Satana è persona viva e presente 01/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, sì che mi ami. Il fatto che tu venga
sempre a me mi attesta tutto il tuo amore. Stasera nel Vangelo vi viene presentata l’azione del
nemico. Io libero due uomini posseduti da una moltitudine di diavoli e
li mando ad occupare dei maiali. Nella mia Chiesa, molti di essa,
sacerdoti ed anche vescovi, non credono più alla sua esistenza. Dicono:
sono delle credenze medievali a cui la Chiesa moderna nella sua
evoluzione e crescita non dà più credito. Affermano che certi fenomeni
della mia vita nel rapporto con il maligno, che incontro sul mio cammino
e riportati nel medesimo Vangelo, sono da attenersi a problemi
psichiatrici, isterici, forme di epilessia, eccetera, per cui non
potenziano nessuna difesa contro il suo attacco verso il mio popolo che
rimane solo e sprovvisto di aiuti alla potente azione del malefico. Io ribadisco, Satana con tutti i suoi satelliti è
persona viva, presente e perennemente attiva senza posa nello spargere
il veleno di distruzione. Come angelo creato ha mantenuto tutti i suoi
attributi, le sue potenze spirituali che però usa solo per diffondere il
male, dato che è malvagità assoluta, essere esistente in cui non c’è più
alito di nessun bene. Segni e tempi: erano molte le creature che liberavo dal
suo possesso. Se vedeste ciò che Io vedo, oggi sono moltitudini, masse
che gli appartengono. Si portano i demoni a cavalcioni sugli uomini
tenendoli schiavi. Quando ci sono delle manifestazioni della sua presenza
nella persona è ancora cosa buona, dato che è segno che essa si vuole
liberare, mentre accade spesso un processo inverso che l’uomo ci conviva
bene, diventi un connubio con il male e perciò non risenta di nessun
fastidio. Sono ormai divenuti demoni muti che coabitano ed hanno preso
dimora in ogni cellula del suo essere. Per effettuare una liberazione ci
vogliono comunità religiose, monasteri che preghino, che facciano
digiuni e mortificazioni. In questo tempo sussiste una Chiesa debole che prega
poco. I sacerdoti dovrebbero, come guerrieri, stare saldi con le armi di
Dio in pugno per porsi a difesa, in combattimento dei propri fedeli. Per essere però così saldi bisogna vivere in stato di
grazia, di santità, una vita segnata dalla penitenza, dalla purezza,
dall’umiltà che hanno il potere di schiacciare e cacciare il diavolo
perché Io stesso, il Signore, nell’integrità e l’amore del sacerdote
vivo ed opero. È un mondo invasato di vessati, disturbati,
ossessionati, tormentati, spesso tacciati di mali psichiatrici perché il
diavolo invade soprattutto la mente e il suo pensiero, ma poi ha potere
anche sulle membra. Asia, il popolo che spesso dice di non credere, di
essere ateo, ma invece fa ricorso a tutti i riti esoterici dell’occulto,
a farsi alleati nel richiamo dei favori del maligno. Quali conseguenze
possono poi attendere. O Africa, Africa che non ascolti, America Latina e
molte altre nazioni. Quando vi potrete liberare dalle guerre, dalla
fame, dall’ingiustizia, da ogni male se persistete nei vostri riti
tribali, se fate mescolanza tra Dio e il demonio. La vostra devozione,
le vostre preghiere decadono poiché inquinate dalla sua presenza. O si
sceglie l’uno o l’altro. Il mio Cuore è straziato, dato che la Chiesa ed i
cristiani a cui ho dato tutti i mezzi possibili per difendersi e
proteggersi dai suoi attacchi, per avere potere di cacciarlo nella
superiorità dell’azione divina, come mai non vi ricorrono? Dormono,
vivono un sonno malato che appesantisce gli occhi, il cuore, la mente.
Non agiscono, sono passivi, apatici, indifferenti e per questo avranno
un brusco risveglio quando Satana, che sta marciando con l’intero suo
esercito, li attaccherà direttamente con tutte le sofferenze che sta già
recando nel mondo. E la mia Chiesa, che vive nel lassismo, nelle comodità,
tra agi, tavole rotonde, congressi e banchetti, come possono salvare
così l’umanità? Nei seminari si formano sacerdoti dotti, ma che non
vivono più la spiritualità o è minima, non vengono formati a santità.
Cosa potranno dare poi alle mie anime? Giunge anche per la Chiesa ed i
sacerdoti un doloroso risveglio. Io desidero che i figli ancora mi ascoltino, siano
preparati. Se vivrete di me vi farete dei lampioni accesi a cui quelli
che vi sono intorno, vedendo luce, immersi come sono nelle tenebre e
abituati ad essa, riprendano lume e coscienza che smaschera il male per
ritrovare la via illuminata da percorrere che porta al mio bene. Io vengo figli, ritorno e ho potestà di cacciare Satana
e tutto il suo esercito di diavoli, adepti e affiliati e sarà così.
Quando egli penserà di avere vinto, Io interverrò, ma voi potete
procedere al mio richiamo ed evitare tanti presagi e profezie di
sciagura in questo tempo nella vostra conversione, perché esse, pur
veritiere, sono relative alla loro messa in atto dal comportamento
dell’uomo. Dipende da voi, solo da voi. Vi benedico.
