Luglio 2020

     Satana è persona viva e presente

01/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, sì che mi ami. Il fatto che tu venga sempre a me mi attesta tutto il tuo amore.

Stasera nel Vangelo vi viene presentata l’azione del nemico. Io libero due uomini posseduti da una moltitudine di diavoli e li mando ad occupare dei maiali. Nella mia Chiesa, molti di essa, sacerdoti ed anche vescovi, non credono più alla sua esistenza. Dicono: sono delle credenze medievali a cui la Chiesa moderna nella sua evoluzione e crescita non dà più credito. Affermano che certi fenomeni della mia vita nel rapporto con il maligno, che incontro sul mio cammino e riportati nel medesimo Vangelo, sono da attenersi a problemi psichiatrici, isterici, forme di epilessia, eccetera, per cui non potenziano nessuna difesa contro il suo attacco verso il mio popolo che rimane solo e sprovvisto di aiuti alla potente azione del malefico.

Io ribadisco, Satana con tutti i suoi satelliti è persona viva, presente e perennemente attiva senza posa nello spargere il veleno di distruzione. Come angelo creato ha mantenuto tutti i suoi attributi, le sue potenze spirituali che però usa solo per diffondere il male, dato che è malvagità assoluta, essere esistente in cui non c’è più alito di nessun bene.

Segni e tempi: erano molte le creature che liberavo dal suo possesso. Se vedeste ciò che Io vedo, oggi sono moltitudini, masse che gli appartengono. Si portano i demoni a cavalcioni sugli uomini tenendoli schiavi.

Quando ci sono delle manifestazioni della sua presenza nella persona è ancora cosa buona, dato che è segno che essa si vuole liberare, mentre accade spesso un processo inverso che l’uomo ci conviva bene, diventi un connubio con il male e perciò non risenta di nessun fastidio. Sono ormai divenuti demoni muti che coabitano ed hanno preso dimora in ogni cellula del suo essere. Per effettuare una liberazione ci vogliono comunità religiose, monasteri che preghino, che facciano digiuni e mortificazioni.

In questo tempo sussiste una Chiesa debole che prega poco. I sacerdoti dovrebbero, come guerrieri, stare saldi con le armi di Dio in pugno per porsi a difesa, in combattimento dei propri fedeli.

Per essere però così saldi bisogna vivere in stato di grazia, di santità, una vita segnata dalla penitenza, dalla purezza, dall’umiltà che hanno il potere di schiacciare e cacciare il diavolo perché Io stesso, il Signore, nell’integrità e l’amore del sacerdote vivo ed opero.

È un mondo invasato di vessati, disturbati, ossessionati, tormentati, spesso tacciati di mali psichiatrici perché il diavolo invade soprattutto la mente e il suo pensiero, ma poi ha potere anche sulle membra.

Asia, il popolo che spesso dice di non credere, di essere ateo, ma invece fa ricorso a tutti i riti esoterici dell’occulto, a farsi alleati nel richiamo dei favori del maligno. Quali conseguenze possono poi attendere.

O Africa, Africa che non ascolti, America Latina e molte altre nazioni. Quando vi potrete liberare dalle guerre, dalla fame, dall’ingiustizia, da ogni male se persistete nei vostri riti tribali, se fate mescolanza tra Dio e il demonio. La vostra devozione, le vostre preghiere decadono poiché inquinate dalla sua presenza. O si sceglie l’uno o l’altro.

Il mio Cuore è straziato, dato che la Chiesa ed i cristiani a cui ho dato tutti i mezzi possibili per difendersi e proteggersi dai suoi attacchi, per avere potere di cacciarlo nella superiorità dell’azione divina, come mai non vi ricorrono? Dormono, vivono un sonno malato che appesantisce gli occhi, il cuore, la mente. Non agiscono, sono passivi, apatici, indifferenti e per questo avranno un brusco risveglio quando Satana, che sta marciando con l’intero suo esercito, li attaccherà direttamente con tutte le sofferenze che sta già recando nel mondo.

E la mia Chiesa, che vive nel lassismo, nelle comodità, tra agi, tavole rotonde, congressi e banchetti, come possono salvare così l’umanità?

Nei seminari si formano sacerdoti dotti, ma che non vivono più la spiritualità o è minima, non vengono formati a santità. Cosa potranno dare poi alle mie anime? Giunge anche per la Chiesa ed i sacerdoti un doloroso risveglio.

Io desidero che i figli ancora mi ascoltino, siano preparati. Se vivrete di me vi farete dei lampioni accesi a cui quelli che vi sono intorno, vedendo luce, immersi come sono nelle tenebre e abituati ad essa, riprendano lume e coscienza che smaschera il male per ritrovare la via illuminata da percorrere che porta al mio bene.

Io vengo figli, ritorno e ho potestà di cacciare Satana e tutto il suo esercito di diavoli, adepti e affiliati e sarà così. Quando egli penserà di avere vinto, Io interverrò, ma voi potete procedere al mio richiamo ed evitare tanti presagi e profezie di sciagura in questo tempo nella vostra conversione, perché esse, pur veritiere, sono relative alla loro messa in atto dal comportamento dell’uomo. Dipende da voi, solo da voi.

Vi benedico.

 

     Tommaso ha sempre creduto nella mia Persona

03/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, oggi nel primo venerdì ricordate il mio Cuore Divino che si è fatto tutto piagato, maciullato per le offese e colpi che riceve continuamente dagli uomini, che richiede gridando la sua riparazione.

Cosa può riparare all’offesa fatta a Dio, se non offrire Dio stesso? Non c’è nulla di più prezioso e di valido alla cura delle sue piaghe che l’Eucaristia. Offrite sante comunioni per riparare agli oltraggi e al dolore che mi provocate. Quanto vorrei che le creature posassero il loro capo su di esso e piangano per i peccati con il quale lo hanno ferito. Come desidererei le loro lodi, le loro invocazioni di gratitudine che darebbero sollievo e consolazione.

Se ricevessi tanta cura Io stesso verrei a mia volta ad asciugare le vostre lacrime, a sollevare i vostri di cuori appesantiti da molte pene, a portare ogni mio battito nel vostro dato che ogni mio palpito vi sana, vi arricchisce di ogni suo bene.

Oh, soffro non solo per le offese arrecatemi dai peccati, ma dalla lacerazione che ne vivo poiché quelli che mi colpiscono e infieriscono su di me sono i figli che amo. E sono lacerato dal volerli ricolmare, sempre e comunque, travasando il mio amore e la mia tenerezza su essi, ma dall’altro, nel vedere lo scempio che compiono e la durezza dei loro animi, la mia santa ira vorrebbe agire nella sua potenza, portando tutta la sua purificazione, ma anche il vostro patimento per salvarvi e riscattare dal male arrecato al vostro stesso Signore. Ma poi, poi guardo la mia Santissima Madre che, inginocchiata presso il trono delle Tre Santissime Persone, offre il suo Cuore immacolato e pur esso dilaniato, che piange e le cui lacrime gli si riversano sopra, inondandolo a intercessione di proroga di misericordia per le creature, suoi figli.

