoli fa ho parlato a tutti. Quando il tempo sarà venuto parlerò a questi soltanto, convinto dell’inutilità di parlare agli altri. Comincerà così la selezione degli eletti dai reprobi.[5]

 


[1] “I Quaderni dal 1943”, 11/12/1943, Maria Valtorta

[2] “I Quaderni dal 1943”, 22/18/1943, Maria Valtorta

[3] “Il millennio”, 23/1/1992, A.M. Ossi

[4] “Il millennio”, 27/1/1992, A.M. Ossi

[5] “I Quaderni dal 1943”, 20/8/1943, Maria Valtorta

4.5    Il dono del Divino Volere – La seconda Pentecoste

Qual è la discriminante tra i figli della luce e quelli delle tenebre?

Recita il Vangelo:

“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Mt. 7,21)

per concludere:

“perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”. (Mt. 12,50).

Rispose Santa Chiara di Montefalco ad un eretico nel 1304:

L’uomo può fare quello che vuole quando la sua volontà è ordinata da Dio. È infatti possibile che il Signore ordini in tal modo la volontà di una persona, da toglierle la volontà sua propria per sostituirla con la sua divina e uniformi talmente alla sua volontà la volontà di quella persona, che essa non possa desiderare più niente che sia contrario alla Volontà Divina; è così che quella persona potrà fare ciò che vuole, giacché non vuole altro che quello che vuole Iddio. Ma coloro che dicono di poter fare ciò che vogliono, non sono nella verità, se non si trovano in queste condizioni di spirito.[1]

Una definizione che anticipa di 600 anni quanto rivelerà Gesù alla Piccarreta:

Ed Io qui ti voglio, nel mio Volere; fino a tanto che il granello di frumento non viene sepolto sotto terra e muore del tutto, non può risorgere a vita novella e moltiplicarsi, e dar vita ad altri granelli, così l’anima, fino a tanto che non si seppellisce nella mia Volontà, fino a morire del tutto col disfare tutto il suo volere nel mio, non può risorgere a nuova vita divina col risorgimento di tutte le virtù di Cristo, che contengono la vera santità. Perciò la mia Volontà sia il suggello che ti suggelli l’interno e l’esterno, e quando la mia Volontà sarà risorta tutta in te, vi troverai il vero amore, e questo è da più di tutte le altre santità a cui può uno aspirare. [2]

E ancora:

Il mio Amore vuole sfogo e vuole far conoscere gli eccessi che la mia Divinità operava nella mia Umanità in favore delle creature, eccessi che superano di gran lunga gli eccessi che operava esternamente la mia Umanità.

Ecco pure perché ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho manifesto a nessuno. Al più hanno conosciuto l’ombra della mia Volontà, la grazia e la dolcezza che contiene il farla; ma penetrarvi dentro, abbracciare l’immensità, moltiplicarsi con me e penetrare ovunque – anche stando in terra – e in Cielo e nei cuori, deporre i modi umani ed agire coi modi divini, questo non è conosciuto ancora, tanto che a non pochi sembrerà strano, e chi non tiene aperta la mente alla luce della Verità non ne comprenderà nulla. Ma Io a poco a poco Mi farò strada, manifestando ora una verità, ora un’altra di questo vivere nel mio Volere, che finiranno col comprenderlo.[3]

Ma può l’uomo arrivare da solo a questa meta? Chi l’aiuterà? Leggiamo la Ossi:

Il sostegno e l’evoluzione sapienziale, di cui i santi sono dotati, è frutto vigile e quanto mai attento impegno dell’Angelo Custode.

L’Angelo Custode è il fautore unico di tutte le fasi coordinanti la volontà umana alla Volontà Divina, e viceversa.[4]

È l’unione con il creato intero: uomini ed angeli uniti verso la scalata finale: il monte Sion.

La condizione di vivere nel Divino Volere consente di trasformare questa terra da un pre-inferno a un pre-paradiso: un purgatorio in terra, da dove si potrà accedere direttamente al paradiso.

Riportiamo quanto scrive S. Caterina da Genova in merito alle anime del purgatorio:

Le anime del Purgatorio hanno in tutto conforme la loro volontà con quella di Dio: e però Dio corrisponde loro con la sua bontà, ed esse restano contente (quanto alla volontà) e purificate dal peccato originale e attuale, quanto alla colpa.