Tommaso ha sempre creduto nella mia Persona 03/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, oggi nel primo venerdì ricordate il
mio Cuore Divino che si è fatto tutto piagato, maciullato per le offese
e colpi che riceve continuamente dagli uomini, che richiede gridando la
sua riparazione. Cosa può riparare all’offesa fatta a Dio, se non
offrire Dio stesso? Non c’è nulla di più prezioso e di valido alla cura
delle sue piaghe che l’Eucaristia. Offrite sante comunioni per riparare
agli oltraggi e al dolore che mi provocate. Quanto vorrei che le
creature posassero il loro capo su di esso e piangano per i peccati con
il quale lo hanno ferito. Come desidererei le loro lodi, le loro
invocazioni di gratitudine che darebbero sollievo e consolazione. Se ricevessi tanta cura Io stesso verrei a mia volta ad
asciugare le vostre lacrime, a sollevare i vostri di cuori appesantiti
da molte pene, a portare ogni mio battito nel vostro dato che ogni mio
palpito vi sana, vi arricchisce di ogni suo bene. Oh, soffro non solo per le offese arrecatemi dai
peccati, ma dalla lacerazione che ne vivo poiché quelli che mi
colpiscono e infieriscono su di me sono i figli che amo. E sono lacerato
dal volerli ricolmare, sempre e comunque, travasando il mio amore e la
mia tenerezza su essi, ma dall’altro, nel vedere lo scempio che compiono
e la durezza dei loro animi, la mia santa ira vorrebbe agire nella sua
potenza, portando tutta la sua purificazione, ma anche il vostro
patimento per salvarvi e riscattare dal male arrecato al vostro stesso
Signore. Ma poi, poi guardo la mia Santissima Madre che, inginocchiata
presso il trono delle Tre Santissime Persone, offre il suo Cuore
immacolato e pur esso dilaniato, che piange e le cui lacrime gli si
riversano sopra, inondandolo a intercessione di proroga di misericordia
per le creature, suoi figli. Queste lacrime così calde, pure e sante cadono bagnando
anche il mio, che si plasma ai suoi desideri materni e pure Io offro il
mio Cuore trafitto al Padre mio, a vostra salute e misericordia. Oggi ricordate anche San Tommaso, il mio Tommaso così
screditato, additato tra i miei apostoli come colui che, perché ha
dubitato, diviene scusa, giustificazione e motivazione della propria
incredulità. Io ribadisco e ribalto tale visuale. Tommaso mi ha
sempre amato e creduto nella mia persona. Si è perso per la paura come
gli altri nel tempo della prova della mia passione, ma il suo cuore è
sempre rimasto unito al mio, amandomi. Oh, se ha dubitato nella mia poi
risurrezione, al mio tocco e alla mia visione ancor più entusiasta e
forte nel suo grido “Mio Signore, mio Dio” egli porterà la mia parola e
il mio Cuore in terre lontane, sino a donarmi la vita. Quante volte ha implorato perdono per il suo dubbio che
Io subito ho perdonato dinanzi alla sua affermazione di fede e di
adorazione. Tommaso era un uomo pragmatico, concreto, abituato a
toccare la materia e plasmarla per creare, dargli una sua forma. Orafo
di abilissima fattura forgiava tra le sue mani gioie di finissima arte,
veri capolavori molto richiesti dai signori, dai ricchi del tempo ed
egli svolgeva questa attività più per amore dell’opera che per il
contributo del denaro. Alla mia richiesta di seguirlo ha lasciato tutto, ma è
rimasto in lui il bisogno del tocco e della vista per comprendere le
realtà che viveva. Ed è a questo motivo che gli dico: “Metti il dito
nelle mie piaghe e sarai credente”. Ed egli ammirò estasiato l’opera
creativa di Dio che riforma, nelle piaghe e ferite, una carne gloriosa. Tommaso è pure l’emblema del dubbio, delle perplessità,
delle riflessioni, del pensiero che è alla ricerca. E Io dico che se la
ricerca è autentica il Signore dà la risposta nella verità, che verrà
incontro ed acqueterà l’anima alla sua pace, sì che come a Tommaso, che
continuamente per il resto della sua esistenza e missione mi ha
dichiarato e affermato la sua fede, il suo amore ed il suo ultimo soffio
di voce è stato ancora: “Mio Signore, mio Dio”, ugualmente sarà per voi. Vi benedico.
Io dono ai semplici la sostanza della mia Persona 04/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, il Vangelo di oggi afferma come Io
mi protenda verso i piccoli e gli uomini, come Dio si compiaccia di
riversare su di loro la sua sapienza, la sua conoscenza, i suoi segreti.
I piccoli sono aperti, disponibili, accoglienti, così poveri di sé che
amano sentirsi ricolmare dalla mia attenzione e delle mie ricchezze che
su essi riverso. I grandi, gli scienziati, i dotti del mondo sono
ripieni e sazi della conoscenza e del loro sapere, così chiusi in sé
stessi che mi rifiutano o ritengono inutile e superata la mia
conoscenza, o ne fanno una visione distorta che non possiede la mia
somiglianza e la mia autentica rivelazione. Io dono ai semplici, agli ultimi, agli scartati di
questa terra, quando i loro animi mi si aprono, la sostanza della mia
Persona, li faccio conoscere le viscere del mio essere per la profondità
di ciò che sono e rappresento: qual è il mio pensiero, il mio modo di
amare, li assimilo ai miei sentimenti facendoli parte di me. Li fondo a
me nei segreti, nelle rivelazioni date, alla natura degli attributi
divini che sono la mitezza, la bontà, la misericordia, il perdono. Chi sono stati gli uomini che per prima erano presenti
e partecipi della mia nascita? Dei poveri pastori. A chi parlavo, da chi
accorrevo nel mio apostolato e nella mia predicazione se non al popolo,
alle genti oppresse, disagiate, dominate dall’ingiustizia dei potenti?
Come li ho compresi e li comprendo oggi. Ho sempre partecipato del dolore e della miseria che
spesso i poveri conducono sino a perdere la dignità della propria
umanità ed è per questo Io vengo per arricchirli dei miei tesori
spirituali, portando in dono la mia persona. Infondo il mio amore in
essi per far sì che trovino pausa e ristoro alle loro croci, ne prendo
il peso per alleggerirli, per aiutarli, perché non esistono schiacciati,
ma sentano sempre il profumo, il sapore, l’azione mia che dà forza e
allieta il loro peregrinare sulla terra. Chi sono stati i santi, a chi è apparsa la Madre mia?
Alle creature semplici, indifese, povere, spesso sprovvedute di tutto,
ma che in Dio hanno compiuto opere grandi. Ora il nemico sta radunando l’intero suo esercito
formato dai potenti, dai ricchi, dagli influenti della terra per fare il
suo scontro finale. Io sto formando il mio, fatto con i piccoli, gli
umili, i poveri. Tra le due parti, come in tutte le battaglie, ci
saranno delle perdite, ma l’esito finale della vittoria è mio e con me
quelli che mi hanno seguito e partecipato per annichilire Satana e il
suo regno scuro e gridare forte: guarda con chi ho vinto, con i minimi
con i piccoli. Essi hanno creduto in me e ricevuto la mia forza. Pure quest’opera di Gocce di luce è mia e mi rivelo in
essa tramite le mie parole per dare formazione alle vostre anime,
secondo il mio spirito, e uso una piccola creatura e tramite lei per
poter giungere a voi tutti ed altri che poi verranno. Sappiate che rimarrà solo chi si fa umile, poiché solo
nell’umiltà si accolgono e si vivono i miei insegnamenti. Passato il
periodo iniziale della curiosità e dell’entusiasmo, c’è poi la scelta di
seguirmi realmente e seguirmi vuol dire perdere sé stessi per far vivere
me, per poter formare una Chiesa che porti la verità di ciò che sono e
si plasmi al mio Cuore. Deve innalzarsi il mio incenso nella santità, la
dolcezza nel mio amore, l’agire nell’opera nella mia santa volontà. Vi benedico.
Nel lavorare il legno era prefigurata la mia missione 05/07/2020 Gesù Mia piccola Maria venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi ed Io vi ristorerò. Chiamo i crocifissi, i derelitti, i sofferenti, coloro
che patiscono e di me portano significato. Quante grida mi giungono fino
al cielo: “Signore, non ce la facciamo a portare questa croce, è troppo
dura, è troppo pesante” e vogliono il mio aiuto ed ecco, Io vengo in
soccorso, dato che ne hanno bisogno.