Queste lacrime così calde, pure e sante cadono bagnando anche il mio, che si plasma ai suoi desideri materni e pure Io offro il mio Cuore trafitto al Padre mio, a vostra salute e misericordia.

Oggi ricordate anche San Tommaso, il mio Tommaso così screditato, additato tra i miei apostoli come colui che, perché ha dubitato, diviene scusa, giustificazione e motivazione della propria incredulità.

Io ribadisco e ribalto tale visuale. Tommaso mi ha sempre amato e creduto nella mia persona. Si è perso per la paura come gli altri nel tempo della prova della mia passione, ma il suo cuore è sempre rimasto unito al mio, amandomi. Oh, se ha dubitato nella mia poi risurrezione, al mio tocco e alla mia visione ancor più entusiasta e forte nel suo grido “Mio Signore, mio Dio” egli porterà la mia parola e il mio Cuore in terre lontane, sino a donarmi la vita.

Quante volte ha implorato perdono per il suo dubbio che Io subito ho perdonato dinanzi alla sua affermazione di fede e di adorazione.

Tommaso era un uomo pragmatico, concreto, abituato a toccare la materia e plasmarla per creare, dargli una sua forma. Orafo di abilissima fattura forgiava tra le sue mani gioie di finissima arte, veri capolavori molto richiesti dai signori, dai ricchi del tempo ed egli svolgeva questa attività più per amore dell’opera che per il contributo del denaro.

Alla mia richiesta di seguirlo ha lasciato tutto, ma è rimasto in lui il bisogno del tocco e della vista per comprendere le realtà che viveva. Ed è a questo motivo che gli dico: “Metti il dito nelle mie piaghe e sarai credente”. Ed egli ammirò estasiato l’opera creativa di Dio che riforma, nelle piaghe e ferite, una carne gloriosa.

Tommaso è pure l’emblema del dubbio, delle perplessità, delle riflessioni, del pensiero che è alla ricerca. E Io dico che se la ricerca è autentica il Signore dà la risposta nella verità, che verrà incontro ed acqueterà l’anima alla sua pace, sì che come a Tommaso, che continuamente per il resto della sua esistenza e missione mi ha dichiarato e affermato la sua fede, il suo amore ed il suo ultimo soffio di voce è stato ancora: “Mio Signore, mio Dio”, ugualmente sarà per voi.

Vi benedico.

 

     Io dono ai semplici la sostanza della mia Persona

04/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, il Vangelo di oggi afferma come Io mi protenda verso i piccoli e gli uomini, come Dio si compiaccia di riversare su di loro la sua sapienza, la sua conoscenza, i suoi segreti. I piccoli sono aperti, disponibili, accoglienti, così poveri di sé che amano sentirsi ricolmare dalla mia attenzione e delle mie ricchezze che su essi riverso.

I grandi, gli scienziati, i dotti del mondo sono ripieni e sazi della conoscenza e del loro sapere, così chiusi in sé stessi che mi rifiutano o ritengono inutile e superata la mia conoscenza, o ne fanno una visione distorta che non possiede la mia somiglianza e la mia autentica rivelazione.

Io dono ai semplici, agli ultimi, agli scartati di questa terra, quando i loro animi mi si aprono, la sostanza della mia Persona, li faccio conoscere le viscere del mio essere per la profondità di ciò che sono e rappresento: qual è il mio pensiero, il mio modo di amare, li assimilo ai miei sentimenti facendoli parte di me. Li fondo a me nei segreti, nelle rivelazioni date, alla natura degli attributi divini che sono la mitezza, la bontà, la misericordia, il perdono.

Chi sono stati gli uomini che per prima erano presenti e partecipi della mia nascita? Dei poveri pastori. A chi parlavo, da chi accorrevo nel mio apostolato e nella mia predicazione se non al popolo, alle genti oppresse, disagiate, dominate dall’ingiustizia dei potenti? Come li ho compresi e li comprendo oggi.

Ho sempre partecipato del dolore e della miseria che spesso i poveri conducono sino a perdere la dignità della propria umanità ed è per questo Io vengo per arricchirli dei miei tesori spirituali, portando in dono la mia persona. Infondo il mio amore in essi per far sì che trovino pausa e ristoro alle loro croci, ne prendo il peso per alleggerirli, per aiutarli, perché non esistono schiacciati, ma sentano sempre il profumo, il sapore, l’azione mia che dà forza e allieta il loro peregrinare sulla terra.

Chi sono stati i santi, a chi è apparsa la Madre mia? Alle creature semplici, indifese, povere, spesso sprovvedute di tutto, ma che in Dio hanno compiuto opere grandi.

Ora il nemico sta radunando l’intero suo esercito formato dai potenti, dai ricchi, dagli influenti della terra per fare il suo scontro finale. Io sto formando il mio, fatto con i piccoli, gli umili, i poveri. Tra le due parti, come in tutte le battaglie, ci saranno delle perdite, ma l’esito finale della vittoria è mio e con me quelli che mi hanno seguito e partecipato per annichilire Satana e il suo regno scuro e gridare forte: guarda con chi ho vinto, con i minimi con i piccoli. Essi hanno creduto in me e ricevuto la mia forza.

Pure quest’opera di Gocce di luce è mia e mi rivelo in essa tramite le mie parole per dare formazione alle vostre anime, secondo il mio spirito, e uso una piccola creatura e tramite lei per poter giungere a voi tutti ed altri che poi verranno.

Sappiate che rimarrà solo chi si fa umile, poiché solo nell’umiltà si accolgono e si vivono i miei insegnamenti. Passato il periodo iniziale della curiosità e dell’entusiasmo, c’è poi la scelta di seguirmi realmente e seguirmi vuol dire perdere sé stessi per far vivere me, per poter formare una Chiesa che porti la verità di ciò che sono e si plasmi al mio Cuore. Deve innalzarsi il mio incenso nella santità, la dolcezza nel mio amore, l’agire nell’opera nella mia santa volontà.

Vi benedico.

 

     Nel lavorare il legno era prefigurata la mia missione

05/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi ed Io vi ristorerò.

Chiamo i crocifissi, i derelitti, i sofferenti, coloro che patiscono e di me portano significato. Quante grida mi giungono fino al cielo: “Signore, non ce la facciamo a portare questa croce, è troppo dura, è troppo pesante” e vogliono il mio aiuto ed ecco, Io vengo in soccorso, dato che ne hanno bisogno.

