Luglio 2022

     Cuore e sangue

01/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, oggi voi nel primo venerdì del mese ricordate il mio Divin Cuore, ma anche in questo giorno il mio Preziosissimo Sangue: Cuore e Sangue, che sono organi fondamentali che danno motore alle funzioni dell’intero organismo. Se il cuore smette di pulsare, il corpo muore, se il sangue si ammala o arresta il suo percorso, ugualmente c’è il decadimento e la morte. Organi essenziali, vitali, uniti fra di loro, in quanto è il cuore che dà la spinta al sangue che può fluire ovunque rigenerando continuamente. Sono interconnessi: uno prescinde all’altro. Cuore e sangue che infondono energia, le potenzialità, la salute: vi danno vita.

A questo motivo che Io vengo a darvi il mio di Cuore e il mio di Sangue, che sono non solo umani, ma divini. Al vostro che è solo una funzione fisica, corporale, Io vengo a infondervene dei miei attributi che vi danno vita superiore, eterna, soprannaturale, per arricchirvene e rivestirvene delle loro potenze spirituali. Il mio Cuore vi trasmette, vi comunica i suoi sentimenti, vi infonde le sue virtù, e tanto più lo amate, lo onorate, lo invocate che esso si irradia in voi e vi maggiora l’amore, quell’amore che riverserete al vostro prossimo imparando ad amare come Io amo.

L’adorazione, l’onore, l’impetrazione al mio Preziosissimo Sangue vi apporta ogni sanità di bene, è farmaco che risana dagli infiniti mali, ma soprattutto ha una potenza d’esorcismo, una forza nel suo riscatto vittorioso di debellare le forze oscure dei nemici, di far arretrare i demoni. Come poter guarire da tante infestazioni, da tante vessazioni, da ogni forma di possesso e attacchi di ogni tipo del diavolo? La Chiesa dovrebbe implorare e richiamare il mio Divin Sangue per riceverne i suoi santi benefici, non solo invocandolo personalmente sulla creatura che è nel bisogno ed è disturbata, ma formando gruppi di preghiera e celebrazioni a sé, nell’invocare l’effusione sul mondo e la Chiesa del mio Preziosissimo Sangue, offrendo Sante Messe, adorazioni, suppliche e canti che ne porteranno ogni forma di liberazione e guarigione dai molteplici mali occulti ed anche fisici. Venite ad abbeverarvi alla sua fonte, alla ferita del mio Divin Cuore che trabocca acqua e sangue, che dal suo costato aperto ne ha dato la spremitura di me stesso, testimonianza del mio totale dono, sì che ne è uscita l’essenza, l’acqua che vi lava nella mia misericordia e il sangue che vi da ogni redenzione. Dissertandovene, vi fate battito del rintocco del mio Cuore portandone ovunque andiate il suo amore, vi fate goccia del mio Sangue, che ovunque siate ne porta in voi la sua salute su tutti.

Il mio Sacratissimo Cuore è acceso e in movimento con il suo battito, pulsa vita. Voi, unendovene ne riprendete ogni suo alito, ogni suo soffio che assimilato in voi ne spargete ad ogni altro cuore che vi sia accanto. Nei rintocchi del vostro essi ne ricevono la mia rinascita. Sarete come chi, passando per un campo secco e arido, torna a darne germoglio di fioritura e rigoglio di vegetazione. Contemplando il mio Divin Sangue ed abbeverandovene in grazia e desiderio, meditandone il suo versamento nei sacri misteri, nella mia santissima passione, come esso sia stato effuso, voi lo potete offrire e intercedere per quante innumerevoli necessità e problemi patiti. Esso si fa fiume che scorre e ne porta la sua sanità e ogni ricreazione al suo incontro nelle cellule malate e cancerogene di ogni terra ed elemento che muore, tornando a sanarsi e vivere. I parassiti muoiono, ciò che era brullo e sterile si fa fertile, la durezza si plasma, il fuoco dell’ira si spenge.

Come poter averne fame e sete, la brama di essi? Come sentirne l’arsura e il desiderio, dato che appagandovene essi vi saziano ad ogni fame e vi dissetano ad ogni sete? Dovete liberarvi delle vostre opulenze e orpelli, dagli attaccamenti dei vostri effimeri beni, da ricchezze materiali di amor proprio che si fanno ingombro al loro anelito, farvi poveri di voi stessi, nel quale il vostro io non risieda ancora sul trono, poiché finché andate alla ricerca di benessere e denaro, di ogni lussuria e fomento di carne, di ogni cupidigia di potere, essi vi fomentano lo spirito alla loro tenebra e vi distorcono il cammino ponendovi a ogni loro vanità e possesso. Sono le medesime tentazioni dell’uomo da sempre, che solo ponendosi al mio ascolto, al mio richiamo può vincere. Ciò che accade a Matteo nel Vangelo di stasera, al quale dico: “Seguimi”, ed egli abbandona smania di denaro e cattiva condotta, che entrò in lui e può entrare in voi la dimensione partecipata del mio Cuore e del mio Sangue. Questi diverranno i veri tesori che vi faranno parte di me. In voi ancora il mio Cuore potrà prolungare il suo battito di amore e il mio Divin Sangue scorrere per portare la sua salvezza.

Vi benedico.

 

     Pregate il Signore delle messi

02/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, il Vangelo esorta: “Pregate il Padrone delle messi perché mandi operai nella sua messe”. I campi sono vasti, si sono fatti sempre più incolti, sono divenute praterie in cui sussiste ogni tipo di sterpaglie e rovi nei quali si aggirano belve feroci e insetti dannosi. Le poche messi, i cui steli sono fatti ricolmi di grano, debbono lottare per non essere sovrastate dalle erbacce cattive che le invadono e da ogni parassita che vogliono devastarli. C’è bisogno, urge che ci siano operai per lavorarli, prendersene cura, porsi a loro tutela: ma si sono fatti pochi, non solo nel numero, ma anche nella qualità.

Il Padre celeste richiede che ci sia preghiera per ricevere vocazioni, e la Chiesa in tempi sporadici prega per ottenere. Ma Iddio non richiede solo una preghiera vocale, ma uno stato permanente di preghiera vissuta che si fa concreta nella grazia partecipata. Essa è prece costante e persistente, poiché se coloro che vi pregano sono in disgrazia di Dio come possono pretendere che la loro invocazione sia accolta? Se non c’è incontro nell’amore di Dio, come possono nascerne i figli? È nella fusione allo Spirito Santo che vi infiamma di sé, che nella sua azione vi feconda e ne porta il suo frutto. Il Padre stesso ne arresta l’invio di nuovi operanti e non permette che ci sia risposta alla chiamata del sacerdozio e della vita consacrata, in quanto nei seminari, nei luoghi stessi di formazione queste anime prese da un sincero entusiasmo al loro consenso, vengono poi devastate nell’intimo in ambienti che non preparano a una vita spirituale, a una devozione di cuore, ma solo a uomini di cultura, ad operatori del sacro razionali, impreparati poi a fronteggiare le battaglie dello spirito e contro le imperiose forze del nemico. Saranno pavidi ed inermi, si nasconderanno al loro piccolo ambito, alla cura delle sole povere pecore che le circonderanno nel loro sicuro asilo. Non irrorati dalla potenza dello Spirito Santo, la medesima parola di evangelizzazione non feconderà le creature, non potranno essi porsi a difesa del loro gregge in un mandato che è una lotta contro le forze del male a tutela delle anime. Come potranno fronteggiare l’arroganza delle genti fattesi sfrontate e ormai ignoranti della Santa Parola? Combattere contro le orde del nemico che si è fatto più malvagio e sfacciato?