Non vado dai gaudenti che si perdono nel riso fatuo del
mondo e non mi cercano, poiché di me credono di non avere nessuna
necessità. Io voglio essere per voi un’oasi, un ristoro, l’acqua
fresca che disseta la vostra gola riarsa nel cammino, il nutrimento che
ritempra le vostre membra, il sostegno della mia mano che vi indica la
via certa per non perdervi e demoralizzarvi. Figli, Io vi chiedo di essere parte di voi. Dovete
comprendere non solo a parole, ma incarnare che la vostra croce deve
essere parte di me, il vostro pezzetto di legno fa parte del mio
universale che solo nell’abbandono e nella fiducia, se data a me, si fa
un giogo leggero e soave e non vi schiaccia. Lo capite con le parole, ma
fate difficoltà nell’incarnare tale realtà nella mia condivisione. Come avrebbero fatto tanti santi, beati, benedetti che
hanno portato lo stillicidio della propria croce, che hanno combattuto
con il demonio lotte aspre, che hanno fondato opere così grandi. Erano
povere creature. È stata la loro fiducia, il loro abbandono in me che
permettevano che Io stesso vivessi in loro ed operassi. Io sono la
santità che gli si sussisteva e si formava. Voi gridate con lacrime i vostri disagi, le durezze e
credete che la croce data sia più grande di quanto possiate portare.
Dimenticate che non a caso il mio mestiere sulla terra è stato fare il
falegname. Ho cura, sapienza del legno e nel lavorarlo era prefigurata
la mia missione. Non solo quella di vivere la mia di croce, ma di
costruire ognuna delle vostre, quella proprio adatta a voi. Voi mi
direte di non farcela. Allora Io vi imploro: ponetevi sotto la mia di
croce, meditate i miei di dolori, innestatevi nelle mie sante piaghe,
irroratevi coprendovi interamente del mio divin Sangue. Là verrete con
le lacrime di Maria rinfrancati, verrete partoriti alla vita nuova della
grazia. In voi si formerà questo abbandono e questa fiducia che vi rende
atti a condividere con me e lasciare entrare al mio possesso. Venitemi dietro.
Io porto la croce del mondo e contengo tutti. Voi, piccolini, se siete
piccoli mi venite dietro, seguendo, camminando sulle mie orme che vi
precedono e vi conducono direttamente al regno ove la vostra croce, così
ora secca, arida, dolorosa si plasmerà al cielo per divenire una pianta
maestosa della sua più piena fioritura di cui lo sguardo del Padre e di
tutti i suoi beati si rallegreranno.
Vi benedico.
La purezza rende cristallina la persona 06/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, oggi ricordate la mia piccola
Marietta, Santa Maria Goretti, che ha lasciato che il suo corpo fosse
martoriato dei colpi mortali del suo omicidio pur di non perdere la sua
innocenza e non solo, ha donato il suo perdono e la sua offerta di vita
per la salvezza di chi la uccideva. Quel sangue che Marietta ha versato
ha lavato tanto sudiciume, molto peccato, particolarmente quello della
carne che pur in quei tempi imperversava. La melma delle paludi e il suo
infettare erano segni dell’inquinamento fisico e morale vissuto dalle
sue genti. Ella ora passeggia tra i gigli del cielo, premio del
suo sacrificio che non verrà dimenticato, mentre per coloro che si
ostinano a persistere nei peccati della lussuria saranno i cancellati di
ogni memoria che continueranno ad essere sbranati dai morsi del diavolo,
che negli inferi sbraneranno lacerando continuamente prima le loro anime
e poi dopo insieme i loro corpi. Oggi la verginità è un disvalore. Appena fanciulli si
va alla ricerca di ogni godimento lussurioso, si affretta di perdere
l’innocenza infantile che è già inquinata sin dalla tenera età dalle
cose che guardano, dai giochi che fanno, dalle parole che usano. Non c’è
insegnamento alla purezza, creduto intralcio della propria libertà
individuale. Il peccato della carne sventola come valore inneggiato,
osannato in ogni dove. Si pecca senza pensare quanto ciò sia costato
alle mie membra scorticate, strappate dalla pelle sino a scorgerne le
ossa. Espiazione patita per far sì che le creature abbiano la fortezza
di mantenere la purezza o che nel mio Sangue si lavino per
riacquistarla. Non si pensa ai martiri che hanno dato la vita per
mantenersi fedeli al mio precetto. La purezza rende cristallina la persona, è riflessa nel
suo sguardo la sua trasparenza, comporta onestà, lealtà anche nel suo
comportamento. Rende retti nella giustizia e Dio riconosce il suo
profumo, dato che nella sua limpidezza egli può trasmettersi e
quand’anche una creatura ne cada per debolezza, ella ne comprende la
gravità e ha subito desiderio di emendarsi, desiderio del mio perdono ed
Io ho podestà di riportare le sue lacrime di pentimento con il mio
Sangue divino che si uniscono, di purificare e cancellare il peccato
riportando una verginità perduta interiore, un modo di vivere che
riflette tale luce nel quale sono e ne dirama il suo chiarore intorno a
sé. La castità è pure nel matrimonio, che non deve ricadere
nelle oscenità. Deve fruire in un amore donativo che partecipa
nell’amore dei propri sentimenti. Invocate
l’immacolatezza di Maria. Ella vi ammanta di sé, del suo candore, fa
discendere i suoi petali di grazia, di chiaro splendore, per far sì che
le genti ritornino a adornarsene. Nella purezza ritrovata, le creature
ritrovano la propria dignità di uomini veri, tempi dello Spirito Santo
nel quale discendo e vivo. Vi benedico.
Il mio grido è l’urlo forte e straziante del mio dolore 08/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, stasera vi viene detto: “È tempo di
cercare il Signore”. Il tempo è grave, è urgente, è tempo di cercare il
Signore. Vi rimane ancora la possibilità della scelta. Richiamo fortemente i sacerdoti, anzi grido che si
sveglino dal loro sonno, dal loro torpore e indifferenza che si pongano
a cercarmi per ritrovare il senso del loro sacerdozio e non solo a
cercare me, ma porsi a cercare le pecore perdute di Israele. Il mio
popolo ormai è abbandonato a sé stesso, Io andavo peregrinando senza posa per sanare malati,
ossessi, per portare la lieta novella. Essi debbono ripercorrere,
passando sulle mie orme, per seguire l’opera del loro maestro. Ho
chiamato gli apostoli ad andare per il mondo per essermi testimoni, a
cercare le anime per portare loro il mio annuncio e la mia sanità. È stato dato il potere al sacerdozio di operare
guarigioni e liberazioni. Ma che fanno? Io vedo tutto e li vedo perlopiù
addormentati. Sono pochi quelli che operano ancora nel mio nome, con
amore e carità verso di me e il prossimo. I più girovagano nel vuoto,
disperdono le giornate a fare cosa? Quando si troveranno dinanzi a me,
dinanzi alla mia ira santa, ove si nasconderanno, con che si
giustificheranno? Vedo anziani soli, mai visitati, malati che non
ricevono sacramenti, seppur li attendono. Giovani senza punti di
riferimento gettati nelle piazze, nelle strade, nelle mani del nemico.