Non vado dai gaudenti che si perdono nel riso fatuo del mondo e non mi cercano, poiché di me credono di non avere nessuna necessità.

Io voglio essere per voi un’oasi, un ristoro, l’acqua fresca che disseta la vostra gola riarsa nel cammino, il nutrimento che ritempra le vostre membra, il sostegno della mia mano che vi indica la via certa per non perdervi e demoralizzarvi.

Figli, Io vi chiedo di essere parte di voi. Dovete comprendere non solo a parole, ma incarnare che la vostra croce deve essere parte di me, il vostro pezzetto di legno fa parte del mio universale che solo nell’abbandono e nella fiducia, se data a me, si fa un giogo leggero e soave e non vi schiaccia. Lo capite con le parole, ma fate difficoltà nell’incarnare tale realtà nella mia condivisione.

Come avrebbero fatto tanti santi, beati, benedetti che hanno portato lo stillicidio della propria croce, che hanno combattuto con il demonio lotte aspre, che hanno fondato opere così grandi. Erano povere creature. È stata la loro fiducia, il loro abbandono in me che permettevano che Io stesso vivessi in loro ed operassi. Io sono la santità che gli si sussisteva e si formava.

Voi gridate con lacrime i vostri disagi, le durezze e credete che la croce data sia più grande di quanto possiate portare. Dimenticate che non a caso il mio mestiere sulla terra è stato fare il falegname. Ho cura, sapienza del legno e nel lavorarlo era prefigurata la mia missione. Non solo quella di vivere la mia di croce, ma di costruire ognuna delle vostre, quella proprio adatta a voi. Voi mi direte di non farcela. Allora Io vi imploro: ponetevi sotto la mia di croce, meditate i miei di dolori, innestatevi nelle mie sante piaghe, irroratevi coprendovi interamente del mio divin Sangue. Là verrete con le lacrime di Maria rinfrancati, verrete partoriti alla vita nuova della grazia. In voi si formerà questo abbandono e questa fiducia che vi rende atti a condividere con me e lasciare entrare al mio possesso.

 Venitemi dietro. Io porto la croce del mondo e contengo tutti. Voi, piccolini, se siete piccoli mi venite dietro, seguendo, camminando sulle mie orme che vi precedono e vi conducono direttamente al regno ove la vostra croce, così ora secca, arida, dolorosa si plasmerà al cielo per divenire una pianta maestosa della sua più piena fioritura di cui lo sguardo del Padre e di tutti i suoi beati si rallegreranno.

Vi benedico.

 

     La purezza rende cristallina la persona

06/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, oggi ricordate la mia piccola Marietta, Santa Maria Goretti, che ha lasciato che il suo corpo fosse martoriato dei colpi mortali del suo omicidio pur di non perdere la sua innocenza e non solo, ha donato il suo perdono e la sua offerta di vita per la salvezza di chi la uccideva. Quel sangue che Marietta ha versato ha lavato tanto sudiciume, molto peccato, particolarmente quello della carne che pur in quei tempi imperversava. La melma delle paludi e il suo infettare erano segni dell’inquinamento fisico e morale vissuto dalle sue genti.

Ella ora passeggia tra i gigli del cielo, premio del suo sacrificio che non verrà dimenticato, mentre per coloro che si ostinano a persistere nei peccati della lussuria saranno i cancellati di ogni memoria che continueranno ad essere sbranati dai morsi del diavolo, che negli inferi sbraneranno lacerando continuamente prima le loro anime e poi dopo insieme i loro corpi.

Oggi la verginità è un disvalore. Appena fanciulli si va alla ricerca di ogni godimento lussurioso, si affretta di perdere l’innocenza infantile che è già inquinata sin dalla tenera età dalle cose che guardano, dai giochi che fanno, dalle parole che usano. Non c’è insegnamento alla purezza, creduto intralcio della propria libertà individuale.

Il peccato della carne sventola come valore inneggiato, osannato in ogni dove. Si pecca senza pensare quanto ciò sia costato alle mie membra scorticate, strappate dalla pelle sino a scorgerne le ossa. Espiazione patita per far sì che le creature abbiano la fortezza di mantenere la purezza o che nel mio Sangue si lavino per riacquistarla. Non si pensa ai martiri che hanno dato la vita per mantenersi fedeli al mio precetto.

La purezza rende cristallina la persona, è riflessa nel suo sguardo la sua trasparenza, comporta onestà, lealtà anche nel suo comportamento. Rende retti nella giustizia e Dio riconosce il suo profumo, dato che nella sua limpidezza egli può trasmettersi e quand’anche una creatura ne cada per debolezza, ella ne comprende la gravità e ha subito desiderio di emendarsi, desiderio del mio perdono ed Io ho podestà di riportare le sue lacrime di pentimento con il mio Sangue divino che si uniscono, di purificare e cancellare il peccato riportando una verginità perduta interiore, un modo di vivere che riflette tale luce nel quale sono e ne dirama il suo chiarore intorno a sé.

La castità è pure nel matrimonio, che non deve ricadere nelle oscenità. Deve fruire in un amore donativo che partecipa nell’amore dei propri sentimenti.

 Invocate l’immacolatezza di Maria. Ella vi ammanta di sé, del suo candore, fa discendere i suoi petali di grazia, di chiaro splendore, per far sì che le genti ritornino a adornarsene. Nella purezza ritrovata, le creature ritrovano la propria dignità di uomini veri, tempi dello Spirito Santo nel quale discendo e vivo.

Vi benedico.

 

     Il mio grido è l’urlo forte e straziante del mio dolore

08/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, stasera vi viene detto: “È tempo di cercare il Signore”. Il tempo è grave, è urgente, è tempo di cercare il Signore. Vi rimane ancora la possibilità della scelta.

Richiamo fortemente i sacerdoti, anzi grido che si sveglino dal loro sonno, dal loro torpore e indifferenza che si pongano a cercarmi per ritrovare il senso del loro sacerdozio e non solo a cercare me, ma porsi a cercare le pecore perdute di Israele. Il mio popolo ormai è abbandonato a sé stesso,

Io andavo peregrinando senza posa per sanare malati, ossessi, per portare la lieta novella. Essi debbono ripercorrere, passando sulle mie orme, per seguire l’opera del loro maestro. Ho chiamato gli apostoli ad andare per il mondo per essermi testimoni, a cercare le anime per portare loro il mio annuncio e la mia sanità.

È stato dato il potere al sacerdozio di operare guarigioni e liberazioni. Ma che fanno? Io vedo tutto e li vedo perlopiù addormentati. Sono pochi quelli che operano ancora nel mio nome, con amore e carità verso di me e il prossimo. I più girovagano nel vuoto, disperdono le giornate a fare cosa? Quando si troveranno dinanzi a me, dinanzi alla mia ira santa, ove si nasconderanno, con che si giustificheranno?