Iddio richiede uno stato di grazia, di purificazione dell’anima che vive nel suo cambiamento, nella sua conversione dal peccato prima personale, perché poi possa esser segno per gli altri. Egli vuole che sia una sequela a lui, ponendosi in cammino alla ricerca delle persone ormai smarrite, malate e spesso occupate dal nemico, mentre i miei ministri stanno assopiti e si nascondono, non ponendosi a nessuna ricerca: non solo temono, ma non hanno più niente da dare per ricondurre le anime a Dio. Essi stessi non amano più. Quale amore quindi possono dare?

Il Padre celeste incita ad essere poveri e a porvi in cammino nella povertà, sprovvisti di beni acquisiti materialmente nella propria persona, poiché se colmi di sé non potranno colmare delle potenze di ogni attributo divino: porteranno la sola umanità che non santifica. Affermo nel Vangelo: ho dato ad essi il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutte le potestà del nemico, niente potrà danneggiarli. E nelle mie condizioni enunciate ed attuate ne sono vincitori. Primo, lo stato di grazia di preghiera vissuta. Secondo, infusi della potenza dell’amore divino in continuo movimento di ricerca dell’altro. Terzo, nella povertà di ogni piccolezza e umiltà. È da essi che piovono vocazioni di sacerdoti e religiosi santi e prosperi.

Cosa c’è bisogno perché nascano i figli? C’è bisogno di una mamma, della mia Madre Santissima che ha portato in sé il Sommo Sacerdote. Lei, Madre del sacerdozio, della vita consacrata, di ogni vocazione, porta in sé il solco dello stampo di Cristo. Riformerà tutti coloro che a lei si consacrano e la amano accogliendola da Madre, all’immagine di suo Figlio.

Oggi, nel primo sabato del mese, onorate il Cuore Immacolato di Maria, che richiede riparazione alle sue offese e ai suoi oltraggi, ma anche un atto di consacrazione nel quale date tutto di voi a lei. Quando la Chiesa la onorerà non solo con belle espressioni formali e in certi tempi stabiliti, ma si donerà a lei pienamente? Maria, che è il grembo che dà la vita di Dio, farà risorgere chiese, parrocchie, monasteri e conventi che pulluleranno di abbondanza di operai, di consacrati e laici che saranno da Maria uniti e infusi al suo Divin Sposo, che tutta la permea, dandone santità. Solo allora le messi saranno piene di operai solerti alla loro cura, le aiuteranno e queste si faranno mature e ricolme di ogni abbondanza, le cui spighe dorate ondeggeranno nei campi, nell’attesa che siano mietute. Gli angeli verranno per riporli nei loro covoni, nei granai del Re, per farne quel pane degno di essere presenziato alla sua mensa.

Vi benedico.

 

     L’idolatria

05/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, Io sono il tutto e sono nel tutto, sono nelle mie carni eucaristiche, ma mi rivelo anche nello spirito e vivo facendomi presente nel cuore delle anime che mi amano.

La Santa Parola di oggi vi richiama fortemente a non essere idolatri, a non cadere nell’idolatria: l’idolatria è il peccato per eccellenza. Il peccato stesso è idolatria, in quanto compiendolo ci si ribella a Dio, ci si contrappone a lui per ricercare sé stessi, i propri desideri e voleri che gli sono contrari. Sin dai tempi più antichi l’uomo si è posto contro il suo Creatore, che munifico lo ha sempre ricolmato delle intere sue provvidenze, forgiandosi idoli fatti con le proprie mani, di ferro, pietra e ogni altro materiale, a cui dava persino un’anima nel suo immaginario prostrandosi con la sua invocazione e offrendo sacrifici per ottenere di appagarsi dei propri interessi, trasfondendo a cose, statue, un potere superiore che potesse assecondarlo. Sculture e opere umane che non potevano dare risposta, ma al cui continuo richiamo di ogni entità malefica venivano offerti riti di propiziazione anche malvagi, di omicidio e ogni abominio, in riscatto per avere ciò di cui bramavano: potere, ricchezze e lussurie di ogni perversione, sì che a tale offerta venivano richiamate le forze diaboliche che se ne investivano con la loro presenza nefasta negli stessi idoli e luoghi, apportando al loro ricorso ogni male e distruzione sulle persone.

Cosa è stato il peccato già agli albori del mondo in Adamo ed Eva, se non l’idolatria? Essi hanno posticipato alla santa volontà di Dio quella del maligno, ascoltando e sottoponendosi alla volontà del serpente che è nemico e opposto all’eterno. Nel Vangelo di stasera Io risano un uomo posseduto da uno spirito muto, che riprende la favella, ma vengo accusato di operare tale liberazione tramite il potere e in nome del diavolo. Ma può Satana andare contro sé stesso? Può scacciarsi e impoverirne le sue forze? Ove è la sua logica? Egli cercherà di maggiorare il suo esercito per rafforzare il suo regno, così come Dio cerca di accrescere le sue anime per condurle al suo di regno. Ognuno esprime sé stesso e combatte per i propri obiettivi, ma sono contrapposti. Come poter capire se le cose di cui partecipate e vi imbattete siano del Signore Dio vostro? Se esprimono e vivono una via di verità? Lo potrete osservando se esse aderiscono pienamente all’insegnamento divino, alla sua Santa Parola senza trasgredire o cancellare ogni suo minimo punto, se ne viene irrorato l’amore e ne vedete compiere intorno a voi il frutto della sua carità, se vivendo si sparge la mia vita.

Oggi in un tempo in cui tanto l’essere umano si proclama moderno, razionale, pragmatico, mai come in questo contesto storico si è fatto idolatra. Ciò accade perché l’uomo è un essere non solo carnale, ma anche spirituale, e lo spirito cerca e ha desiderio continuo di ricongiungersi al mondo che gli appartiene: ma lo ricerca nella sua tenebra. Quand’anche egli si dichiari ateo spesso va alla ricerca del soprannaturale, e poiché respinge l’insegnamento santo del Padre celeste con la sua legge, che reputa limitativa alla sua libertà, si ripiega alle molteplici teorie e pratiche esoteriche, a gruppi e sette d’ispirazione a filosofie orientali, ad operatori dell’occulto, finendone poi invischiati con tutto il male che ne consegue nei loro perversi effetti.