Famiglie spezzate. Voglio che i miei ministri vadano a cercare il loro
Signore nelle anime che stanno agonizzando nello spirito disperse, che
si ritemprino, che prendano forza, energia ogni giorno adorando la mia
Santissima Persona, che preghino con intensità e ricevutomi vadano senza
posa nel cammino della loro ricerca per ricondurli a casa dal Padre
loro. Il mio grido è l’urlo forte e straziante del mio
dolore, che se anche lo recepiscono, ma che se anche recepissero non lo
ascolterebbero poiché nei loro cuori, fattisi duri, più Io non vivo e
non ne portano i miei lineamenti. Venite a me, figli miei, voi che ancora un poco mi
ascoltate. Fatevi più ardenti, ricevete offrite per quanto vi sia
possibile le comunioni, fate digiuni di ogni tipo per salvare i vostri
cari, le vostre famiglie, i vostri conoscenti e amici, dato che, come
dice la Parola, giungerà un tempo nel quale uno verrà lasciato e
l’altro, che viveva accanto a voi, preso. Non fate che questo tempo vi
trovi impreparati. Io do continuamente segno della mia presenza nella
vostra sussistenza. Vi offro ogni giorno la mia Carne su tutti gli
altari del mondo. Vi attendo nei tabernacoli, do perdono nella mia
misericordia, vi offro ogni bene per vivere. Se vi fosse tolta l’aria con che respirereste? Se vi
fosse tolta la luce, come vivreste nelle tenebre? Se vi è tolto il pane
e gli altri alimenti, come vi sfamereste? Io vi colmo di beni, ma voi innalzate idoli al demonio. Come nella prima lettura, in Israele le terre erano
feconde, i frutti abbondanti, ma il popolo ne dava gloria ai suoi idoli
e non al Signore Iddio che ne era l’artefice. Oggi inneggiate al nemico e siete dormienti,
dimentichi, Chiesa e popolo mio. Cosa dovrò fare? Non potrò che ricorrere alla giustizia
per dare ancora salvezza all’umanità. Vi benedico.
Stasera parlo in parabole alla folla 18/07/2020 Gesù Mia piccola Maria gli eventi parleranno da soli e ne
comprenderete il tempo e ciò che dovrete fare e ove andare, ma ricordate
il vostro rifugio sono Io. Stasera parlo in parabole alla folla. Le parabole a voi
conosciute del grano e la zizzania, del granello di senapi e del lievito
lavorato con la farina. Parlo in modo velato per far sì che le persone
si facciano più introspettive nella ricerca del senso più profondo del
suo significato, ma anche Io stesso ne do chiarimento. Ecco, Iddio ha creato il mondo ed ogni cosa creata è
cosa buona. Ha creati campi e steli di grano perché crescano e si
facciano ricolmi di chicchi. Ha dato il seme di senapi, che è piccolo,
ma in una terra fertile in modo che cresca e si faccia pianta grande e
rigogliosa, il cui frutto è copioso. Vi dona un lievito sano con le sue
di proprietà perché nasca un pane fragrante, pronto ad essere di
nutrimento. A tutti e tre è richiesta la crescita della produzione
che si evidenzia nel periodo della mietitura del grano, nel raccolto dei
frutti, nel pane cotto e buono dato da mangiare. È egli che offre la materia prima e la fa crescere, ma
ha bisogno del vostro abbandono e della vostra fiducia alla sua opera in
voi, al suo lavoro che si moltiplica nell’abbondanza tramite la sua
santità. Alla sua azione però interviene sempre il diavolo in
contrapposizione, sì che tra i campi di grano sparge la sua zizzania in
modo che le sue erbacce lo soffochino. Sulle piante e sui frutti manda i
suoi parassiti, ogni genere di insetti nocivi perché si ammalino e diano
frutti marci. Nel lievito cerca di inalare e fondere il suo veleno
perché ne nasca un pane guasto che avvelena. Cosa fare? Affidatevi a Dio, cercate il suo aiuto ed
egli interverrà a vostra difesa, sicché non permetterà che la zizzania
in voi prevarichi e possa vederne l’opera nelle distese di vasti campi
di messi dorate che ondeggiano e che si compiace di accarezzare mente li
attraversa. Si poserà accanto alle piante soffiando per cacciare tutti
gli animali che l’infettano e contemplarne la maturazione dei suoi
saporosi frutti, sì che si alletta nel distendersi e nel riposarsi alla
loro ombra e assaporarne il gusto. Non permetterà che il veleno del
maligno intacchi la sostanza pura del suo lievito, dato che egli stesso
la impasta lavorandolo nella farina, in modo che ne mantenga il suo
nutrimento a sanità, ed egli se ne rallegra al gusto, alla sua cottura,
assaporandolo nella sua fragranza. Perennemente all’azione di Dio c’è la risposta
dell’agire che si contrappone del diavolo. Il Padre crea, egli
distrugge. Ma chi in Dio si rifugia, troverà il suo riparo e il suo
sostegno nonostante la lotta tra gli spiriti, tra il bene il male, la
santità e la perfidia. Iddio è paziente, dato che sa che per i malvagi c’è
un’unica opportunità di riscatto in questa vita e che giunge presto il
tempo del giudizio nella mietitura, nel raccolto, nel nutrimento del
pane e ognuno riceverà e andrà nel luogo a seconda di ciò che ha
prodotto ed è. Chi entrerà la dispensa celeste del giardino delle
delizie, perché si è fatto elemento buono. Chi divenuto paglia ormai secca e inutile, frutti e
pane guasti, buttati nel fuoco poiché inservibili. Tragica sua sorte
quella all’inferno e che la Chiesa poco nomina, dato che, se non per
amore, almeno per timore di precipitarvi le anime sarebbero più accorte. L’inferno, luogo oscuro e terribile, creato da Satana
stesso, ove non varca un filtro di luce, ove il suono sono le continue
grida di dolore e bestemmie. Ognuno nel suo stadio a seconda del peccato
e le colpe commesse e la malvagità vissuta sulla terra. Non c’è più
speranza. Nessun cambiamento a un bene, ove il terrore di essere colpiti
e percossi con ferocia dai diavoli e dagli altri dannati non ha riparo
ed è continuo. Ai suoi abissi c’è Satana e con lui accanto le anime di
quelli che hanno abusato, dissacrato, tradito le cose sante, che hanno
attaccato Dio stesso e sono perlopiù uomini di chiesa e più sale la
sacralità del ruolo avuto, la sua responsabilità, che si accresce la
sofferenza da patire. Essi, come Giuda, hanno tradito me a cui avevano
giurato di servire e si sono dati al nemico. Con loro nella stessa pena
sono quelli che hanno oltraggiato l’innocenza. Ora e per sempre vengono
sbranati e tritati dai suoi denti in un’operazione perenne, senza pause
nel termine. Potete capire cosa sia per sempre? Se per un martire la pena è per un po’, negli inferi è
infinita, non ha più misura né tempo. Affidatevi all’amore di Dio che è il Padre che vi ama,
che vi vuole nella sua casa a gustare delle sue soavità e dolcezze.