È il ripristino dello stato primordiale. Il peccato originale è cancellato! E le virtù? Leggiamo ancora:

Essendo dunque esse in carità, e da quella non potendo più deviare con attuale difetto, non possono più volere né desiderare se non il puro volere della pura carità; ed essendo in quel fuoco purgatorio, sono nella ordinazione divina: (la quale è carità pura), e non possono più in alcuna cosa da quella deviare: perché sono private così di attualmente peccare, come sono pure di attualmente meritare.[5]

Neppure i meriti sono più loro! Viene in mente il Montfort quando parla della consacrazione perfetta e totale a Maria:

Questa devozione consiste, dunque, nel darsi interamente alla santissima Vergine allo scopo di essere, per mezzo suo, interamente di Gesù Cristo. Bisogna darle: 1. il nostro corpo, con tutti i suoi sensi e le sue membra; 2. la nostra anima, con tutte le sue facoltà; 3. i nostri beni esterni, cosiddetti di fortuna, presenti e futuri; 4. i nostri beni interni e spirituali, vale a dire i nostri meriti, le nostre virtù e le nostre buone opere passate, presenti e future.[6]

A proposito della carità scrive invece la Piccarreta:

Ed allora la carità raggiungerà la completa perfezione nella creatura, quando la mia Volontà regnerà in modo completo nelle creature, perché allora ognuno si troverà in virtù di Essa in ogni creatura, amata, difesa e sorretta come l’ama, difende e sorregge il suo Dio; l’una si troverà trasfusa nell’altra come nella propria vita. Allora tutte le virtù raggiungeranno la completa perfezione, perché non si alimenteranno della vita umana, ma della Vita Divina.[7]

E della morte? Che ne sarà? Scrive S. Giovanni dopo l’annuncio della caduta di Babilonia:

Poi udii una voce dal cielo che diceva: “Scrivi: Beati d’ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono”. (Ap. 14,13)

Dice Gesù alla Valtorta:

Allora, Re di Giustizia e Sapienza, sperderò gli idoli delle false dottrine, purgherò la Terra dai falsi profeti che in tanti errori vi hanno tratto. Mi sostituirò Io a tutti i dottori, a tutti i profeti, più o meno santi o più o meno malvagi, perché l’ultimo ammaestramento deve essere mondo di imperfezione, dovendo preparare al Giudizio finale coloro che non avranno tempo di purgazione essendo tosto chiamati alla tremenda rassegna.[8]

Non vi sarà quindi tempo di purgazione per i nuovi santi. Non sarà più tempo di uccidere i santi ed i profeti per farne poi oggetto di culto, utilizzandone le ossa in una sorta di macabra esposizione, come nel caso di S. Caterina da Siena il cui teschio è esposto a Bologna, quasi a voler dire: la morte ha vinto anche te. Ossa di santi non ve ne saranno più. O perché risorte nella prima resurrezione. O perché nell’Era Nuova i nuovi santi sperimenteranno, come scrive la Ossi:

Il completo sollevamento dell’umanità fervente in preghiera, convertita dalla gioia d’amarmi, verrà offerta da Dio avvolgendo ogni anima in responsabile volo ascensionale, che in tutto conoscere farà l’assunzione beata della Vergine Maria.

Io, Gesù, coglierò la regolare elevazione umana che, per comunione in me, avrà condonata la pena della morte, perché opera immortale è la salvezza.[9]

Si parla di regolare elevazione umana per chi è in comunione con Cristo!

Scrive a proposito la Cornado:

Il sollevamento, verrà presto.

Verrà in tre riprese:

primi i miei santi;

poi i peccatori che già hanno fatto penitenza;

infine quelli che mi cercano urlando, all’ultimo momento.

Verrete incontro allo Sposo / che viene![10]

La risurrezione della carne, sollevamento, avverrà pertanto in tre momenti: primi i santi, nella prima resurrezione dai morti; poi i peccatori che già hanno fatto penitenza, i santi dell’Era Nuova che vivranno lo stato purgativo in terra;  infine, nel giudizio universale, gli altri.

Dice infatti S. Paolo:

Non vogliamo poi lasciarvi nell’ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza.

Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui.

Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti.

Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre con il Signore.

Confortatevi dunque a vicenda con queste parole. (1Tes. 4,13-18)

La vittoria sulla morte è conseguenza del dono del Divino Volere, affinché si realizzi quanto predetto da S. Paolo:

Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:

La morte è stata ingoiata per la vittoria.