L’uomo va contro di sé e il suo bene, si oppone all’Eterno che lo ama sinceramente da padre arrecandosi da soli ogni danno. È stolto. Crede che il Santissimo Sovrano voglia defraudarlo dei suoi beni, di ciò che ritiene legittimi diritti ad ogni suo desiderio ed ambizione, per quanto sia sbagliato, al quale non vuole ci siano proibizioni o restrizioni, alleandosi per ottenerle con l’altro e si vende anche l’anima: non sa che si perde e firma la sua condanna. Avete un’unica vita, non c’è altra proroga, e va usata con sapienza il suo tempo.

Iddio ha già tutto, è bastante a sé, ma viene a voi e vi indica la via nel quale assimilare la sua di ricchezza. In Dio vi farete re, divini ed eterni. Non fa che aiutarvi a non precipitare nelle fosse dei diavoli a cui, idolatrando, gli uomini si danno e ne ricevono la morte. Seguite il Signore e prostratevi in adorazione solo a lui. Adorate il signore Dio vostro e non vi prostrerete ad altri dei: ne riceverete la sua vita. Chi avrà cercato e servito i demoni, cosa gli resterà, se non i demoni? Se avrete cercato e servito Dio, vi resterà Dio.

Vi benedico.

 

     L’apostolo è in cammino

07/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, oggi nel Vangelo Io esorto i miei apostoli a porsi in cammino, ad andare per le vie del mondo per proclamare il regno di Dio, annunciando la Santa Parola, guarendo gli infermi, dando liberazione dai demoni. Lo potranno ripercorrendo ciò che Io ho vissuto nel mio mandato, ponendo il proprio passo nel mio, a sequela del loro maestro. Dinanzi ad essi si protendono vasti campi da lavorare ed essi sono chiamati a farsi miei contadini, che si pongono alla vanga per preparare i solchi e spargerne la semenza, che coltivino la terra nell’attesa che il raccolto sia di Dio. I miei apostoli debbono rivivere la mia missione che ha dato nella sua testimonianza effusioni di grazie, miracoli e conversione.

La stessa storia della Chiesa è tempestata dalle vicende dei santi, dei benedetti, che incarnando la mia persona hanno adempiuto e ripercorso le mie stesse opere in ogni bene divino profuso, dando guarigioni, cacciando i demoni, sanando situazioni, trasformando i cuori più induriti portandoli a santità, dando persino resurrezione ai morti. Questo si è verificato poiché hanno creduto e vissuto la mia Santa Parola, mi hanno accolto in sé: Cristo era presente dentro di loro e ne hanno riportato le medesime potenzialità ed effetti.

Come mai oggi tutto questo non accade quasi più, non si evidenziano frutti di ogni rinascita in Dio che ancor più darebbero attestazione e visione della realtà divina, della sua fede? Ed Io vi rispondo: guardate. Ove sono i prodi che infiammati dell’amore di Dio si pongono nelle strade o nelle piazze a proclamare il santo Vangelo, ad esortare alla conversione? Ove si sentono languire l’animo, colmare di pietà e ogni compassione per recarsi spesso dai malati con gli armamenti medicali divini nel sacro unguento dell’olio degli infermi? Quante sono le ginocchia piegate che per ore si pongono oranti in adorazione del Santissimo Sacramento, o quelli che si pongono nella lotta contro il nemico per la difesa delle anime?

Quando tutte queste condizioni venissero vissute e compiute, se ne vedrebbero gli esiti, il prodotto d’ogni grazia di cui la mia parola annuncia e Io sono stato e sono. In me si attuano. Vi viene domandato di evangelizzare, di portare ovunque il mio insegnamento nel porvi in continuo movimento, lungo il percorso dei sentieri della vita: ciò che si ferma muore. Se l’acqua non scorre ristagna in un pantano. Lo dico non solo ai sacerdoti, ma a tutti coloro che si dichiarano credenti e miei amanti. Potrete camminare se leggeri e sprovvisti delle zavorre dei vostri pesi, andando poveri, abbandonati alla santa volontà del Padre, operando in suo nome gratuitamente, dato che egli stesso provvederà alle necessità dei suoi lavoranti. E quando accadesse che pur voi alacremente vi poniate in opera per la gloria di Dio, ma ne riceveste solo rifiuto, che le porte non si aprissero al vostro richiamo, né quelle delle case come quelle del cuore, non spengete la speranza: seppure il terreno su cui vi siete adoperati rimanesse brullo e arido, non accogliendo la vostra fatica, andate oltre, per altre terre, ma non arenatevi. Sarà poi il giudizio divino che per essi si farà ancora più duro di Sodoma e Gomorra, in quanto a queste città non è stata data loro la medesima grazia. Ma a voi che avete persistito per il mio amore, quando vi giudicherò potrò dire: “Sei stato mio servo fedele e operaio alacre. Ora sei sempre con me. Riposa, sei parte di me”.

Vi benedico.

 

     La testimonianza

08/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, oggi la Santa Parola vi pone in evidenza la realtà della condizione di vita di colui che si fa mio seguace, cosa è chiamato a vivere chi si fa di me testimone, quale adesione, quale impegno, quale lotta comporterà la sua fedeltà e la chiamata ad essere evangelizzatore in qualsiasi contesto condurrà la propria missione. Dovete essere testimoni con la parola, l’esempio, l’offerta di voi stessi, e questo comporterà spesso la persecuzione, il tributo del proprio sacrificio, perseveranza e costanza a uno stillicidio che cercherà di corrompervi per fermarvi. Lo dico ai sacerdoti, particolarmente ai missionari che si pongono in prima linea, che si fanno pionieri portando il cristianesimo in terre che vanno purificate da ogni paganesimo e usi conniventi con il peccato, proclamando la via della loro salvezza. Quanto sudore nelle loro fatiche di apostolato, quante lacrime versate, quanto cammino in luoghi sconosciuti e ardui, e molte volte con il sangue versato del martirio per fecondarne le genti alla mia fede.

Questa testimonianza si paga anche all’interno della famiglia, tra le mura domestiche quando sussiste l’impegno dell’educazione e la fermezza alla mia adesione, tra sposi che si dividono per il mio credo, figli che se ne oppongono ai genitori: si creano discordanze e allontanamento tra parenti e amici, se ne vive la lacerazione, in quanto Cristo è segno di spaccatura tra chi vuole credere e chi non vuole, tra chi, pur dichiarandosi credente, usa e dissacra distorcendo le verità divine e chi ne vuole mantenere la sua integrità e purezza.

Perché accade ciò? La verità dà attrito alla menzogna che al suo incontro e rivelazione si inalbera, si innalza stizzosa cercando tutti i mezzi di soffocarla per farla tacere. Lo spirito si rivela sempre nel tempo, anche se cercasse di occultarsi, in ciò che è bene come in ciò che è male, e lo spirito si assimila in quel che gli è simile ed espelle ciò che gli è contrario. Cosa bisogna fare? Arrendersi alle correnti del mondo per non combattere? Aderire ogni falsità pur di mantenere uno stato di quiete per il proprio benestare, una falsa pace e abbandonare la vita cristiana, la sua difesa, il suo impegno?