Lasciate che egli operi in voi. Vi farà grano, frutto, pane degni del
cielo. Iddio lo compie, ma a voi la risposta. Vi benedico.
Verrà offerto all’umanità il segno estremo di Giona 20/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, nel Vangelo di stasera mi viene
chiesto un segno, che dia una manifestazione portentosa per far sì che
credano in me. Io elevo alta la mia voce e grido: “Questa generazione
adultera e perversa ha l’ardire di chiedere un segno, ma non riceverà
che il segno di Giona”, dato che al suo richiamo di conversione Giona fu
ascoltato e la città di Ninive si convertì, mentre ora che avete dinanzi
a voi il vostro Signore non date ascolto. Persino la regina di Saba
partì da terre lontane per ascoltare la sapienza di Salomone e voi avete
alla vostra presenza la sapienza divina, ma non mi accogliete. Quale sarà questo segno simile a quello di Giona, che
fu inghiottito dalla balena, vivendo nell’oscurità delle sue viscere per
tre giorni prima che tornasse alla luce? Questo segno sono Io che
discendo in profondità nel cuore della terra prima che giunga
l’esplosione della mia resurrezione. A questo motivo le antiche città si ergeranno a
condanna verso il popolo dei miei tempi e quelli dei vostri, dato che
molto avete ricevuto ma non avete voluto né ascoltare e né accogliermi e
per questo la pena sarà maggiore. Tuttora gli uomini continuano a dirmi: “Signore, dacci
un segno e non potremo che credere in te” ed Io ancora intimo:
“Generazione più adultera e malvagia di quella dei miei tempi terreni,
cosa vi devo dare?” Anche se apparissi con la mia persona, se aveste in
visione dinanzi ai vostri occhi la presenza del vostro Dio, forse che
credereste? No, vi dico, per molti ci potrebbe essere un iniziale
entusiasmo, ma poi rivolgerei all’ascolto, richiamando la mia parola,
riporterei attenzione all’insegnamento del mio Vangelo che di nuovo
verrebbe rifiutato, poiché esso richiede l’impegno al cambiamento e alla
conversione e nel suo rifiuto ci sarebbe rigetto di me, vostro Dio Vi dico come ultima ancora di salvezza per il ritorno a
me vi saranno dati sì segni dal cielo, per avvertire ancora l’uomo, ma
per la massa verranno date a risposta spiegazioni scientifiche razionali
perché non si vorrà accettare ciò che supera la propria ragione e con
essa una spiegazione che debba ammettere la superiorità di una
dimensione divina che la testimonia. A questa motivazione verrà offerto all’umanità il segno
estremo di Giona, che sarà nei tre giorni nelle tenebre, inghiottita
dalle balene che saranno i diavoli liberi di venire a sbranare, a
fagocitare gli esseri umani finché non giungerà il termine al mio
permesso e con esso la luce di un nuovo giorno. Sarà nei tre giorni nel
chiuso delle profondità, negli anfratti della terra, finché non giungerà
l’esplosione della risurrezione a nuova vita. Non c’è altra via dato che i richiami sono stati molti,
ché la mia Santissima Madre quante volte è apparsa a donare il suo
invito alla via del cielo. Quante grazie e tesori divini di cui vi ha
colmato la Chiesa e che perlopiù sono stati considerati con indifferenza
o calpestati, se non usati male. La mia voce ancora chiama, ancora vuole parlare al cuore dell’uomo pur tramite questi miei messaggi, ma quanti vogliono ascoltare, quanti farsi miei megafoni per portare la mia voce ovunque, quanti vogliono plasmarsi ad essa per divenire i segni viventi della mia presenza su questa terra? Vi benedico.
Le storie dei miei amici si fanno luce per il prossimo 22/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, per quel che chiedi, per la storia
passata di gocce di luce che è a te legata, Io ti dico: “Tu sei
Eucaristia, tutto di te non ti appartiene e viene dato in pasto da
mangiare per far sì che gli altri se ne nutrano”. Tu vorresti rimanere
ancora nascosta e vivere, come gli altri, la tua vita nel privato per
paura di esporsi al giudizio, ma le storie dei miei amici ed amanti
vengono esposte e pubblicate perché si facciano luce e via da seguire
per il prossimo. Nelle tue vicende, nelle prove vissute, nel percorso
nel quale ti ho formato e formo ti conduco dalla tua miseria umana alla
mia sequela divina mediante il mio rapporto d’amore, ma intessuto da
prove nello spirito, attacchi del maligno, necessità normali
dell’esistenza, nelle quali le anime possano rispecchiarsi, comprendere
quale è l’agire di Dio che porta ogni anima verso la sua conoscenza e la
santità. Per questo puoi delineare a grandi linee ciò che è importante
mettere in rilievo nei tempi da te vissuti, in modo che ne comprendano
la risposta che Io ti offro nel dialogo. Per il linguaggio amoroso nel quale Io mi intrattengo,
dico: forse che scandalizza? Esso va dichiarato apertamente. Non avete
letto il cantico dei cantici, i brani di santi, di mistici, di anime
benedette che hanno ricevuto da me, loro Signore, manifestazioni,
accenti di tenerezza e ardore che hanno trasmesso a voi ricambiando
nell’enfasi d’amore vissuta con Dio? L’amore divino che Io voglio è una spontaneità
partecipata tra la creatura e il suo creatore, tra la sposa e lo sposo
che usa le espressioni più tenere, più intime per esprimere tale amore e
legare l’anima a sé. Sappiate che essi saranno i dolci colloqui che si
vivranno con l’Altissimo che parla alla sua anima beata, che Iddio ha un
incendio di passioni che arde e che vuole riversare perché lo amiate,
che le anime stesse nei cieli parteciperanno fondendosi l’una nell’altra
e in questa fusione non c’è in essa nessuna forma di concupiscenza come
voi la intendete, perché tutto è spiritualizzato e vive di santità,
purezza e divinità. È proprio questa fusione nell’amore con Dio e le
anime tra loro che donerà il vero gaudio in eterno. Vi benedico.