Vedo anziani soli, mai visitati, malati che non ricevono sacramenti, seppur li attendono. Giovani senza punti di riferimento gettati nelle piazze, nelle strade, nelle mani del nemico. Famiglie spezzate.

Voglio che i miei ministri vadano a cercare il loro Signore nelle anime che stanno agonizzando nello spirito disperse, che si ritemprino, che prendano forza, energia ogni giorno adorando la mia Santissima Persona, che preghino con intensità e ricevutomi vadano senza posa nel cammino della loro ricerca per ricondurli a casa dal Padre loro.

Il mio grido è l’urlo forte e straziante del mio dolore, che se anche lo recepiscono, ma che se anche recepissero non lo ascolterebbero poiché nei loro cuori, fattisi duri, più Io non vivo e non ne portano i miei lineamenti.

Venite a me, figli miei, voi che ancora un poco mi ascoltate. Fatevi più ardenti, ricevete offrite per quanto vi sia possibile le comunioni, fate digiuni di ogni tipo per salvare i vostri cari, le vostre famiglie, i vostri conoscenti e amici, dato che, come dice la Parola, giungerà un tempo nel quale uno verrà lasciato e l’altro, che viveva accanto a voi, preso. Non fate che questo tempo vi trovi impreparati.

Io do continuamente segno della mia presenza nella vostra sussistenza. Vi offro ogni giorno la mia Carne su tutti gli altari del mondo. Vi attendo nei tabernacoli, do perdono nella mia misericordia, vi offro ogni bene per vivere.

Se vi fosse tolta l’aria con che respirereste? Se vi fosse tolta la luce, come vivreste nelle tenebre? Se vi è tolto il pane e gli altri alimenti, come vi sfamereste?

Io vi colmo di beni, ma voi innalzate idoli al demonio.

Come nella prima lettura, in Israele le terre erano feconde, i frutti abbondanti, ma il popolo ne dava gloria ai suoi idoli e non al Signore Iddio che ne era l’artefice.

Oggi inneggiate al nemico e siete dormienti, dimentichi, Chiesa e popolo mio.

Cosa dovrò fare? Non potrò che ricorrere alla giustizia per dare ancora salvezza all’umanità.

Vi benedico.

 

     Stasera parlo in parabole alla folla

18/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria gli eventi parleranno da soli e ne comprenderete il tempo e ciò che dovrete fare e ove andare, ma ricordate il vostro rifugio sono Io.

Stasera parlo in parabole alla folla. Le parabole a voi conosciute del grano e la zizzania, del granello di senapi e del lievito lavorato con la farina. Parlo in modo velato per far sì che le persone si facciano più introspettive nella ricerca del senso più profondo del suo significato, ma anche Io stesso ne do chiarimento.

Ecco, Iddio ha creato il mondo ed ogni cosa creata è cosa buona. Ha creati campi e steli di grano perché crescano e si facciano ricolmi di chicchi. Ha dato il seme di senapi, che è piccolo, ma in una terra fertile in modo che cresca e si faccia pianta grande e rigogliosa, il cui frutto è copioso. Vi dona un lievito sano con le sue di proprietà perché nasca un pane fragrante, pronto ad essere di nutrimento.

A tutti e tre è richiesta la crescita della produzione che si evidenzia nel periodo della mietitura del grano, nel raccolto dei frutti, nel pane cotto e buono dato da mangiare.

È egli che offre la materia prima e la fa crescere, ma ha bisogno del vostro abbandono e della vostra fiducia alla sua opera in voi, al suo lavoro che si moltiplica nell’abbondanza tramite la sua santità.

Alla sua azione però interviene sempre il diavolo in contrapposizione, sì che tra i campi di grano sparge la sua zizzania in modo che le sue erbacce lo soffochino. Sulle piante e sui frutti manda i suoi parassiti, ogni genere di insetti nocivi perché si ammalino e diano frutti marci. Nel lievito cerca di inalare e fondere il suo veleno perché ne nasca un pane guasto che avvelena.

Cosa fare? Affidatevi a Dio, cercate il suo aiuto ed egli interverrà a vostra difesa, sicché non permetterà che la zizzania in voi prevarichi e possa vederne l’opera nelle distese di vasti campi di messi dorate che ondeggiano e che si compiace di accarezzare mente li attraversa. Si poserà accanto alle piante soffiando per cacciare tutti gli animali che l’infettano e contemplarne la maturazione dei suoi saporosi frutti, sì che si alletta nel distendersi e nel riposarsi alla loro ombra e assaporarne il gusto. Non permetterà che il veleno del maligno intacchi la sostanza pura del suo lievito, dato che egli stesso la impasta lavorandolo nella farina, in modo che ne mantenga il suo nutrimento a sanità, ed egli se ne rallegra al gusto, alla sua cottura, assaporandolo nella sua fragranza.

Perennemente all’azione di Dio c’è la risposta dell’agire che si contrappone del diavolo. Il Padre crea, egli distrugge. Ma chi in Dio si rifugia, troverà il suo riparo e il suo sostegno nonostante la lotta tra gli spiriti, tra il bene il male, la santità e la perfidia.

Iddio è paziente, dato che sa che per i malvagi c’è un’unica opportunità di riscatto in questa vita e che giunge presto il tempo del giudizio nella mietitura, nel raccolto, nel nutrimento del pane e ognuno riceverà e andrà nel luogo a seconda di ciò che ha prodotto ed è.

Chi entrerà la dispensa celeste del giardino delle delizie, perché si è fatto elemento buono.

Chi divenuto paglia ormai secca e inutile, frutti e pane guasti, buttati nel fuoco poiché inservibili. Tragica sua sorte quella all’inferno e che la Chiesa poco nomina, dato che, se non per amore, almeno per timore di precipitarvi le anime sarebbero più accorte.

L’inferno, luogo oscuro e terribile, creato da Satana stesso, ove non varca un filtro di luce, ove il suono sono le continue grida di dolore e bestemmie. Ognuno nel suo stadio a seconda del peccato e le colpe commesse e la malvagità vissuta sulla terra. Non c’è più speranza. Nessun cambiamento a un bene, ove il terrore di essere colpiti e percossi con ferocia dai diavoli e dagli altri dannati non ha riparo ed è continuo.

Ai suoi abissi c’è Satana e con lui accanto le anime di quelli che hanno abusato, dissacrato, tradito le cose sante, che hanno attaccato Dio stesso e sono perlopiù uomini di chiesa e più sale la sacralità del ruolo avuto, la sua responsabilità, che si accresce la sofferenza da patire. Essi, come Giuda, hanno tradito me a cui avevano giurato di servire e si sono dati al nemico. Con loro nella stessa pena sono quelli che hanno oltraggiato l’innocenza. Ora e per sempre vengono sbranati e tritati dai suoi denti in un’operazione perenne, senza pause nel termine. Potete capire cosa sia per sempre?