Questo accade anche all’interno della Chiesa: dinanzi a verità calpestate, a eresie manifestate di cui se ne comprendono le evidenze si tace, non ci si oppone per non perdere i propri posti, favoritismi e benefici, lasciando però che Cristo e la sua legge venga calpestata. O quanti, all’interno della famiglia, per non irretire o offendere i propri cari, si sottopongono ad ogni compromesso del loro peccato? Nascondono la propria fede, non danno testimonianza per una relativa unione che condurrà poi tutti agli inferi.

Figli, bisogna lottare con le armi di Dio che nella vostra dimostrazione ne vive la sua carità, per la salvezza che ne apporta per mezzo della vostra integrità e fermezza, pur tra le persecuzioni che sarà per voi croce che darà a coloro che vi vivono intorno redenzione. Cosa ve ne darà la forza, la luce che vi mantenga fedeli alla verità? Ché cercheranno con ogni menzogna, che si camuffa a giustificazione di bene, di oscurarvi. La preghiera: la preghiera sia forte e perseverante. Ugualmente la vita sacramentale. Invocate lo Spirito Santo. È egli che in voi dà fortezza, virtù, lume. È lo Spirito che vi darà parola, infonderà capacità, quell’amore santo che è primario e scavalca ogni affettività umana che si vuole ergere a primizia per distogliere e opprimere il prioritario amore di Dio che vi mantiene saldi e al di sopra di ogni accomodamento e compromesso, oltre le battaglie e ogni discriminazione, per cui sarete pronti ad essere testimoni al di sopra di voi stessi e di questo mondo per portare salvezza ai vostri fratelli e dando gloria al vostro Signore.

Vi benedico.

 

     La sacra legge infonde alla carità

09/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, come avere la vita eterna, come raggiungere il regno di Dio, come aver incontro con lui e possederlo? La risposta è nell’adempimento ai divini comandi, nell’obbedienza alla sacra legge che è la base comune che vi offre uno stato di grazia su cui poi solo si può edificare ogni crescita spirituale, ogni profondità e conoscenza d’intimità con il Padre celeste, e conseguentemente la santità. È legge cui tutti sono chiamati ad eseguire. È scritta ed infusa già dal Creatore nel cuore dell’uomo, vive stampata nella sua coscienza ed è rivelata ed espressa nella parola divina che ne ha messo il suo stampo sulle tavole date a Mosè, dall’ebraismo al cristianesimo che giunge al suo fulcro nella pienezza e nel compimento della sua perfezione e della rivelazione di Dio nel cattolicesimo, che permette nell’adesione de comandamenti di unirvi e fondervi al Signore tramite la vita sacramentale, e particolarmente nell’esplosione della sua presenza concreta che viene a voi come nutrimento nell’Eucaristia.

Solo nell’aderenza della legge voi sarete capaci di amare. Il frutto, l’essenza dei sacri comandi è la carità. Essa vi indica il sentiero, la strada della verità, e la verità vi congiunge al bene, vi riforma all’amore. Iddio vi è offerto alla tavola del suo Cuore, ciò che egli è, ogni trasparenza di perfezione che ne dà il senso della sua sostanza che è l’amore. Nel viverne voi vi assimilate, vi rispecchiate, vi fate uno con la mente, con il cuore, con la forza dell’Eterno. Ottemperandoli voi onorerete, rispetterete, parteciperete nella carità i rapporti con il prossimo. Alla loro fedeltà ne scaturisce il dono per l’altro, in quanto cos’è l’amore, se non il dono di sé? È in questo amore acquisito e partecipato che voi sovrastate, ricolmate, arricchite la legge stessa, ne date ogni compimento.

Quando vi viene detto che già si eseguono i divini comandi, ma non ne notate scaturire il frutto della carità, non credete. C’è sempre un peccato che ha penetrato, che ha trasgredito e inquinato tale stato di grazia, poiché ne è subentrata magari la superbia, ogni orgoglio, e nella superbia il cuore si fa duro, non ama. Cosa insegno al dottore della legge che mi domanda su cosa sia il proprio prossimo? Lo descrivo nella parabola del buon samaritano: è colui che si ama, a cui ci si prostra servizio nel bisogno altrui, che si soccorre, a cui ci si fa solleciti alla propria cura. Questi è colui che adempie alla legge, che porta in sé impresso l’invito ad amare.

Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, per riceverne i suoi sentimenti, la sua misericordia. Lo amerai con tutta la tua anima per effonderti del suo Spirito, con tutta la tua forza poiché nel tuo sforzo, nel tuo impegno e rinnegamento di te stesso ne ricevi il merito e ogni potenza divina, con tutta la tua mente per aderire al pensiero della sapienza divina, che si sottopone alla sua santa volontà. Allora ne assorbite, la sua stessa vita. Seguite i comandamenti: essi danno all’uomo la sua dignità e il suo equilibrio psichico, umano e spirituale, ne vive la sua ricreazione, il suo stato di beatitudine iniziale del giardino dell’Eden quando il Creatore si rallegrava di conversare con le creature. Ne riforma l’uomo e l’alleanza a lui, sì che il regno di Dio già sussiste in voi. A questo motivo che il demonio feroce di ogni invidia fa di tutto perché laceriate, spezziate il sacro vincolo dell’alleanza con il Padre celeste per deformarvi a sua immagine e farvi perdere ogni beatitudine.

Tornate, figli miei, tornate ad ubbidire alla legge: è legge di amore. Fatevi umili: gli umili ubbidiscono e lottano contro le cattive passioni. Nel vostro desiderio e sincero pentimento infinita è la bontà del Padre Santissimo che vi riprende e vi pone sul cammino della sua Santa Parola, che sola vi riconduce ad essere suo degno figlio ed erede del cielo.

Vi benedico.

 

     Città di Dio, cosa siete diventate?

12/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, ecco si innalza il mio grido nel Vangelo: “Guai a te, Corazim, guai a te, Betsaida, che siete state beneficate da grazie e prodigi e non li avete accolti, che avete disconosciuto il Signore che è venuto a visitarvi. Il vostro giudizio sarà più severo di Sodoma e Gomorra che sono state distrutte per il loro peccato, ma se avessero ricevute le stesse benedizioni, assistendo ai portenti del Signore avvenuti in mezzo ad esse, si sarebbero convertite e ancora sussisterebbero”.

Tuttora il mio grido si eleva sulle città cristiane: guai a voi che siete state ricoperte di ogni abbondanza di beni divini, le cui strade sono state attraversate dalla testimonianza dei santi, la cui terra bagnata dal sangue dei martiri, cosparse delle opere sante sorte in nome di Dio, le cui mani di benefattori e benedette ne hanno dato vita, ammantate di chiese e basiliche nelle quali poter attingere e recepire i tutti tesori divini. Dovevate essere luce che irradia sulle altre città del mondo, e cosa siete invece diventate per tutti gli abomini, il male perpetuato, la disaggregazione alle cose sante? Avete rinnegato e disprezzato la vostra fede, calpestato il vostro credo, la cui lode che si innalza è l’imprecazione di Satana: siete diventate delle cloache a cielo aperto.