Gocce di luce è il mio seme che semino Io stesso 24/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, ecco Iddio ha sempre cercato di
parlare all’uomo sin dagli albori del suo intelletto. Ha parlato
nell’antichità per mezzo dei profeti e poi al suo giusto tempo Io sono
venuto a dare la parola, perfezione e compimento. Ma la santa parola con
il mio Vangelo non si sono arrestati, hanno continuato a parlare
arricchendosi, sviscerando i suoi contenuti, entrando le sue profondità
tramite i dottori della Chiesa, rivelazioni dei santi, rivelazioni
private autenticate dalla Chiesa stessa, dato che la loro veridicità è
che riportano sempre al suo centro, alla sua essenzialità nella sacra
Bibbia, e al mio insegnamento, nell’integrità e nella verità del suo
contesto. Nel susseguirsi dei secoli la mia parola viene
declamata continuamente nelle chiese e nei luoghi di culto, ma oggi le
loro assemblee si sono svuotate. Quanti ormai partecipano alla santa
Messa? La maggioranza dei giovani nemmeno conoscono la parola
di Dio. A questo motivo Io cerco sempre nuovi mezzi per riportare la sua
attenzione e conoscenza ed uso anche questa mia opera che essa vi
riporta per amarla. Gocce di luce è il mio seme che semino Io stesso ed
avverrà così come narra il Vangelo di stasera, nel quale spiego la
risposta data al lavoro del seminatore che, sparso ovunque il seme della
parola, sia su terreni rocciosi, aridi ,aggrovigliati dai rovi, impervi,
su terre buone, inizialmente è accolta dai più con entusiasmo
all’ascolto, ma poi quando giungono i problemi, le difficoltà della
vita, le prove, l’insidia del nemico la abbandonano o la soffocano
poiché attratti dal mondo e occupati alle sue preoccupazioni. Lo stesso accadrà per gocce di luce che si cercherà di
spargere ove sarà più possibile e cadrà sulle varie tipologie di terre,
su ogni svariata forma di anima e cuore e, per la maggiore, inizialmente
ci sarà curiosità, fervore ed entusiasmo, ma poi quando inizieranno i
problemi, i disagi, l’impegno, il nemico che mette alla prova la propria
resistenza molti lasceranno. Ci sarà, quindi, man mano una selezione
dalla quale si trarrà la terra buona, sulla quale Io mi poggerò e vi
edificherò una casa grande nella quale far abitare i figli che vi
feconderanno una discendenza benedetta che incarnerà la mia parola,
divenendo il mio popolo. Per queste sorti miei operai, siate saldi e non
timorosi, perseveranti e non incostanti fedeli non fuggitivi dato che
Io, il Signore, vi sostengo, vi recinto tutto intorno e vi faccio andare
oltre tutte le difficoltà, vi ricopro del mio amore che è unico e la
ricompensa che riceverete sarà grande. Vi benedico.
Non dovete temere per i tempi che verranno 25/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, non dovete temere e starvi da
angosciare per i tempi che verranno. Quel che è stato profetizzato per
coloro che non si convertiranno accadrà e ne sarete testimoni, ma chi è
con me non tema e viva sereno ogni giorno, non ascolti e non guardi né a
destra né a sinistra, ma solo sia fisso il suo sguardo su di me. Ecco alla mia richiesta su cosa desiderasse Salomone,
egli non chiese né ricchezze, né lunga vita, ma il saper discernere il
bene dal male per saper lui, così giovane, governare un popolo tanto
numeroso. A tale risposta gli viene accreditato un dono che è nobile
poiché non si piega sé stesso, ma è per il bene comune. Viene offerto un
cuore saggio, come non ci sarà più simile sulla terra. Il Vangelo vi pone una domanda: “Voi, cosa desiderate?”
Un uomo vende tutti i suoi averi per comprare un campo dove aveva
nascosto il suo tesoro. Un altro ha trovato una perla così preziosa che
vende anch’egli tutti i suoi beni per acquistarla.
Qual è per voi il vostro tesoro, quale la perla preziosa? Se analizzate le vostre coscienze avete già pronta la
risposta dato che, come dico in un’altra parte del Vangelo, dove avete
il vostro tesoro lì ci sarà il vostro cuore, ciò che più desiderate. Io vi richiamo al centro, alla scelta della ricerca
dell’assoluto bene, a cosa siete disposti a dare per avere ciò che è
prezioso e cos’è per voi la ricchezza da ambire, sì da giocare per essa
la vita e la salvezza dell’anima e la conquista dell’eternità e per essa
siete disposti a fare delle scelte che siano radicali, forti, esigenti
perché, come affermo altrove, seppur possederete il mondo intero, ma
perderete la vostra anima, che senso avrebbe avuto la vostra vita? Viene presso il giudizio, non solo quello della fine
dei tempi di cui si parla stasera, quello personale e quello intermedio
che sta per venire ed è il giudizio di questo tempo malvagio, con chi lo
ha scelto e si è fatto sua immagine, e avverrà come descrivo nella pesca
che ripiena di abbondante pescato avrà una selezione. I pesci cattivi,
ormai inutili, gettati al fuoco e buoni posti nella sacca pronti per
essere portati alla mensa del Re. Quel che ne soffro non è per me, Io sono il Signore e
tale rimango, ma per la perdita delle anime poiché perso me nella loro
scelta insipiente e nel loro desiderio del mondo perdono tutto, ma mi
consolo nei pesci buoni, nelle anime che hanno dato il primato della
sapienza divina, per cui non temete. Questi tempi, pur nel loro dolore, vi dovranno solo
trovare pronti, vigili nella grazia. Ricordate: cosa ne faccio dei pesci
buoni? Li pongo nella sacca della mia protezione. Quelli destinati al
martirio, il loro nome è già scritto e andranno subito alla gloria. Gli
altri saranno da me protetti per la ricostruzione di una terra nuova,
saranno spettatori dell’inizio di un’era di pace, di grazia. Vi benedico.