Se per un martire la pena è per un po’, negli inferi è infinita, non ha più misura né tempo.

Affidatevi all’amore di Dio che è il Padre che vi ama, che vi vuole nella sua casa a gustare delle sue soavità e dolcezze. Lasciate che egli operi in voi. Vi farà grano, frutto, pane degni del cielo. Iddio lo compie, ma a voi la risposta.

Vi benedico.

 

     Verrà offerto all’umanità il segno estremo di Giona

20/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, nel Vangelo di stasera mi viene chiesto un segno, che dia una manifestazione portentosa per far sì che credano in me. Io elevo alta la mia voce e grido: “Questa generazione adultera e perversa ha l’ardire di chiedere un segno, ma non riceverà che il segno di Giona”, dato che al suo richiamo di conversione Giona fu ascoltato e la città di Ninive si convertì, mentre ora che avete dinanzi a voi il vostro Signore non date ascolto. Persino la regina di Saba partì da terre lontane per ascoltare la sapienza di Salomone e voi avete alla vostra presenza la sapienza divina, ma non mi accogliete.

Quale sarà questo segno simile a quello di Giona, che fu inghiottito dalla balena, vivendo nell’oscurità delle sue viscere per tre giorni prima che tornasse alla luce? Questo segno sono Io che discendo in profondità nel cuore della terra prima che giunga l’esplosione della mia resurrezione.

A questo motivo le antiche città si ergeranno a condanna verso il popolo dei miei tempi e quelli dei vostri, dato che molto avete ricevuto ma non avete voluto né ascoltare e né accogliermi e per questo la pena sarà maggiore.

Tuttora gli uomini continuano a dirmi: “Signore, dacci un segno e non potremo che credere in te” ed Io ancora intimo: “Generazione più adultera e malvagia di quella dei miei tempi terreni, cosa vi devo dare?” Anche se apparissi con la mia persona, se aveste in visione dinanzi ai vostri occhi la presenza del vostro Dio, forse che credereste? No, vi dico, per molti ci potrebbe essere un iniziale entusiasmo, ma poi rivolgerei all’ascolto, richiamando la mia parola, riporterei attenzione all’insegnamento del mio Vangelo che di nuovo verrebbe rifiutato, poiché esso richiede l’impegno al cambiamento e alla conversione e nel suo rifiuto ci sarebbe rigetto di me, vostro Dio

Vi dico come ultima ancora di salvezza per il ritorno a me vi saranno dati sì segni dal cielo, per avvertire ancora l’uomo, ma per la massa verranno date a risposta spiegazioni scientifiche razionali perché non si vorrà accettare ciò che supera la propria ragione e con essa una spiegazione che debba ammettere la superiorità di una dimensione divina che la testimonia.

A questa motivazione verrà offerto all’umanità il segno estremo di Giona, che sarà nei tre giorni nelle tenebre, inghiottita dalle balene che saranno i diavoli liberi di venire a sbranare, a fagocitare gli esseri umani finché non giungerà il termine al mio permesso e con esso la luce di un nuovo giorno. Sarà nei tre giorni nel chiuso delle profondità, negli anfratti della terra, finché non giungerà l’esplosione della risurrezione a nuova vita.

Non c’è altra via dato che i richiami sono stati molti, ché la mia Santissima Madre quante volte è apparsa a donare il suo invito alla via del cielo. Quante grazie e tesori divini di cui vi ha colmato la Chiesa e che perlopiù sono stati considerati con indifferenza o calpestati, se non usati male.

La mia voce ancora chiama, ancora vuole parlare al cuore dell’uomo pur tramite questi miei messaggi, ma quanti vogliono ascoltare, quanti farsi miei megafoni per portare la mia voce ovunque, quanti vogliono plasmarsi ad essa per divenire i segni viventi della mia presenza su questa terra?

Vi benedico.

 

     Le storie dei miei amici si fanno luce per il prossimo

22/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, per quel che chiedi, per la storia passata di gocce di luce che è a te legata, Io ti dico: “Tu sei Eucaristia, tutto di te non ti appartiene e viene dato in pasto da mangiare per far sì che gli altri se ne nutrano”. Tu vorresti rimanere ancora nascosta e vivere, come gli altri, la tua vita nel privato per paura di esporsi al giudizio, ma le storie dei miei amici ed amanti vengono esposte e pubblicate perché si facciano luce e via da seguire per il prossimo.

Nelle tue vicende, nelle prove vissute, nel percorso nel quale ti ho formato e formo ti conduco dalla tua miseria umana alla mia sequela divina mediante il mio rapporto d’amore, ma intessuto da prove nello spirito, attacchi del maligno, necessità normali dell’esistenza, nelle quali le anime possano rispecchiarsi, comprendere quale è l’agire di Dio che porta ogni anima verso la sua conoscenza e la santità. Per questo puoi delineare a grandi linee ciò che è importante mettere in rilievo nei tempi da te vissuti, in modo che ne comprendano la risposta che Io ti offro nel dialogo.

Per il linguaggio amoroso nel quale Io mi intrattengo, dico: forse che scandalizza? Esso va dichiarato apertamente. Non avete letto il cantico dei cantici, i brani di santi, di mistici, di anime benedette che hanno ricevuto da me, loro Signore, manifestazioni, accenti di tenerezza e ardore che hanno trasmesso a voi ricambiando nell’enfasi d’amore vissuta con Dio?

L’amore divino che Io voglio è una spontaneità partecipata tra la creatura e il suo creatore, tra la sposa e lo sposo che usa le espressioni più tenere, più intime per esprimere tale amore e legare l’anima a sé.

Sappiate che essi saranno i dolci colloqui che si vivranno con l’Altissimo che parla alla sua anima beata, che Iddio ha un incendio di passioni che arde e che vuole riversare perché lo amiate, che le anime stesse nei cieli parteciperanno fondendosi l’una nell’altra e in questa fusione non c’è in essa nessuna forma di concupiscenza come voi la intendete, perché tutto è spiritualizzato e vive di santità, purezza e divinità. È proprio questa fusione nell’amore con Dio e le anime tra loro che donerà il vero gaudio in eterno.

Vi benedico.