Lo dico a Gerusalemme: guai a te, terra amata, irrorata dalle mie lacrime e dal sangue di un Dio, i cui miei passi l’hanno varcata e il mio sguardo contemplata, a cui il Padre Santissimo ha posto vessillo la croce di suo Figlio, in modo che fosse faro di verità a tutte le genti. Tu che dovevi essere segno e tavola della legge divina al mondo, cosa sei diventata? Non hai dato ascolto alla mia parola e al mio richiamo, e ti sei fatta ancor più dei miei tempi bianca del tuo sepolcro che racchiude però al suo interno ogni marciume e ossa di morte, e il suo fetore ne invade.

Guai a te, Roma, chiamata a predilezione dall’Eterno come sua tesoriera, depositaria della sua Chiesa e del suo vicario, che dovevi essere regina e madre di tutte le chiese dell’umanità intera, fulcro del mio magistero che doveva risplendere alle coscienze. Ti sei fatta invece una spelonca di ladri e covo di demoni. Cosa sei diventata, se non la nuova Babilonia che espande la sua caligine ovunque?

Cosa dovrò fare per esse? Non tornerò con la mia amorevolezza, ma nella purificazione. Poiché si sono date al nemico, egli verrà a devastarle. Ne avete offerto e posto alle sue mani i beni del cielo che appartengono al sommo Sovrano. Egli, che ve li aveva dati in dono per vostra santificazione, mentre voi li avete dati ai porci che, come dice il Vangelo, li hanno calpestati e a voi si rivolteranno sbranandovi.

Solo la purificazione darà un nuovo volto: le città si laveranno e l’aria si farà tersa, il profumo che si eleverà sarà incenso, le tenebre si dilegueranno per farsi radiose del pieno giorno. Esse partoriranno figli alla santità, in quanto vi nascerà una nuova Chiesa e una nuova umanità che si farà un’unica città di Dio degna della sua reggenza: unico incontrastato Re e voi i suoi fedeli abitanti.

Vi benedico.

 

     La sapienza è nel cuore

13/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, Iddio rivela la sua sapienza ai piccoli, agli umili, dato che essa nasce e ne dà rivelazione nella semplicità dell’animo. È scienza infusa dallo Spirito che permea un cuore aperto alla sua azione, ed è il cuore il mezzo che ne permette ogni sua conoscenza. Quanti dotti e sapienti umani che, pur avendo scrutato le scritture e conoscendole tutte, non si sono incontrati con Dio, in quanto non si sono fatti minimi. Sono rimasti nelle loro grandezze superbi, così grandi che non hanno bisogno di colmarsi che non di sé, dei propri meriti, delle proprie conoscenze, sì che non possono incontrarsi con l’essenza del Padre celeste, conoscerne le confidenze, i suoi segreti e misteri, le intimità che possono essere rivelate solo mediante un rapporto d’amore, di fusione in chi si fa povero, in chi si pone in ascolto, in chi lascia che Iddio lo plasmi.

Chi è il piccolo, chi è l’umile? Chi si piega e si pone a servizio. Questi è colui che ama e di cui Dio si compiace. Cosa fa un genitore, come si rapporta con i suoi figli? Prende il più piccolo e lo porta in braccio, lo trae a sé sino alla sua guancia per baciarlo. Si pone ai suoi orecchi per dirgli le parole più dolci e suadenti. Ugualmente fa il Padre Santissimo con le sue creature. Nella storia della Chiesa voi vedete tempestate di vite di santi che si sono fatti tali proprio perché umili, spesso nascosti al mondo, ma conosciuti da Dio, che non hanno richiesto per sé, ma per adempiere il divino volere. Notate di quante visioni la Madre Santissima ha elargito e a chi, se non a semplici creature che, seppur conoscenti di poche nozioni basilari della fede, avevano però un animo puro, innocente, con un foglio bianco dove lei ha potuto scriverne una storia Santa.

Quanti santi non noti o non santificati dalla Chiesa si ergono però come stelle rilucenti in paradiso. Anime che si erano fatte ultime e povere, serve di tutti, e Iddio ne ha tempestato l’anima di virtù e predilezioni. Altri, pur se dotti delle verità di fede e di ogni cognizione teologica, si sono però santificati perché abbandonati alla volontà di Dio: si sono lasciati plasmare da lui e il Signore, sulle loro basi di conoscenza, li ha arricchiti ulteriormente in modo che ne divenissero tesoro per la Chiesa intera.

È lo Spirito che chiama e va alla ricerca dell’anima di cui ha somiglianza, che porta lo stampo dell’umiltà: ne è attratto e vi si riversa ricolmandola di tutti i suoi beni. Il Divino Creatore nel suo immenso giardino, ricolmo delle moltitudini dei più svariati fiori, ne raccoglie uno e lo offre a chi vuole. Sono fiori di ogni suo dono e proprietà, fiori di sapienza che trapianta nelle terre umide e feconde per far sì che se ne ornino e ne diano semenza, spargendo bellezza e profumo e seme su tutti. Quanto maggiormente l’anima si pone alacre a tale servizio, quanto più essa si fa minima e ama, e Iddio ne ricambia e si fa ancor più munifico ricolmandola di ulteriori fiori in modo che rivestendone, ne estenda e ne faccia altri suoi giardini.

Come diventare umili, come farsi piccoli? L’umiltà è la virtù, la dimensione più difficile da vivere per gli uomini, poiché non vogliono perdere il proprio ego, essere gli artefici di sé stessi e della propria vita. Bisognerà molto pregare per chiederne grazia e abbandonarsi all’Eterno, lasciando che egli operi in voi. Spesso per raggiungere questo stato di piccolezza per i molti è rifare un percorso indietro, retrocedere nel tempo, e c’è bisogno di un’opera di purificazione, di sradicamento da ogni intralcio di orgoglio e volontà propria per far sì che si facciano da pietra dura una creta morbida, duttile al dito di Dio che la può modellare per farne uscire la sua opera, un suo strumento nel quale potere infondere del suo sapere e delle sue potenzialità, farne uso e arnese per il bene di tutti gli altri figli. È ciò che descrive la prima lettura. Può forse vantarsi la scure contro chi se ne serve per tagliare o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia? Quando la creatura si lascia usare per il fine dell’utilità di Dio, ella si è fatta umile. Solo quando lascerà sé stessa potrà incontrarsi con la sapienza del cuore Ma quando l’uomo comprenderà che è nel cuore il segreto di ogni sapienza di Dio?

Vi benedico.