Dov’è, o morte, la tua vittoria?

Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? (1Cor. 15,54-55)

Maria, la perfetta attuatrice del Divino Volere come creatura, diviene il modello da imitare assieme a Gesù.

Scrive la Ossi, riferendosi al transito di Maria:

Il profumo della tua anima, seguente la tua Immacolata Concezione, da te diffuso quale “buon odore di Cristo”, ha impedito alla morte i suoi effetti sgradevoli, comuni a tutti i mortali, cosicché per te si parla di “dormizione”.

Questa è già risurrezione e continuità di vita, garantita dalla tua perfetta castità.

La tua dormizione ricollega il pensiero umano al perfetto pensiero-progetto primordiale di Dio.

La tua santità è tale da annullare ogni ostacolo alla continuità del tuo luminoso percorso dalla nascita all’eternità.

Tu, o Maria, sei la primogenita dell’umanità redenta e insieme corredentrice unica con il Figlio redentore.

La tua dormizione è la premessa storica della analoga sorte dei tuoi figli rinnovati e santi, che nell’ultima era della storia passeranno da questa vita all’eternità beata senza morte.

La prima risurrezione conferirà alle persone scelte da Dio il premio eterno, in anteprima rispetto alla fine del mondo. [11]

Avrà compimento totale la Parola del Vangelo:

Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio”. (Lc. 9,60)

perché di Vivi da seppellire non ce ne saranno più!

Ma non sarà una condizione così facile da raggiungere.

Scrive difatti la Piccarreta:

Ora, la mia Risurrezione è simbolo delle anime che formeranno la Santità nel mio Volere. I Santi dei secoli passati sono simbolo della mia Umanità, i quali, sebbene rassegnati, non hanno avuto (atto) continuo nel mio Volere, quindi non hanno ricevuto l’impronta del Sole della mia Risurrezione, ma l’impronta delle opere della mia Umanità prima della Risurrezione. Perciò saranno molti; quasi come stelle formeranno un bell’ornamento al Cielo della mia Umanità. Ma i Santi del vivere nel mio Volere, che simboleggeranno la mia Umanità Risorta, saranno pochi. Difatti, la mia Umanità prima di morire La videro molte turbe e folla di gente; ma la mia Umanità Risorta La videro pochi, i soli credenti, i più disposti, e – potrei dire – solo quelli che contenevano il germe del mio Volere; che se ciò non avessero avuto, sarebbe mancata loro la vista necessaria per poter vedere la mia Umanità Risorta e gloriosa ed essere quindi spettatori della mia salita in Cielo.[12]



[1] “Santa Chiara di Montefalco”, D.P. Suora di S.ta Dorotea

[2] “Volume 7”, 1/1/1907, Luisa Piccarreta

[3] “Volume 7”, 29/1/1919, Luisa Piccarreta

[4] “L’arte angelica d’essere creatura”, 25/2/1991, A.M. Ossi

[5] “Il trattato del Purgatorio”, S. Caterina da Genova

[6] “Trattato della vera devozione a Maria”, par. 121, S. L.M.G. de Montfort

[7] “Volume 17”, 20/6/1924, Luisa Piccarreta

[8] “I Quaderni dal 1943”, 11/12/1943, Maria Valtorta

[9] “Relazioni predittive”, “Iddio, la purificazione e l’uomo”, 2/4/1980, A.M. Ossi

[10] “Francateologia”, 13/3/1974, Franca Cornado

[11] 2/8/2013, A.M. Ossi

[12] “Volume 12”, 15/4/1919, Luisa Piccarreta

4.6    L’abominio della desolazione – La Corona di Stelle di Maria

Scrive la Ossi:

La generosità divina sovrintende alla purezza e concretezza della creazione visibile ed invisibile, per cui, come fu dato agli angeli d’essere liberi da dipendenza alcuna, così fu per l’uomo prima della colpa ed è e lo sarà per l’uomo risalito dalla china della colpa.[1]

Gli uomini, però, nonostante l’evidenza dei doni e dei segni della bontà divina non si volgeranno tutti alla luce, come spiega Gesù alla Valtorta:

Ma come non raccolsero nei secoli le Voci isolate, cominciando da quella del Verbo, che parlano di Bene, così saranno sordi gli uomini, sordi sempre - meno i segnati del mio segno, gli amici miei dilettissimi tesi a seguire Me - sordi alle voci di molti spiriti, alle voci simili al rumore di molte acque che canteranno il cantico nuovo per guidare i popoli incontro alla Luce e soprattutto a Me: Parola eterna. Quando l’ultimo tentativo sarà compito, Satana verrà per l’ultima volta e troverà seguaci ai quattro angoli della terra, e saranno più numerosi della rena del mare.[2]

Scrive S. Giovanni:

Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare. (Ap. 20,7-8)

Satana verrà liberato. Da Chi? Dall’uomo. Ammonisce infatti Gesù alla Valtorta:

Non precipitate il Giudizio di Dio col vostro passare la misura nel peccare. Non fate che troppo breve sia la sosta fra il tempo dell’Anticristo e il tempo di Cristo, perché, se, è vero che gli ultimi giorni saranno abbreviati per amore degli eletti, è anche vero che vi è necessario avere una sosta di pace per ritemprarvi all’ultima satanica lotta.

Io farò ribaltare la pietra sull’antro di Lucifero dopo la sconfitta della Bestia e dei suoi servi; ma voi, col vostro acclamare il Male, non date forza al Demonio di scuotere quel serrame. Non fate, dei vostri spiriti devoti alla carne e a Satana, leve per aprire la prigione infernale e farne uscire il Maledetto per l’ultima preda prima che i cuori degli uomini si siano ribattezzati nella Parola del Signore.[3]

E ancora:

Lotta di spirito contro spirito. Satana contrapporrà al mio Regno spirituale e alla mia istruzione la sua satanica guerra agli spiriti per traviarne i più che può, i più deboli, e dalle sue riserve, dalle sue fortezze, dove sono i rimasti fedeli alla Bestia anche dopo la sconfitta della Bestia e del suo ministro, trarrà gli agenti di seduzione per rovinare un’ultima volta l’opera di Dio, la cui rovina iniziò ai piedi dell’albero del Bene e del Male.

L’epoca satanica sarà tre volte più feroce dell’epoca anticristiana. Ma sarà breve perché pei viventi in quell’ora pregherà tutta la Chiesa trionfante fra le luci del Cielo, pregherà la Chiesa purgante fra le fiamme purgative dell’amore, pregherà la Chiesa militante col sangue degli ultimi martiri.[4]

Breve ma tremendo:

Prega per il clero secolare e per quello conventuale.

Quel giorno che nel mondo non vi fossero più sacerdoti realmente sacerdotali, il mondo finirebbe in un orrore che parola non può descrivere. Sarebbe giunto il momento dell’abominio della desolazione. Ma giunto con una violenza così spaventosa, da essere un inferno portato sulla terra.

Prega e dì di pregare perché tutto il sale non divenga insipido in tutti meno che in Uno, nell’ultimo Martire che ci sarà per l’ultima Messa, perché sino all’estremo giorno la mia Chiesa militante sarà e il Sacrificio verrà compiuto.[5]

E ancora:

L’obbrobrio della terra è tale che il suo fumo, di poco dissimile a quello che scaturisce dalla dimora di Satana, sale sino ai piedi del trono di Dio con sacrilego impeto. Prima della apparizione della mia Gloria occorre che oriente ed occidente siano purificati per essere degni dell’apparire del mio Volto.

Incenso che purifica e olio che consacra il grande, sconfinato altare dove l’ultima Messa sarà celebrata da Me, Pontefice eterno, servito all’altare da tutti i santi che cielo e terra avranno in quell’ora, sono le preghiere e i patimenti dei miei santi, dei diletti al mio Cuore, dei già segnati del mio Segno: della Croce benedetta, prima che gli angeli del Segno li abbiano contrassegnati.

È sulla terra che il segno si incide ed è la vostra volontà che lo incide. Poi gli angeli lo empiono di un oro incandescente che non si cancella e che fa splendere come sole la vostra fronte nel mio Paradiso.