Farà tutto l’Onnipotente: a voi è richiesta la disponibilità 27/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, la parola sarà copiosa. Ecco nel Vangelo continua ad insegnare in parabole. La
parabola del seme di senape, il più piccolo dei semi che diventerà una
grande pianta. La parabola della farina lavorata e impastata nel lievito
perché fermentando cresca e si faccia pane. Chiedo ad esse la crescita a
secondo della sostanza che è generata dal Padre perché giunga a
compimento la sua funzione. È simile all’evolversi della cellula fecondata nel
grembo materno. Essa è già impermeata e fusa allo spirito. Pur piccola,
possiede l’interezza del suo potenziale vivente, che nella sua
evoluzione è crescita, sì da farsi bambino completo che nella sua
maturazione può nascere. Come può avvenire questa crescita per
maggiorarne il frutto? Essa avviene nelle mani del signore Iddio che ne
ha plasmato dei suoi don,i che debbono svilupparsi per essere resi atti
all’adempimento dell’opera nel disegno che ha per ognuno di voi. È Iddio il contadino che cura la terra per far sì che
il seme, pur minimo, cresca e si faccia pianta utile per dare ombre e
sostegno ai molti animaletti che verranno ad essa. Sono le mani del
Signore che impastano gli ingredienti creati per aumentare la sua
produttività e divenire nutrimento per molti. Alla sua cura richiede
alle anime però di essere malleabili. Dovete essere plastici, docili,
farvi umili, abbandonati, fiduciosi in lui. Egli può lavorare e vi forma per lo svolgimento del
vostro fine. Come il bambino nato, che si fa uomo e da uomo naturale
deve divenire divino assimilandosi alla sua natura. Tutti gli uomini
nascono con dei talenti, tutti, pur quelli che voi considerate creature
infelici per il loro handicap. Hanno in sé, nelle loro malattie, un
grande valore detentivo di salvezza per le anime che, se offerte a Dio,
si fanno opere di santità e ricordano con la loro presenza ai cosiddetti
sani quanto sia precaria la situazione umana, quanto sia fragile e tutti
nella possibilità della medesima situazione. Ma i figli degli uomini si impadroniscono dei doni di
cui il Padre Santissimo gli ha arricchiti e li nascondono per tenerli a
sé, per loro uso, non comprendendo che i talenti dati sono del Signore,
di chi li ha generati e a lui devono tornare moltiplicati in gloria,
dato che se non evolvono in Dio marciscono, non effettuando ciò per cui
sono stati creati. Si fanno marci, lo spiega bene la prima lettura. Geremia è chiamato dal Signore Dio a comprare una
cintura e poi a nasconderla in una roccia accanto al fiume. Passato del
tempo lo invita ad andare a riprenderla e la trovò usurata e marcia, per
insegnare che ogni cosa da lui creata, se non utilizzata per il bene che
deve attuare, diviene inutile, marcisce e va gettata. O anime. Non fatevi superbe, boriose, vanitose. Quel
che avete è tutto generato dal creatore e a lui deve ritornare
moltiplicato. Date a lui che incrementerà il prestito datovi nella sua
crescita. Se vi affidate, umili e docili, egli opera. Dategli le
famiglie, la crescita dei figli, l’apostolato, il lavoro, il sacerdozio.
Nelle sue mani tutto germoglierà rigoglioso. Farà tutto l’Onnipotente. A
voi è richiesta la disponibilità. Siete disponibili? Vi benedico.
28/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, tu mi elenchi le creature e le
intenzioni per timore di essere ingiusta nel non ricordarmeli, ma Io già
so, già tutto mi è presente. Stasera il Vangelo nella spiegazione della parabola del
campo vi preannuncia il giudizio universale, quando Io sarò giudice
supremo e maestoso e dinanzi a me saranno presenti tutte le genti, le
generazioni, l’umanità di ogni tempo fino alla fine dei suoi tempi. Le moltitudini immense diranno: “Ma è già giunto il
giudizio di cui sentivamo parlare? Lo pensavamo così lontano e
irraggiungibile ed invece è già qui, dinanzi a noi, pieni di stupore e
di spavento”. Dai quattro lati della terra suoneranno le trombe degli
angeli per annunciarlo è chiamare al suo raduno. Dagli inferi usciranno i dannati, le anime purganti
dalla loro pena, dalle delizie celesti le anime beate e i figli
dell’uomo ancora viventi verranno rapiti verso l’alto, verso di me, ed
Io alzerò le mani e separerò i buoni dai cattivi, la zizzania dal grano
come folate di vento che passeranno tra di loro, separando chi per il
gaudio e chi alla sua condanna. Sarà come nella traversata del Mar Rosso. I benedetti
non verranno lambiti dalle sue onde alte e minacciose per entrare nella
salvezza. I malvagi, negli egiziani, saranno sommersi dalle sue acque.
Avverrà la spaccatura, poiché una metà dell’umanità è colei che ha
partorito l’altra, sì che il figlio andrà in un luogo e il padre in un
altro. I genitori si separeranno dai figli e lo sposo si separerà dalla
sposa, i fratelli dalla sorella, ognuno giudicato secondo la propria
responsabilità personale e il proprio vissuto terreno. Sentenza finale
decisiva che non avrà più proroghe. Quanto ho chiamato gli uomini, quanto ancora oggi si
eleva la mia voce. Eppure, quanti ascoltano? Sin dai tempi antichi
richiamavo le città ad essere fedeli tramite i miei profeti e nonostante
Io fossi prodigo e mandassi il sole e le piogge ed ogni sostentamento le
genti ricambiavano con infedeltà, ingratitudine, l’ingiustizia e il
peccato. Geremia annunciava la conversione per attestare la mia
parola e ne subiva ogni tipo di vessazione, tortura e persecuzione e i
miei occhi si ricolmavano di lacrime. Anche queste città saranno dinanzi
al mio giudizio. In questo contesto storico forse le cose sono cambiate?
Oh no, lo sapete. Ancora Io piango lacrime amare per l’infedeltà del
popolo. Il mio capo non sa dove posarsi per avere pausa. Il mio sguardo
non sa dove voltarsi. Quasi ovunque è morte nel peccato, desolazione e
devastazione nel male. Ma Io ancora grido e vi richiamo. Figli, siate desti e
attenti. Giunge presto il giudizio. Non bisogna attendere l’ultimo suono
della tromba, perché essa squilla in ogni istante e le persone muoiono. Ascoltate voi, figli miei, non fate che questa mia
parola vada dispersa. Siate retti, vivete nel mio insegnamento,
seguitemi, siate miei. È ora che dovete preparare il vostro giudizio con
la vostra risposta a me per quando giungerà il tempo. Voi oggi la
preparate e se mi avrete ascoltato e amato, giunti a me il vostro
sguardo si incontrerà nel mio, il vostro sorriso si aprirà al mio
sorriso e le vostre braccia a me protese si stringeranno nel mio
abbraccio. Allora Io dirò: “Vieni, vieni figlio mio, vieni”. Vi benedico.
29/07/2020 Gesù Mia piccola Maria, oggi ricordate Santa Marta, la mia
cara Marta, così sempre indaffarata e solerte, pronta ad accontentare
tutti, ponendosi ella stessa a servizio. Era la prima che mi veniva
incontro, mi si prostrava davanti e gioiosa, gridava a tutta la casa: “È
giunto il maestro!”. Ella, con Maria e Lazzaro si sentivano onorati delle
mie visite e della mia permanenza. Marta faceva in modo che l’ospitalità
fosse la più squisita possibile ed era lei che dava ordini ai servi e
faceva loro riempire le fontane di acqua calda per potersi lavare.