 

     Misericordia Io voglio e non sacrifici

15/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, il Vangelo vi sprona fortemente: “Misericordia Io voglio e non sacrifici”. Lo dissi ai miei tempi, ma la mia parola nella sua esortazione percorre la storia nei secoli e lo afferma pure ai giorni vostri. Lo affermai allora perché i cosiddetti osservanti del culto, farisei che si consideravano pii e si ergevano sugli altri credendosi migliori perché praticavano ed erano fedeli ai riti, alle tradizioni ebraiche e ne osservavano ogni norma, credevano che tutto ciò li accreditasse, li ammantasse di un’aureola di santità. Tutto quel che facevano diveniva un mezzo per sé stessi, per reputarsi degni e meritevoli di ogni stima. Facevano copiose offerte in oboli e sacrifici di bestiole, pensando che con essi si avvalorassero del ben voler di Dio e ne venissero affrancati dal loro comportamento, in quanto non si convertivano, rimanendo duri, senza amore e compassione per l’altro.

Cambiano le stagioni, muoiono gli uomini e ne nascono altri, e nel tempo che scorre il comportamento umano è lo stesso: commette i medesimi atteggiamenti ed errori, si ripresentano gli stessi peccati. L’uomo cerca continuamente la sua gloria ed usa persino le cose sante del Signore per farsi un podio su cui ergersi e regnare, senza comprendere che ciò che il Padre vuole è il cuore della creatura, che ami e si effonda nella sua compassione verso i fratelli. Tuttora ancora oggi Io vi sprono: misericordia Io voglio e non sacrifici, ma ahimè, sono tempi questi in cui la massa dell’umanità non ha né misericordia e né offre sacrifici. Pensa solo a sé stessa, al suo personale obiettivo e fine. Lo dico però maggiormente per gli osservanti cristiani, per i pii fedeli che vengono anche tutte le domeniche alla Santa Messa, che si spendono in lunghe novene, che ottemperano ad ogni rito di tradizione nella famiglia che si riveste di religiosità, che non perdono e seguono tutte le processioni e feste ancorate solo nella forma al culto divino, ma che non ne vivono, come nei farisei dei miei tempi, né conversione, né amore, né misericordia.

Si adeguano ai compromessi del mondo, convivono con ogni peccato: non hanno nessun fremito di pietà al bisogno di chi è posto anche alla porta accanto. Come può Iddio accogliere tali offerte che sono lontane da ogni suo volere: diventano un abominio che egli disgusta, che rifiuta volgendosi con lo sguardo altrove. Ciò che è stato adempiuto nel suo Nome non è stato santificato dalla verità, dalla grazia, dalla carità, in un’offerta dissacrata e inquinata dal male che non viene benedetta e rimane sterile, senza esito. La misericordia va unita al sacrificio, la carità unita all’offerta: solo in questa fusione, in questa pienezza si realizza la sua santificazione.

Come avere la misericordia? Tutto nasce da Dio. Ogni cosa che sussiste ed avete è sua grazia. Niente può venire da voi. Chiedete, chiedete, così come potete chiedere misericordia, carità, fede, ogni suo attributo. Il Padre celeste vi nutre per la vostra vita corporale. Ugualmente vi nutre pure per la vita dello spirito. Ponetevi alla fonte del suo Cuore paterno ed egli vi abbevererà di ogni sua potenza. Datevi a lui come siete, poveri come siete, nella vostra nudità: è solo lui che può colmarvene. Ponetevi poi in opera, adoperatevi per quel che potete nel frazionare il vostro pane e ciascun bene a chi ne è mancante. Date il vostro conforto a chi è solo. Amate chi è abbandonato, ponetevi al soccorso nel vostro dono. È nella misura in cui vi adoperate offrendovi, che Iddio vi riempie e sovrabbonda di maggiore intensità, di carità e misericordia verso il prossimo. Tutti possono dare.

Voi vedrete al vostro giudizio di quanti sorrisi mancanti, di quanti giudizi accusatori, di quante spalle voltate con cui avete ferito i fratelli. Siate benevoli, amate e Iddio benedirà la vostra offerta con tutti i vostri sacrifici e l’opera data lui ne darà santificazione e farà discendere la sua prosperità di grazie su voi e chi ne volete beneficiare.

Vi benedico.

 

     L’ascesa allo Spirito

17/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, la Santa Parola di oggi vi richiama alle altezze del cielo, a vivere la realtà dello Spirito per raggiungerlo, ad unirvi alle cose divine per innalzarvi, e ve ne indica i presupposti: il primo di essi è nella carità, gemma che rifulge su tutti gli attributi. Abramo nella prima lettura accoglie tre pellegrini, tre inviati di Dio che ne rappresentano le Tre Santissime Persone. Ad essi egli offre ristoro e ospitalità, dando riparo e nutrimento. Si pone al loro servizio, servizio che i pellegrini accorgono dando il loro contributo di gratitudine nella loro di ricompensa: danno notizia che fra un anno Abramo e Sara, sua sposa, avrebbero avuto un figlio, il dono più prezioso e atteso per la loro discendenza. Ecco, la carità offerta Iddio la ricambia sempre con la sua di generosità, donandovi ogni sostegno di beni materiali, ma non solo, aprendovi il cuore alle realtà dello spirito, infondendovi nuovo amore, quell’amore che è sua sostanza.

La seconda disposizione è nella croce, nelle sofferenze con cui voi partecipate nella vita e date al Signore. Accade così come vi indica San Paolo nella seconda lettura, che egli è lieto della tribolazione che sopporta nel quale dà compimento a ciò che ne manca nella sua carne a favore della Chiesa. La vostra croce permette che si compia pure in voi un altro tassello al completamento della glorificazione di ogni salvezza divina. La croce vi innalza dalla terra e vi tiene sospesi verso il cielo. In essa voi vi rivelate, in quanto nel dolore c’è la rivelazione della vostra essenza: il dolore manifesta la sua verità, vi purifica e vi denuda da ogni materia per portarvi alla vostra nudità creativa, appena tratta dal suo Creatore per tornare a lui, alla sua genesi virginea, infusa del suo puro e intoccato Spirito.

Ma come poter ottemperare alla carità, saper accogliere la croce? E la risposta è il Vangelo, quando vi richiama all’ascolto di Dio, alla sua Santa Parola, alla fusione dei suoi beni vissuti. Vengo invitato nella casa di Lazzaro e mentre Maria si pose ai miei piedi adorante nell’ascolto ai divini misteri, Marta si affanna e si agita, richiamando la sorella a spendere bene il suo tempo prima nei suoi doveri. Marta è presa, pur se in cose buone, ma puramente umane a mettere in secondo piano l’essenzialità, la priorità dell’incontro con il Signore e il suo ascolto, che sono fondamenta, ciò che è vitale e che solo dà energia, forza e senso all’intero vostro operato.

È da Dio che ne viene ogni benedizione e capacità che apre l’intelletto al suo sapere, il cuore al suo amore, le mani alla sua opera. È egli che aiuta l’uomo nel suo percorso terreno a liberarsi della sua corporeità per innestarvi ogni sua grazia, che lo affranchi e lo innalzi a creatura spirituale. L’uomo si imprigionerebbe ulteriormente alla terra con i suoi istinti, divenendo persino animalesco. È la mano dell’Eterno che lo trae dal suo pantano per trarlo verso di lui. Quella terra a cui le persone danno così importanza, alla quale si legano a pesanti catene per ricercarne ogni suo possedimento: terra così breve e transitoria, mentre lo spirito è stabile ed eterno, più concreto e definito del suolo su cui pone il passo.