Grande è l’orrore di ora, diletti miei; ma quanto, quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere l’Orrore dei tempi ultimi! E se veramente pare che assenzio si sia mescolato al pane, al vino, al sonno dell’uomo, molto, molto, molto altro assenzio deve ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri giacigli prima che abbiate raggiunto l’amarezza totale che sarà la compagna degli ultimi giorni di questa razza creata dall’Amore, salvata dall’Amore e che si è venduta all’Odio.[6]

Siamo quindi giunti all’ultimo tempo di questa terra, l’abominio della desolazione nel suo culmine:

L’ultimo tempo di tre anni e sei mesi, tremendo come mai l’uomo conobbe, sarà quello in cui Satana, attraverso il suo figlio, arso da supremo livore ‑ perché anche la scissione fra i due rami del popolo di Dio sarà finita, e con essa la causa di tanti mali materiali, morali e spirituali ‑ userà le sue perfette ed ultime astuzie per nuocere, rovinare, uccidere il Cristo nei cuori e i cuori al Cristo.

I sapienti comprenderanno il tranello di Satana, gli innumerevoli tranelli di Satana, perché chi possiede la Sapienza vera è illuminato, e per la loro fedeltà alla Grazia diverranno candidi e provati come il fuoco, degni d’essere eletti al Cielo. Gli empi seguiranno il Male e faranno il male non potendo comprendere il Bene, perché di loro spontanea volontà avranno colmato il loro cuore di Male.

Allora verrà il tempo in cui, conculcata sino ad un punto mai raggiunto, la Chiesa non sarà più libera di celebrare il Sacrifizio perpetuo, e l’abominazione della desolazione sarà innalzata sul Luogo Santo e sui luoghi santi, così come è detto dai profeti e ripetuto da Me che non erro.

Daniele dice: “Vi saranno 1290 giorni (di questo conculcamento). Beato chi aspetta e giunge a 1335”.

Ciò vuol dire che nei tre anni e sei mesi che precederanno la fine, un piccolo tempo sarà serbato in fine ai fedeli per riunirsi ad ascoltare l’ultima Parola, risuonante nei loro spiriti, come invito al Cielo, mentre Michele coi suoi angeli vincerà Satana ed i suoi demoni. “Beato chi aspetta a giunge a 1335 giorni” vuol dire: “Beato chi avrà perseverato sino alla fine”, poiché sarà salvo.[7]

È il cerchio che sta per chiudersi:

La fine sarà come il principio. Il cerchio si salda innestando due monconi tenebrosi l’uno all’altro. Il nuovo diluvio, ossia l’ira di Dio, verrà con altra forma. Ma sarà sempre ira. Fedele alla mia parola, Io non manderò più il diluvio. Ma lascerò che le forze sataniche mandino il diluvio delle sataniche crudeltà.[8]

In conclusione:

Quando l’ultima rivolta di Satana a Dio avverrà, non mancheranno gli ultimi Giuda fra i chiamati alla conoscenza del Re. L’oro della Città eterna deve essere depurato per tre filtri per poter divenire turibolo davanti al trono dell’Agnello glorioso. E questo sarà l’ultimo filtro. Ma i fedeli resteranno fedeli, conosceranno che Io sono con essi e che essi sono il mio popolo eterno.[9]

Tre filtri: il diluvio d’acqua, permesso[10] da Dio per evitare all’uomo di divenire come gli animali, il diluvio di fuoco, voluto dall’uomo per non aver accettato i doni di Dio[11], e il diluvio di stelle, provocato sin dall’inizio del tempo ed operato da Satana fino alla fine del mondo in cui culminerà con l’abominio della desolazione, in odio a tutta la creazione per far precipitare quanti più figli di Dio è possibile.

A questi diluvi, meritati e voluti dai figli delle tenebre, Dio oppone i suoi diluvi spirituali: al diluvio d’acqua il mare di misericordia del Sacrificio di Gesù Cristo, al diluvio di fuoco il Battesimo di fuoco dello Spirito Santo, al diluvio di stelle la Corona di stelle della “Donna vestita di sole”.

Scrive la Ossi:

Maria è la provvida, feconda, incontrastata, Regina del cielo e della terra, munifica infiorescenza di grazia per ogni cuore, è la grande che veramente sa provvedere a tutte le esigenze del suo popolo.

È l’Assunta dall’Amore, perché la regalità del suo silenzio ha saputo accogliere e donare la mia Parola, Parola che la designa quale Regina e madre del popolo di Dio.

La pienezza dei suoi poteri ispiri in voi quella fiducia, atta a sottomettere al suo materno consiglio ogni vostra condizione umana, nessuna esclusa, perché ad ognuna sa porre rimedio per il bene vostro e di tutta la S. Chiesa.