 

     Gocce di luce è il mio seme che semino Io stesso

24/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, ecco Iddio ha sempre cercato di parlare all’uomo sin dagli albori del suo intelletto. Ha parlato nell’antichità per mezzo dei profeti e poi al suo giusto tempo Io sono venuto a dare la parola, perfezione e compimento. Ma la santa parola con il mio Vangelo non si sono arrestati, hanno continuato a parlare arricchendosi, sviscerando i suoi contenuti, entrando le sue profondità tramite i dottori della Chiesa, rivelazioni dei santi, rivelazioni private autenticate dalla Chiesa stessa, dato che la loro veridicità è che riportano sempre al suo centro, alla sua essenzialità nella sacra Bibbia, e al mio insegnamento, nell’integrità e nella verità del suo contesto.

Nel susseguirsi dei secoli la mia parola viene declamata continuamente nelle chiese e nei luoghi di culto, ma oggi le loro assemblee si sono svuotate. Quanti ormai partecipano alla santa Messa?

La maggioranza dei giovani nemmeno conoscono la parola di Dio. A questo motivo Io cerco sempre nuovi mezzi per riportare la sua attenzione e conoscenza ed uso anche questa mia opera che essa vi riporta per amarla.

Gocce di luce è il mio seme che semino Io stesso ed avverrà così come narra il Vangelo di stasera, nel quale spiego la risposta data al lavoro del seminatore che, sparso ovunque il seme della parola, sia su terreni rocciosi, aridi ,aggrovigliati dai rovi, impervi, su terre buone, inizialmente è accolta dai più con entusiasmo all’ascolto, ma poi quando giungono i problemi, le difficoltà della vita, le prove, l’insidia del nemico la abbandonano o la soffocano poiché attratti dal mondo e occupati alle sue preoccupazioni.

Lo stesso accadrà per gocce di luce che si cercherà di spargere ove sarà più possibile e cadrà sulle varie tipologie di terre, su ogni svariata forma di anima e cuore e, per la maggiore, inizialmente ci sarà curiosità, fervore ed entusiasmo, ma poi quando inizieranno i problemi, i disagi, l’impegno, il nemico che mette alla prova la propria resistenza molti lasceranno. Ci sarà, quindi, man mano una selezione dalla quale si trarrà la terra buona, sulla quale Io mi poggerò e vi edificherò una casa grande nella quale far abitare i figli che vi feconderanno una discendenza benedetta che incarnerà la mia parola, divenendo il mio popolo.

Per queste sorti miei operai, siate saldi e non timorosi, perseveranti e non incostanti fedeli non fuggitivi dato che Io, il Signore, vi sostengo, vi recinto tutto intorno e vi faccio andare oltre tutte le difficoltà, vi ricopro del mio amore che è unico e la ricompensa che riceverete sarà grande.

Vi benedico.

 

     Non dovete temere per i tempi che verranno

25/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, non dovete temere e starvi da angosciare per i tempi che verranno. Quel che è stato profetizzato per coloro che non si convertiranno accadrà e ne sarete testimoni, ma chi è con me non tema e viva sereno ogni giorno, non ascolti e non guardi né a destra né a sinistra, ma solo sia fisso il suo sguardo su di me.

Ecco alla mia richiesta su cosa desiderasse Salomone, egli non chiese né ricchezze, né lunga vita, ma il saper discernere il bene dal male per saper lui, così giovane, governare un popolo tanto numeroso. A tale risposta gli viene accreditato un dono che è nobile poiché non si piega sé stesso, ma è per il bene comune. Viene offerto un cuore saggio, come non ci sarà più simile sulla terra.

Il Vangelo vi pone una domanda: “Voi, cosa desiderate?” Un uomo vende tutti i suoi averi per comprare un campo dove aveva nascosto il suo tesoro. Un altro ha trovato una perla così preziosa che vende anch’egli tutti i suoi beni per acquistarla.  Qual è per voi il vostro tesoro, quale la perla preziosa?

Se analizzate le vostre coscienze avete già pronta la risposta dato che, come dico in un’altra parte del Vangelo, dove avete il vostro tesoro lì ci sarà il vostro cuore, ciò che più desiderate.

Io vi richiamo al centro, alla scelta della ricerca dell’assoluto bene, a cosa siete disposti a dare per avere ciò che è prezioso e cos’è per voi la ricchezza da ambire, sì da giocare per essa la vita e la salvezza dell’anima e la conquista dell’eternità e per essa siete disposti a fare delle scelte che siano radicali, forti, esigenti perché, come affermo altrove, seppur possederete il mondo intero, ma perderete la vostra anima, che senso avrebbe avuto la vostra vita?

Viene presso il giudizio, non solo quello della fine dei tempi di cui si parla stasera, quello personale e quello intermedio che sta per venire ed è il giudizio di questo tempo malvagio, con chi lo ha scelto e si è fatto sua immagine, e avverrà come descrivo nella pesca che ripiena di abbondante pescato avrà una selezione. I pesci cattivi, ormai inutili, gettati al fuoco e buoni posti nella sacca pronti per essere portati alla mensa del Re.

Quel che ne soffro non è per me, Io sono il Signore e tale rimango, ma per la perdita delle anime poiché perso me nella loro scelta insipiente e nel loro desiderio del mondo perdono tutto, ma mi consolo nei pesci buoni, nelle anime che hanno dato il primato della sapienza divina, per cui non temete.

Questi tempi, pur nel loro dolore, vi dovranno solo trovare pronti, vigili nella grazia. Ricordate: cosa ne faccio dei pesci buoni? Li pongo nella sacca della mia protezione. Quelli destinati al martirio, il loro nome è già scritto e andranno subito alla gloria. Gli altri saranno da me protetti per la ricostruzione di una terra nuova, saranno spettatori dell’inizio di un’era di pace, di grazia.

Vi benedico.

 

     Farà tutto l’Onnipotente: a voi è richiesta la disponibilità

27/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, la parola sarà copiosa.

Ecco nel Vangelo continua ad insegnare in parabole. La parabola del seme di senape, il più piccolo dei semi che diventerà una grande pianta. La parabola della farina lavorata e impastata nel lievito perché fermentando cresca e si faccia pane. Chiedo ad esse la crescita a secondo della sostanza che è generata dal Padre perché giunga a compimento la sua funzione.

È simile all’evolversi della cellula fecondata nel grembo materno. Essa è già impermeata e fusa allo spirito. Pur piccola, possiede l’interezza del suo potenziale vivente, che nella sua evoluzione è crescita, sì da farsi bambino completo che nella sua maturazione può nascere. Come può avvenire questa crescita per maggiorarne il frutto? Essa avviene nelle mani del signore Iddio che ne ha plasmato dei suoi don,i che debbono svilupparsi per essere resi atti all’adempimento dell’opera nel disegno che ha per ognuno di voi.