Dinanzi a tale debolezza il Padre celeste ha voluto donare alle sue creature una Madre alla quale sostenersi. E ieri che avete celebrato la Madonna del Carmelo, la Madre delle. altezze, la Madre del cielo che vi riconduce alle sue vette, è ella che vi aiuta, vi guida, vi sorregge perché varchiate e saliate il monte dello spirito, che solo mediante la carità, la croce e la fusione all’ascolto divino vi riconducono all’ascesa del firmamento celeste. Una madre ama solo, non giudica. Se il figlio cade non condanna, ma lo rialza, gli asciuga le lacrime e gli sorride, lo sprona ad avere speranza e fortezza, a saper guardare alle cose di lassù con cuore ardito e perseverante. Nel salire l’essere umano fa fatica, ma nel suo sudore ne perde le zavorre di sé stesso, facendosi più leggero e spedito il suo cammino. Datevi a lei. Maria è il segreto d’un sentiero celere, che spiana tutti gli ostacoli. È viatico di certezza di salvezza. Ella vi condurrà alla cima della montagna, vi farà contemplare l’infinito, la bellezza che vi attendi di ogni maestosa meraviglia divina, felice guardandovi che siate finalmente giunti sicuri a casa.

Vi benedico.

 

     Il segno

18/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, nel Vangelo di stasera scribi e farisei mi si affiancano per chiedermi un segno: vogliono un segno per poter credere ch’Io sia, che dia manifestazione della mia natura e credere nel mio operato. Essi mi combattevano, mi osteggiavano, ma rimanevano spesso sgomenti e perplessi, e un dubbio macerava nell’animo della mia veridicità, e cercavano e volevano un’assoluta certezza tramite un segno. Ma Io stesso sono il segno, la rivelazione di Dio sulla terra. Tutto ciò che compivo attestava che il regno di Dio era in mezzo a loro: nell’annuncio della mia Santa Parola, nei miracoli che avvenivano su quante folle di malati, liberazione di ossessi, su quante situazioni considerate inestricabili che al mio intervento si districavano. E tutto ciò cosa dava a intendere? Manifestava il segno della presenza divina tra gli uomini. Ma quando non si vuol credere, pur dinanzi all’evidenza, non si crede. Pur se i suoni sono melodiosi ci si chiude le orecchie e ci si fa sordi, non si ascolta, pur se i colori e le visioni sono allettanti e gradevoli, ci si chiude gli occhi, ci si fa ciechi, non si vede.

Iddio opera e si rivela nel tutto. Sono gli uomini che non vogliono recepire e riconoscere la presenza di Dio, in quanto ciò li richiamerebbe a guardarsi interiormente, a scrutare la propria coscienza e porsi in giudizio per il cambiamento. Tuttora in molti dicono di non poter credere, poiché non hanno segni: segni portentosi, soprannaturali, che li meravigli ed edifichi, che nel loro stupore possano realizzare nella veridicità della presenza di Dio e ciò che insegna può essere realizzato. Stolti, sordi e ciechi: la vita stessa di cui si partecipa è segno divino. Il suo evolversi e il suo prosieguo, ogni evento della natura nel suo ciclo dà manifestazione del dito del suo Creatore. Il vostro stesso battito del cuore o il vostro respiro è un suo miracolo, ma per voi è solo un fenomeno scontato. Eppure notate che basta che cessi il suo palpito e non ci sia alito che le creature intorno a voi muoiano. Chi sostiene in equilibrio l’intero creato e dà sussistenza all’uomo.

Non sapete riconoscere ciò che le bestiole riconoscono: gli uccellini ne cantano le lodi, le piante danno il loro frutto, ognuno fedele nel suo compito al loro Padre creatore. Ho dato i miei celesti doni nello Spirito: la Chiesa li contiene come una custodia preziosa per darne a voi tutti, ma sapeste quanti, pur se sacerdoti che celebrano, non credono più nella mia presenza nelle specie eucaristiche, e quanti fedeli che continuano a ricevermi senza più fede in esse. Cercano ulteriori segni per avere di essi dimostrazione. Non sono bastati i prodigi e i miracoli, le grazie infinite elargite, i santi che hanno attraversato la storia, i luoghi santificati dalla presenza di visioni celestiali.

Vi ho dato me stesso, morto e risorto, ma l’uomo non è mai sazi. Vuole sempre ulteriori segni, ed Io vi dico che verranno, segni forti e palesi, segni nel cielo e nella natura con i suoi sconvolgimenti, segni negli eventi che porteranno una parte delle genti a tornare a me, dato che per essi c’è stata molta preghiera o il loro cuore era comunque ben disposto, ma la massa dell’umanità, i popoli interi, pur dinanzi ad essi non crederanno: affermeranno che saranno stati fenomeni naturali a cui oggi, se non c’è risposta alla loro spiegazione, essa verrà data nei tempi, sempre comunque dalla scienza.

Io chiedo a voi di divenire il mio segno, lo dico a coloro che affermano di amarmi. Sia la vostra fede, il vostro amore, le prove della vostra vita che accogliete con fortezza, fedeltà e mansuetudine che si facciano mio segno. Se io vivo in voi, la mia presenza si farà evidente dinanzi a tutti, attraverso la vostra testimonianza che porta il mio vessillo. Anche se non scavalcherete gli oceani e non percorrerete terre lontane, se portate la mia Persona, la fede costante che persevera, i cuori dei molti della vostra casa si apriranno, i loro occhi torneranno a vedere, gli orecchi ad ascoltare e credere che per mezzo di voi il Signore vive ed è in mezzo a loro. Siate voi, figli, il mio segno tra gli uomini.

Vi benedico.

 

     Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?

19/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, ecco, dice il Vangelo: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Lo dico a chi è venuto a interpellarmi per la visita di mia Madre e i miei parenti. Lo dico per mettere in rilievo e per lasciare esempio a voi che nessun affetto, per quanto benedetto e santo, può e deve distogliere dando interruzione al proprio mandato divino. Io non mi distolgo per dare nemmeno un saluto a chi dei miei familiari è venuto a trovarmi, per non spezzare il tempo del pane e della parola e della cura che sto offrendo a tutti coloro che sono venuti a me, che sono in ascolto e attendono di nutrirsene. Non interrompo ciò che è mio compito nel santo volere del Padre, che è prioritario ad ogni pur lecito e nobile desiderio. Non che non amassi tale Santissima Madre o quelli della mia casa, i quali, dopo aver terminato il mio incontro con gli altri figlioli, ho accolto e avvolto poi nel mio abbraccio. Ma ne do testimonianza all’integrità dell’amore di Dio che si ottempera nel suo primario volere.