Seguitela: al suo passare s’inchinano gli angeli, il suolo è cosparso di fiori e di gemme per indicare il profumo e la preziosità del suo aver seguito la via della verità.

Sappiate ripararvi sotto il suo prezioso manto ed accogliere il S. Rosario quale efficacissimo mezzo per difendervi da ogni male.

Il S. Rosario, infatti, fonde il profumo di Maria, quale “rosa mistica” che ha saputo fiorire sullo stelo della mia corona di spine, che Io ho tramutato in corona di stelle per il suo capo di fanciulla-Regina, la vostra Regina, Maria![12]



[1] 1/1/1987, A.M. Ossi

[2] “I Quaderni dal 1943”, 22/8/1943, Maria Valtorta

[3] “I Quaderni dal 1943”, 16/11/1943, Maria Valtorta

[4] “I Quaderni dal 1943”, 12/11/1943, Maria Valtorta

[5] “I Quaderni dal 1943”, 10/6/1943, Maria Valtorta

[6] “I Quaderni dal 1943”, 20/8/1943, Maria Valtorta

[7] “I Quaderni dal 1944”, 23/1/1944, Maria Valtorta

[8] “I Quaderni dal 1944”, 25/3/1944, Maria Valtorta

[9] “I Quaderni dal 1943”, 28/10/1943, Maria Valtorta

[10] “I settanta anni di schiavitù babilonese furono permessi per lo sdegno che i molti peccati del popolo ebreo avevano provocato; la distruzione di Sodoma e Gomorra non fu da Dio, nessun male mai viene da Dio, ma sempre e solo dall’inferno, con la complicità e la dissolutezza umana; Sodoma e Gomorra ed altri innumerevoli castighi furono punizioni non promosse ma permesse per il ravvedimento degli uomini. Lo stesso diluvio universale fu provocato dall’inferno con la complicità degli uomini corrotti.”, dagli scritti di don Ottavio Michelini

[11] Segnaliamo la lettura “Non sciupare i doni di Dio”, riflessioni di A.M. Ossi sulla “Christifideles laici” di Giovanni Paolo II

[12] “La via della verità”, “Salve Regina”, 4/10/1984, A.M. Ossi

4.7    La Gerusalemme celeste – Il diluvio di stelle

Scrive S. Giovanni:

Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere.

Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere.

Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco.

E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco. (Ap. 20,12-15)

Interessante è che nello stagno di fuoco vengono gettati la morte e gli inferi, mentre i morti custoditi dal mare di misericordia del Cristo saranno salvi!

Siamo arrivati alla fine. Tutta la creazione viene giudicata, angeli compresi Dice a proposito S. Giuda:

Gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno. (Gd. 6)

Tutto verrà quindi rinnovato, nella condizione ultima e universale.

Dice Gesù a Valtorta, dopo averle mostrato in visione la scena della resurrezione finale:

Quando il tempo sarà finito e la vita dovrà essere unicamente Vita nei cieli, il mondo universo tornerà, come hai pensato, ad essere quale era all’inizio, prima d’esser dissolto completamente. Il che avverrà quando Io avrò giudicato.

Molti pensano che dal momento della fine al Giudizio universale vi sarà un attimo solo. Ma Dio sarà buono sino alla fine, o figlia. Buono e giusto.

Non tutti i viventi dell’ora estrema saranno santi e non tutti dannati. Vi saranno fra quei primi coloro che sono destinati al Cielo ma che hanno un che da espiare. Ingiusto sarei se annullassi ad essi l’espiazione che pure ho comminata a tutti coloro che li hanno preceduti trovandosi nelle loro medesime condizioni alla loro morte.

Perciò, mentre la giustizia e la fine verranno per altri pianeti, e come faci su cui uno soffia si spegneranno uno ad uno gli astri del cielo, e oscurità e gelo andranno aumentando, nelle mie ore che sono i vostri secoli - e già si è iniziata l’ora dell’oscurità, nei firmamenti come nei cuori - i viventi dell’ultima ora, morti nell’ultima ora, meritevoli di Cielo ma bisognosi di mondarsi ancora, andranno nel fuoco purificatore. Aumenterò gli ardori di quel fuoco perché più sollecita sia la purificazione e non troppo attendano i beati di portare alla glorificazione la loro carne santa e di far gioire anche la stessa vedendo il suo Dio, il suo Gesù nella sua perfezione e nel suo trionfo.