Preparava le stanze per il riposo e faceva in modo, occupandosene
direttamente, che il banchetto fosse il più lauto è degno di ricevermi. Quante volte mi recavo nella casa di Betania e vi
portavo i miei apostoli per far sì che si ritemprassero nelle forze per
la stanchezza del nostro peregrinare. Nelle sere d’estate ci ponevamo al fresco sotto le
pergolate, intrattenendoci in santi colloqui e cantando inni all’eterno
Padre, o l’inverno posti dinanzi alla grande fiamma dei fuochi accesi
nelle cucine. Da lì partivamo rinfrancati e pieni di nuovo vigore
riprendevamo il cammino Ma ciò di cui più ci dilettavamo era l’armonia
della fede che ci univa, era l’affetto fraterno e del quale come uomo me
ne allietavo. L’occasione però di cui riporta stasera il Vangelo è
mesta. Marta mi viene incontro a notizia del mio arrivo, affranta dal
dolore, piangendo con veemenza: “Signore, se tu fossi stato qui, Lazzaro
non sarebbe morto”. Io avevo sentito il loro grido d’aiuto e quello di
Lazzaro morente, ma appositamente non sono accorso perché la sua
dipartita non era per la morte, ma per dare glorificazione a Dio, fosse
manifestazione agli uomini del suo potere e della sua presenza. Io dissi
a Marta: “Tuo fratello risorgerà”, ed ella rispose: “Sì, Signore, so che
risorgerà nell’ultimo giorno”. Al che Io ribadì: “Io sono la
risurrezione e la vita. Chi crede in me non morirà in eterno. Credi
questo?” Marta rispose “Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il
figlio di Dio, l’atteso, colui che viene nel mondo” e a questa
attestazione di fede e amore Io opero. Chiamo Lazzaro a riprendere vita,
lo traggo dalla sua fossa per riportarlo all’esistenza terrena. È la fede e l’amore che salva. Da un bene ricevuto
Iddio ne offre in cambio dandone la sua immensità, offre vita nel
sostentamento quotidiano, vita alla grazia e vita eterna. Egli
dall’amore umano ne trasfonde il suo divino perché possa filtrare l’uomo
a portarne l’intera cura, guarigione e resurrezione. Trae dalla fossa
del peccato con la sua morte per darvi vita nello Spirito che solo
allora può tornare ad amare e risorgere, dato che è l’amore che porta
intorno a sé il suo potenziale di vita nuova e di vita risorta. Io cerco le case di Betania, ove rinfrancarmi dal lungo
cammino sulle strade del mondo alla ricerca degli uomini per ricondurli
a me che, come Marta, tornino a corrermi incontro e a dirmi: “Maestro,
sei venuto da noi!”. Cerco amici veri. Come vivere questa amicizia? Andate a
lavarvi nelle fontane della confessione, venite a nutrirvi al mio
banchetto eucaristico, venite a riposarvi sul mio Cuore e ci
intratterremo in dolci colloqui, ci vincoleremo in una santa alleanza.
Con me amico voi vivrete di me e chi vive e crede in me non morirà in
eterno. Voi sarete risorti. Vi benedico.
Per essermi seguaci dovete fare la volontà divina 31/07/2020 Gesù Il Vangelo letto dal sacerdote stasera è questo. “Chi
ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. Chi ama il figlio
e la figlia più di me non è degno di me. Chi non prende la sua croce e
non mi segue, non è degno di me”. Su questo c’è stato il messaggio. Mia piccola Maria, Io sono il crocifisso, il mio segno
è nella croce che di me porta significato e chiede ai miei seguaci di
seguirmi, ma lo possono nei parametri che pongo nel Vangelo letto dal
sacerdote stasera, abbandonandosi nell’assoluto bene che è la volontà di
Dio e che per essa si fa prioritaria e antepone tutti i suoi affetti, le
sue proprietà e persino la vita nell’accogliere la croce poiché come vi
dico, chi non accoglie la propria croce non è degno di me. Siete chiamati come vi esorta San Paolo ad essere i
miei imitatori e se il vostro maestro è intessuto nella croce per
aderire al volere supremo del Padre, anche voi dovete ripercorrere i
medesimi passi. Molti che chiamo la mia sequela inizialmente sono
fervorosi, ma quando per la mia chiamata debbono lasciare i propri cari,
i propri beni e dare la loro vita per mio amore mi abbandonano. Quando
vedono arrivare sofferenze e persecuzioni mi lasciano. A questo motivo affermo: “Se volete essere i miei
discepoli dovete portare a compimento la costruzione della vostra casa
nella sua interezza”, che è il disegno dell’opera che Dio ha per voi,
dato che se la lasciate incompiuta, come descrive il Vangelo, non ne
veniate derisi o dovendo affrontare la battaglia della fede per esserne
vincitori, dovete prima misurare le forze, le potenzialità, le armi
nello spirito che possedete per non fuggire sconfitti e amareggiati. Anche a me era stata palesata la missione della
redenzione, ancor prima di venire sulla terra dinanzi al Padre mio, ed
era già tutta presente: il sacrificio che ne avrebbe scaturito nelle
fughe sin da bambino, nelle persecuzioni del mio insegnamento sino a
dover morire dilaniato sulla croce, dando sino all’ultima stilla del mio
sangue e delle mie lacrime. Io sapevo ed ho acconsentito. Niente ho
anteposto al suo volere e alla vostra salvezza. Molti diranno: “Signore, ma tu sei Dio!”. Ma l’ho
patito nella mia umanità, e proprio perché Dio ancor più profonda e
severa la mia pena. Ma Io mi pongo ad esempio a rimirare la Madre mia, la
mia prima discepola che si è tuffata nella pienezza della volontà
divina, nella sua adorazione, annullandosi perché si compisse il mio
disegno. Non mi ha trattenuto a sé, ma mi ha donato nel suo “sì” perché
fossi riscatto, segno che nella mia croce si fa riconciliazione tra Dio
e l’uomo. Quale madre ha amato come lei? Durante il tragitto della via Crucis la Madonna era
lacerata dal dolore, avrebbe voluto coprirmi con il suo corpo, donare la
sua vita pur di farmi evitare anche il pur minimo graffio, ma
nell’adempienza primaria al volere divino non si è accostata, dato che
ogni minima o grande ferita non fattami erano tesori sottratti alla
redenzione. Credete voi che ella fosse meno coraggiosa della
Veronica? Ma mi si avvicina soltanto quando Io, ormai prostrato,
grido al suo cuore il mio aiuto e nell’incontro con il suo sguardo mi
nutro del suo amore materno, riprendo vigore e la via. Cosa credete che mia Madre mi abbia sussurrato: forse
povero figlio mio? Oh no! La Madre mi incita: “Vai figlio mio, coraggio,
vai avanti”. A voi non sono richiesti tali eroismi, ma che si
adempia la fedeltà al vostro compito sulla terra che potete realizzare
se vi fate i miei seguaci. Molti diranno: “Non siamo capaci, non ne
abbiamo la forza”. Se la vostra ricerca è sincera, se il desiderio è
autentico la mia grazia vi soccorre. È la mia grazia che sostiene, che
vi offre la fortezza e la perseveranza. Potrete determinare l’edificazione della casa, avrete
combattuto la buona battaglia sì che potrete seguirmi oltre la terra,
oltre le nubi del cielo, oltre al sole sino a me. Vi benedico. |