La mia parola vi richiama: non bisogna sottoporsi alla volontà degli uomini, anche se per seguire affetti umani, affetti dei propri cari, che se fini solo a sé stessi portano alla loro prigionia e dipendenza. Quando sono vissuti come unico fine e posti al primo posto di ogni proponimento e scopo essi si fanno idolatri. È nell’adempimento della santa volontà dell’Altissimo, che supera la povertà umana con i suoi limiti ed errori, che la libera rivestendone con i sentimenti divini e dandone santificazione. Iddio non sminuisce i rapporti e gli affetti con il prossimo, ma in lui si innalzano e si nobilitano.

Oggi più che mai a tutto è subalterno il Signore Dio, tutto lo precede: il lavoro, gli affanni, le amicizie, i doveri e le responsabilità, ogni cura ed accudimento per la propria famiglia. Gli uomini affermano: “Non abbiamo tempo, chi lo farà al nostro posto?”. Tutti si sentono necessari e vitali nel proprio ruolo, attuando così un’opera che si stringe solo alla propria persona alle sue uniche forze e capacità che si fanno sempre più defettibili, limitate e spesso erronee.

Il Padre celeste vi ha posto alla vostra attenzione il primo comandamento, richiamandovi alla sua primaria adorazione, alla sua glorificazione, alla fedeltà alla sua santa volontà, dato che alla sua adesione ne vengono rivestiti di ogni benedizione e santità tutti gli altri comandi. Il Padre celeste ve ne darà, alla sua unità, forza, attitudini, ne distribuirà il tempo, condividerà il vostro impegno, il vostro mandato forgiandolo con la sua di mano nella sua attenzione e possibilità divine. Vi donerà unità e amerà in voi con il suo di Cuore. Dal primo comando nasce ogni santificazione a tutto il resto, anche della vostra cerchia famigliare, del rapporto con le creature e ogni altro vostro intento.

Dovete pregare per ricevere l’amore, quella fede che vi fa riconoscere l’intensità, la profondità, la primizia della rilevanza della presenza divina nella vostra vita, nel vostro modo di pensare e agire. Nel volere del Padre Santissimo c’è ciò che è meglio per voi. Egli vi conosce come nessuno e sa come adoperarsi per fare il vostro massimo bene. Se voi legate le sue mani estromettendolo, ponendolo in secondo piano, egli non potrà operare su di voi, lasciandovi a voi stessi che decadrete al vostro errore.

Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli? Mia Madre è sì la Santissima Vergine Maria e i miei fratelli sono quelli vissuti tra i miei parenti ai miei tempi, ma lo sono stati anche tutti i figli di tutte le generazioni di ogni tempo che mi si sono fatti accanto ed hanno condiviso con me il loro percorso. La maternità e la fraternità si attuano non solo nella carne, ma nella fusione del mio preziosissimo Sangue che vi fa simili e uniti nello spirito, che spazia oltre ciò che è materia. Beati coloro che lo comprendono e lo vivono nell’adempimento del primato della volontà dell’Eterno. Essi si faranno non più schiavi, ma autenticamente uomini liberi.

Vi benedico.

 

     A chi ha sarà dato!

21/07/2022

Gesù

Mia piccola Maria, stasera nel Vangelo gli apostoli mi chiedono come mai Io parlassi alla folla con parabole, mentre ad essi ne vengono spiegate e date semplificazioni, sì che gli altri spesso non comprendono. Io dico che non ci sono figli e figliastri, la parola di Dio è per tutti, ma a coloro che si sono fatti sordi e ciechi non c’è nessuna possibilità di comprensione: le coltri di ogni durezza li ha ricoperti sì da non vedere e sentire. Sono coltri che nascono da un pensiero chiuso, duro, spesso cattivo, che ne porta il suo peso in una muraglia di oscurità anche nel cuore, non permettendo che ne possa filtrare luce. Non c’è modo di entrare e varcare le loro pareti di cemento, e quindi viene preclusa ogni possibilità di comprensione e assimilazione della conoscenza divina. Per quelli invece il cui animo è più duttile, umile, recettivo, il Padre Santissimo, apre menti e cuori ancor di più, per dare spiraglio di ogni sua chiarezza di cognizione e scienza.

Ecco il mistero divino si ricopre di una velatura che non permette la sua piena rivelazione, dato che così ha voluto l’Eterno per far sì che l’uomo si ponesse alla sua ricerca, ne desiderasse ogni conoscenza e sua profondità, vivesse di fede, quella fede che permette che egli si infonda nello spirito e dia manifestazione dei suoi misteri. Nella misura in cui si pone nell’amore di Dio, la creatura entra in una nuova dimensione che la trasforma e la eleva, e quanto più se ne addentra partecipando delle sue realtà che il Padre celeste si compiace di aprire i suoi spiragli di lumi, e poter fare già da qui esperienza delle verità e degli attributi divini di cui un domani l’anima ne vivrà in paradiso, godendone la sua comprensione e partecipazione in pienezza.

Qui sulla terra è l’inizio di un percorso che conduce alla salvezza, dalla salvezza porta alla santificazione e dalla santificazione alla beatitudine, ove in cielo prosegue il suo cammino di incarnazione divina nella sua compenetrazione ed assimilazione, all’infinito, come è infinito il Supremo. E quanto maggiormente l’anima ne accresce nel suo amore la sua ascesa, quanto maggiormente ne aumenta il gaudio.

Ora sulla terra siete come dinanzi a uno specchio, uno specchio opaco che riflette l’immagine del Signore Dio sbiadita e lontana dalla vostra possibilità di ricezione, ma quanto maggiormente voi pregate, vi fate vicino e desiderate conoscerlo obbedendo alla sua santa volontà, vivendo il suo insegnamento, prendendo parte ai doni divini che vi ha lasciato, che voi immergete la vostra di immagine alla sua riflessa ed egli ve ne irradierà sempre più di sé, permeandovi della sua luce, della sua sapienza, impreziosendovi dei suoi attributi, ve ne trasfonderà i suoi tratti per quanto l’anima possa accogliere da quanto cammino sia stato fatto nell’ascesi della sua santificazione.

L’anima, quanto maggiormente viene in possesso di beni del cielo, tanto più ne viene arricchita. Dice infatti il Vangelo: “A colui che ha verrà dato e sarà nell’abbondanza”. Ne sono state testimonianze le varie storie dei santi che nel loro amore, nel loro abbandono ed offerta hanno lasciato che il Signore li effondesse arricchendoli di doni mistici, capacità superiori per farne beni di salvezza per tutti. Tali regali divini nei santi sono stati degli accenni, dei capolini delle realtà celestiali che sussistono nel regno. Coloro che già sulla terra si fondono, si abbracciano, si immergono nel continuo desiderio della Santissima Maestà che è Padre, Fratello, Sposo, si fanno i suoi occhi, i suoi orecchi, il suo pensiero e cuore, mezzo di comunicazione per il prossimo, in modo che attraverso di essi pur questi figli lontani possano ancora vedere, sentire, pensare e amare il Signore Dio per conoscerlo ed esserne guariti.

Vi benedico.