Ecco perché hai visto la terra priva di erbe e alberi, di animali, di uomini, di vita, e gli oceani privi di vele, distesa ferma di acque ferme poiché non sarà più necessario ad esse il moto per dar vita ai pesci delle acque, come non più necessario calore alla terra per dar vita alle biade e agli esseri. Ecco perché hai visto il firmamento vuoto dei suoi luminari, senza più fuochi e senza più luci. Luce e calore non saranno più necessari alla terra, ormai enorme cadavere portante in sé i cadaveri di tutti i viventi da Adamo all’ultimo figlio di Adamo.

La Morte, mia ultima ancella sulla Terra, compirà il suo ultimo incarico e poi cesserà d’essere essa pure. Non vi sarà più Morte. Ma solo Vita eterna. Nella beatitudine o nell’orrore. Vita in Dio o vita in Satana per il vostro io ricomposto in anima e corpo.[1]

Torniamo al punto 1.2 e rileggiamo S. Agostino:

In noi si distinguono le tenebre che fummo una volta e la luce che siamo diventati.

Ce ne eravamo accorti? Parla già come se il giudizio fosse stato fatto! Torniamo dunque al primo Fiat. La Genesi, dopo il “Sia la luce”, così prosegue:

Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. (Gn. 1,4-5)

È già annunciato il giudizio finale. La separazione del bene dal male, in eterno. Il diluvio di stelle, angeli e uomini che, per voler essere superbamente come Dio, sono stati precipitati nell’inferno.

La fine del cerchio si salda con l’inizio. E la creazione, nel percorrere questo cerchio della rivelazione divina, compie la sua scelta separando la luce dalle tenebre.

Un cerchio lungo il quale, come abbiamo visto[2], vi sono tre montagne da scalare: l’Oreb, il Calvario e Sion, che formano le tre punte del triangolo della SS. Trinità, dove alla base si trovano le tre pietre angolari su cui è “inciampata” tutta la creazione.

Dice infatti la Scrittura:

La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo. (Salmo 117,22)

La prima pietra, quella del Padre, la troviamo grazie a Giacobbe, ed è segno dell’alleanza con il popolo di Israele:

Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.

Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.”

“Ecco il Signore gli stava davanti e disse: “Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra. Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t’ho detto”.

Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo».

Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».

“Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. (Gn 28,11-18)

Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima. (Gn. 28,22)

La seconda pietra, quella del Figlio, la troviamo descritta nel Vangelo di S. Matteo ed è segno della nuova alleanza con il popolo cristiano. Occorre molta attenzione nel leggerla[3]. Chi parla è il Padre attraverso il Figlio, che parla sì a Pietro ma, quando parla di “questa pietra”, si riferisce in realtà a Gesù, il suo Figlio fatto uomo:

E io ti dico: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. (Mt. 16,18)

Scriverà più tardi lo stesso Pietro, dopo aver compreso la verità nella sua essenza:

Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio. (1Pt. 2,4)

Possiamo ben dire che è comunque Pietro su “Pietra”!

La terza pietra invece, quella dello Spirito Santo, la troviamo nell’Apocalisse e segna la nuovissima alleanza con l’uomo rinnovato in spirito e verità:

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio.

Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. (Ap. 21,10-11)

È la pietra della deificazione! Scrive la Ossi:

Non temere anima mia! Ormai, sono Io che passo in te, sei tu che passi in me. Ed ora, si sale, si sale, incontro allo splendore della “città benedetta”, sul monte di Sion, ove il tuo passo sarà lieve come neve, ove sarò Io a donarti gli aromi del più gioioso e splendido giardino, poiché è l’Eden della Nuova Aurora. È giorno di resurrezione per l’umanità benedetta che, passo passo, faticosamente ma con amore, ha saputo interiorizzare il mistero della mia gloria, presente e futura.