È Iddio il contadino che cura la terra per far sì che il seme, pur minimo, cresca e si faccia pianta utile per dare ombre e sostegno ai molti animaletti che verranno ad essa. Sono le mani del Signore che impastano gli ingredienti creati per aumentare la sua produttività e divenire nutrimento per molti. Alla sua cura richiede alle anime però di essere malleabili. Dovete essere plastici, docili, farvi umili, abbandonati, fiduciosi in lui.

Egli può lavorare e vi forma per lo svolgimento del vostro fine.

Come il bambino nato, che si fa uomo e da uomo naturale deve divenire divino assimilandosi alla sua natura. Tutti gli uomini nascono con dei talenti, tutti, pur quelli che voi considerate creature infelici per il loro handicap. Hanno in sé, nelle loro malattie, un grande valore detentivo di salvezza per le anime che, se offerte a Dio, si fanno opere di santità e ricordano con la loro presenza ai cosiddetti sani quanto sia precaria la situazione umana, quanto sia fragile e tutti nella possibilità della medesima situazione.

Ma i figli degli uomini si impadroniscono dei doni di cui il Padre Santissimo gli ha arricchiti e li nascondono per tenerli a sé, per loro uso, non comprendendo che i talenti dati sono del Signore, di chi li ha generati e a lui devono tornare moltiplicati in gloria, dato che se non evolvono in Dio marciscono, non effettuando ciò per cui sono stati creati. Si fanno marci, lo spiega bene la prima lettura.

Geremia è chiamato dal Signore Dio a comprare una cintura e poi a nasconderla in una roccia accanto al fiume. Passato del tempo lo invita ad andare a riprenderla e la trovò usurata e marcia, per insegnare che ogni cosa da lui creata, se non utilizzata per il bene che deve attuare, diviene inutile, marcisce e va gettata.

O anime. Non fatevi superbe, boriose, vanitose. Quel che avete è tutto generato dal creatore e a lui deve ritornare moltiplicato. Date a lui che incrementerà il prestito datovi nella sua crescita. Se vi affidate, umili e docili, egli opera. Dategli le famiglie, la crescita dei figli, l’apostolato, il lavoro, il sacerdozio. Nelle sue mani tutto germoglierà rigoglioso. Farà tutto l’Onnipotente. A voi è richiesta la disponibilità. Siete disponibili?

Vi benedico.

 

     Il giudizio universale

28/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, tu mi elenchi le creature e le intenzioni per timore di essere ingiusta nel non ricordarmeli, ma Io già so, già tutto mi è presente.

Stasera il Vangelo nella spiegazione della parabola del campo vi preannuncia il giudizio universale, quando Io sarò giudice supremo e maestoso e dinanzi a me saranno presenti tutte le genti, le generazioni, l’umanità di ogni tempo fino alla fine dei suoi tempi.

Le moltitudini immense diranno: “Ma è già giunto il giudizio di cui sentivamo parlare? Lo pensavamo così lontano e irraggiungibile ed invece è già qui, dinanzi a noi, pieni di stupore e di spavento”.

Dai quattro lati della terra suoneranno le trombe degli angeli per annunciarlo è chiamare al suo raduno.

Dagli inferi usciranno i dannati, le anime purganti dalla loro pena, dalle delizie celesti le anime beate e i figli dell’uomo ancora viventi verranno rapiti verso l’alto, verso di me, ed Io alzerò le mani e separerò i buoni dai cattivi, la zizzania dal grano come folate di vento che passeranno tra di loro, separando chi per il gaudio e chi alla sua condanna.

Sarà come nella traversata del Mar Rosso. I benedetti non verranno lambiti dalle sue onde alte e minacciose per entrare nella salvezza. I malvagi, negli egiziani, saranno sommersi dalle sue acque. Avverrà la spaccatura, poiché una metà dell’umanità è colei che ha partorito l’altra, sì che il figlio andrà in un luogo e il padre in un altro. I genitori si separeranno dai figli e lo sposo si separerà dalla sposa, i fratelli dalla sorella, ognuno giudicato secondo la propria responsabilità personale e il proprio vissuto terreno. Sentenza finale decisiva che non avrà più proroghe.

Quanto ho chiamato gli uomini, quanto ancora oggi si eleva la mia voce. Eppure, quanti ascoltano? Sin dai tempi antichi richiamavo le città ad essere fedeli tramite i miei profeti e nonostante Io fossi prodigo e mandassi il sole e le piogge ed ogni sostentamento le genti ricambiavano con infedeltà, ingratitudine, l’ingiustizia e il peccato.

Geremia annunciava la conversione per attestare la mia parola e ne subiva ogni tipo di vessazione, tortura e persecuzione e i miei occhi si ricolmavano di lacrime. Anche queste città saranno dinanzi al mio giudizio. In questo contesto storico forse le cose sono cambiate? Oh no, lo sapete.

Ancora Io piango lacrime amare per l’infedeltà del popolo. Il mio capo non sa dove posarsi per avere pausa. Il mio sguardo non sa dove voltarsi. Quasi ovunque è morte nel peccato, desolazione e devastazione nel male.

Ma Io ancora grido e vi richiamo. Figli, siate desti e attenti. Giunge presto il giudizio. Non bisogna attendere l’ultimo suono della tromba, perché essa squilla in ogni istante e le persone muoiono.

Ascoltate voi, figli miei, non fate che questa mia parola vada dispersa. Siate retti, vivete nel mio insegnamento, seguitemi, siate miei. È ora che dovete preparare il vostro giudizio con la vostra risposta a me per quando giungerà il tempo. Voi oggi la preparate e se mi avrete ascoltato e amato, giunti a me il vostro sguardo si incontrerà nel mio, il vostro sorriso si aprirà al mio sorriso e le vostre braccia a me protese si stringeranno nel mio abbraccio. Allora Io dirò: “Vieni, vieni figlio mio, vieni”.

Vi benedico.

 

     Santa Marta

29/07/2020

Gesù

Mia piccola Maria, oggi ricordate Santa Marta, la mia cara Marta, così sempre indaffarata e solerte, pronta ad accontentare tutti, ponendosi ella stessa a servizio. Era la prima che mi veniva incontro, mi si prostrava davanti e gioiosa, gridava a tutta la casa: “È giunto il maestro!”.

Ella, con Maria e Lazzaro si sentivano onorati delle mie visite e della mia permanenza. Marta faceva in modo che l’ospitalità fosse la più squisita possibile ed era lei che dava ordini ai servi e faceva loro riempire le fontane di acqua calda per potersi lavare. Preparava le stanze per il riposo e faceva in modo, occupandosene direttamente, che il banchetto fosse il più lauto è degno di ricevermi.

Quante volte mi recavo nella casa di Betania e vi portavo i miei apostoli per far sì che si ritemprassero nelle forze per la stanchezza del nostro peregrinare.