Primavera, dunque, della pace universale, nella gioia del mio ritorno in te ed in tutti, per te e per tutti.[4]

Sono dunque tre le pietre che sono state scartate da coloro che, ritenendosi dei costruttori, hanno peccato di superbia, poiché, come dice la Scrittura:

Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. (Salmo 126,1)

Solo onorando e venerando Maria, la creatura per eccellenza, la quarta pietra, sarà possibile nel giudizio finale l’estremo pentimento…

Tutta la gloria e l’onore vanno date sempre e solo alla SS. Trinità! È solo l’umiltà infatti, fino al sacrificio della propria volontà, l’unico merito che la creatura può aggiungere ai doni del Creatore per potere scalare le sue montagne. Scrive in merito il Montfort:

La Madonna è il vero paradiso terrestre del nuovo Adamo, di cui l’antico paradiso terrestre era una semplice figura…

In questo luogo divino… scorre il fiume dell’umiltà che, nascendo dalla terra, si divide in quattro rami – le quattro virtù cardinali – e irriga tutto questo luogo incantato (cfr. Gen. 2,8).[5]

Eccoci giunti al “quarto angolo” della SS. Trinità, alla quarta pietra angolare, il quarto monte da scalare per giungere alla fonte dell’umiltà, apparentemente nascosto ma costantemente presente durante tutta la storia della creazione: Maria.

Non potevamo certo dimenticare il monte Zalmon,[6] che il Montfort ci rivela, parlandoci dei missionari figli di Maria:

Li renderai più bianchi della neve dello Zalmon, la montagna di Dio, fertile e lussureggiante, solida e compatta, dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre. Signore, Dio di verità, chi è questa misteriosa montagna di cui riveli tante cose mirabili, se non Maria, tua cara Sposa? Lei è la montagna che tu hai eretto sulla cima dei monti più alti, le sue fondamenta sono sui monti santi.” “Su questa montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre vi dimora, il significato delle otto beatitudini. Su questa montagna di Dio saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno con lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con lui come sul monte degli ulivi.[7]

E con Maria si ha in un qual senso la quadratura del cerchio della rivelazione divina: la ritrovata “immacolatezza” per l’umanità peccatrice. Sempre Maria aggiunge un dono come sovrabbondanza della grazia divina.

Scrive S. Giovanni riferendosi alla Gerusalemme celeste:

La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. (Ap. 21,16)

Descrive anche Valtorta:

Vedo l’incandescente figurazione della SS. Trinità: il Triangolo con cui viene rappresentata ai nostri sensi umani.

Al centro del divino, splendidissimo segno, è Maria SS. nel suo più fulgido aspetto glorificato. Mai l’ho vista bella e gloriosa così. Una fiamma di un candore che spicca sull’ardente Focolare del Dio Uno e Trino. Il suo corpo, volto, mani, veste, è luce. Luce! Luce! Che luce dolce e potente, che bellezza luminosa è Maria, che eterna incorruttibile giovinezza è nella Beata Vergine-Madre! E che umiltà! Che orazione! Ha le mani incrociate sul petto come nell’Annunciazione, il volto alto levato a guardare il vertice fulgidissimo dell’Amore Uno e Trino. Eppure è tutta umiltà. Il giglio è meno candido. Il sole e la luna meno radiosi di Lei. È compresa nel divino Triangolo sino all’altezza delle anche. Il resto del corpo, le gambe avvolte dalla veste paradisiaca, spiccano sul fulgore dell’empireo.[8]

Come avrebbe detto S. Agostino, davanti a tanto splendore:

Capisca chi può, e vengano a chiedere a Te.

Siamo giunti dunque alla fine, ma prima di concludere ricapitoliamo con S. Giovanni, che inizia così il suo Vangelo:

In principio era il Verbo,

il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era in principio presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui,

e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre,

ma le tenebre non l’hanno accolta.” (Gv. 1,1-5)

E termina l’Apocalisse con:

“Il perverso continui pure a essere perverso, l’impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.

Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere.

Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine.

Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all’albero della vita e potranno entrare per le porte nella città.

Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!

Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino».

Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l’acqua della vita. (Ap. 22,11-17)

Sì, lo Spirito Santo e la sua sposa, Maria”, assieme alla Chiesa trionfante dicono: “Vieni, Signore Gesù, a regnare nell’Eden, ora ristabilito nella sua purezza originale!

Ed è tutto!



[1] “I Quaderni dal 1944”, 29/1/1944, Maria Valtorta

[2] Vedi punto 2.4

[3] Tale intuizione è di Domenico Castagnaro

[4] “Gesù Pantocratore”, cap. 21, Anna Maria Ossi

[5] “Trattato della vera devozione a Maria”, par. 261, S. L.M.G. de Montfort

[6] cfr. Salmo 67,15

[7] “Preghiera Infocata”, par. 25, S. L.M.G. de Montfort

[8] “Quaderni dal 1945 al 1950”, 24/10/1947, Maria Valtorta