Nelle sere d’estate ci ponevamo al fresco sotto le pergolate, intrattenendoci in santi colloqui e cantando inni all’eterno Padre, o l’inverno posti dinanzi alla grande fiamma dei fuochi accesi nelle cucine.

Da lì partivamo rinfrancati e pieni di nuovo vigore riprendevamo il cammino Ma ciò di cui più ci dilettavamo era l’armonia della fede che ci univa, era l’affetto fraterno e del quale come uomo me ne allietavo.

L’occasione però di cui riporta stasera il Vangelo è mesta. Marta mi viene incontro a notizia del mio arrivo, affranta dal dolore, piangendo con veemenza: “Signore, se tu fossi stato qui, Lazzaro non sarebbe morto”. Io avevo sentito il loro grido d’aiuto e quello di Lazzaro morente, ma appositamente non sono accorso perché la sua dipartita non era per la morte, ma per dare glorificazione a Dio, fosse manifestazione agli uomini del suo potere e della sua presenza. Io dissi a Marta: “Tuo fratello risorgerà”, ed ella rispose: “Sì, Signore, so che risorgerà nell’ultimo giorno”. Al che Io ribadì: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me non morirà in eterno. Credi questo?” Marta rispose “Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il figlio di Dio, l’atteso, colui che viene nel mondo” e a questa attestazione di fede e amore Io opero. Chiamo Lazzaro a riprendere vita, lo traggo dalla sua fossa per riportarlo all’esistenza terrena.

È la fede e l’amore che salva. Da un bene ricevuto Iddio ne offre in cambio dandone la sua immensità, offre vita nel sostentamento quotidiano, vita alla grazia e vita eterna. Egli dall’amore umano ne trasfonde il suo divino perché possa filtrare l’uomo a portarne l’intera cura, guarigione e resurrezione. Trae dalla fossa del peccato con la sua morte per darvi vita nello Spirito che solo allora può tornare ad amare e risorgere, dato che è l’amore che porta intorno a sé il suo potenziale di vita nuova e di vita risorta.

Io cerco le case di Betania, ove rinfrancarmi dal lungo cammino sulle strade del mondo alla ricerca degli uomini per ricondurli a me che, come Marta, tornino a corrermi incontro e a dirmi: “Maestro, sei venuto da noi!”.

Cerco amici veri. Come vivere questa amicizia? Andate a lavarvi nelle fontane della confessione, venite a nutrirvi al mio banchetto eucaristico, venite a riposarvi sul mio Cuore e ci intratterremo in dolci colloqui, ci vincoleremo in una santa alleanza. Con me amico voi vivrete di me e chi vive e crede in me non morirà in eterno. Voi sarete risorti.

Vi benedico.

 

     Per essermi seguaci dovete fare la volontà divina

31/07/2020

Gesù

Il Vangelo letto dal sacerdote stasera è questo. “Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. Chi ama il figlio e la figlia più di me non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me”. Su questo c’è stato il messaggio.

Mia piccola Maria, Io sono il crocifisso, il mio segno è nella croce che di me porta significato e chiede ai miei seguaci di seguirmi, ma lo possono nei parametri che pongo nel Vangelo letto dal sacerdote stasera, abbandonandosi nell’assoluto bene che è la volontà di Dio e che per essa si fa prioritaria e antepone tutti i suoi affetti, le sue proprietà e persino la vita nell’accogliere la croce poiché come vi dico, chi non accoglie la propria croce non è degno di me.

Siete chiamati come vi esorta San Paolo ad essere i miei imitatori e se il vostro maestro è intessuto nella croce per aderire al volere supremo del Padre, anche voi dovete ripercorrere i medesimi passi. Molti che chiamo la mia sequela inizialmente sono fervorosi, ma quando per la mia chiamata debbono lasciare i propri cari, i propri beni e dare la loro vita per mio amore mi abbandonano. Quando vedono arrivare sofferenze e persecuzioni mi lasciano.

A questo motivo affermo: “Se volete essere i miei discepoli dovete portare a compimento la costruzione della vostra casa nella sua interezza”, che è il disegno dell’opera che Dio ha per voi, dato che se la lasciate incompiuta, come descrive il Vangelo, non ne veniate derisi o dovendo affrontare la battaglia della fede per esserne vincitori, dovete prima misurare le forze, le potenzialità, le armi nello spirito che possedete per non fuggire sconfitti e amareggiati.

Anche a me era stata palesata la missione della redenzione, ancor prima di venire sulla terra dinanzi al Padre mio, ed era già tutta presente: il sacrificio che ne avrebbe scaturito nelle fughe sin da bambino, nelle persecuzioni del mio insegnamento sino a dover morire dilaniato sulla croce, dando sino all’ultima stilla del mio sangue e delle mie lacrime. Io sapevo ed ho acconsentito. Niente ho anteposto al suo volere e alla vostra salvezza.

Molti diranno: “Signore, ma tu sei Dio!”. Ma l’ho patito nella mia umanità, e proprio perché Dio ancor più profonda e severa la mia pena.

Ma Io mi pongo ad esempio a rimirare la Madre mia, la mia prima discepola che si è tuffata nella pienezza della volontà divina, nella sua adorazione, annullandosi perché si compisse il mio disegno. Non mi ha trattenuto a sé, ma mi ha donato nel suo “sì” perché fossi riscatto, segno che nella mia croce si fa riconciliazione tra Dio e l’uomo. Quale madre ha amato come lei?

Durante il tragitto della via Crucis la Madonna era lacerata dal dolore, avrebbe voluto coprirmi con il suo corpo, donare la sua vita pur di farmi evitare anche il pur minimo graffio, ma nell’adempienza primaria al volere divino non si è accostata, dato che ogni minima o grande ferita non fattami erano tesori sottratti alla redenzione.

Credete voi che ella fosse meno coraggiosa della Veronica?

Ma mi si avvicina soltanto quando Io, ormai prostrato, grido al suo cuore il mio aiuto e nell’incontro con il suo sguardo mi nutro del suo amore materno, riprendo vigore e la via.

Cosa credete che mia Madre mi abbia sussurrato: forse povero figlio mio? Oh no! La Madre mi incita: “Vai figlio mio, coraggio, vai avanti”.

A voi non sono richiesti tali eroismi, ma che si adempia la fedeltà al vostro compito sulla terra che potete realizzare se vi fate i miei seguaci. Molti diranno: “Non siamo capaci, non ne abbiamo la forza”. Se la vostra ricerca è sincera, se il desiderio è autentico la mia grazia vi soccorre. È la mia grazia che sostiene, che vi offre la fortezza e la perseveranza.

Potrete determinare l’edificazione della casa, avrete combattuto la buona battaglia sì che potrete seguirmi oltre la terra, oltre le nubi del cielo, oltre al sole sino a me.

Vi benedico.