03/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, “Io e il Padre siamo un’unica cosa”.
Questo Io affermo dinanzi alle folle. E per cosa vengo perseguitato e
messo a condanna, se non che operi in giorno di sabato e che mi faccia
simile al Padre Santissimo, sua unica radice e divina figliolanza.
Attesto una verità, non per darmi vanto e supremazia di superiorità per
orgoglio alla mia Persona, ma per darne insegnamento. Siamo un’unica cosa perché compio secondo la Volontà
del Santissimo. Non opero nulla che non sia a lui conforme, dato che è
nell’unità al Padre che siamo un’unica sostanza operante e creante che
si fa totalizzante per le anime, una calamita che nella sua fusione
attira, attrae le creature per far sì che pur esse si fondano a noi in
un’unica entità. Senza questa fusione niente di ciò che fate ha il suo
senso, il suo valore, ma tutto decade. Quando l’uomo si fa esterno a Dio, se ne fa estraneo.
Se Io, il Signore, sono stato sottomesso e uniformato al Volere Divino,
anche voi perché vi facciate divini dovete farvi uniformati al pensiero
di Dio, di cui Io sono la traccia da seguire. Cosa sarà il paradiso, se
non quest’unità partecipata, piena e amante? Venendo a me voi fate con il Padre e lo Spirito unita,
così come viene fatti uniti ai santi, ai beati e agli angeli unico, un
tripudio di amore. Qual è il tramite, se non la mia Persona? Voi,
adempiendo e partecipando a ciò che il Vangelo richiede per mezzo di me,
vi fate uniti al cielo stesso. Ciò che operate, qualsiasi azione, anche
le più semplici, le più naturali, si fanno sante e santificanti e voi
date il vostro contributo al regno di Dio che viene edificato dalle
anime che lo amano e che ne accrescono la gloria. Ugualmente anche tutto
ciò che si fa contrario al Signore si fa peccato e le proprie azioni si
fanno malevoli e sataniche, e ne date così influenza di creazione e
potenza al regno di Satana Ecco, Iddio è sempre pronto ad accogliere la vostra
fusione a lui, mentre voi ve ne fate dimentichi. Pensate sempre che
quando siete sottoposti a delle prove, in ogni quotidianità con il suo
affanno, che egli vi abbandoni, che non ci sia e non si dia pensiero
della vostra situazione e dolore. Ma come afferma la prima lettura: “Può
una madre dimenticare suo figlio, frutto delle sue viscere?”. Ed anche
se ella dimenticasse il proprio figlio, Iddio non potrà mai. Egli è
presente con la sua tenerezza e provvidenza, e ciò che si dispone nella
vostra vita, come lo è stata per la mia, pur nelle vostre sofferenze
egli ne fa scaturire il bene a vostra salvezza. Solo nella sua fiducia e obbedienza al Suo Santo volere
voi date adesione a farvi un’unica cosa con lui, mente, cuore e mani: un
unico amore, un’unica essenza che vibrerà in eterno. Iddio è sempre con voi, ma voi, figli, lo siete? Vi benedico.
04/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, il giusto è sempre perseguitato e
oggi, nel primo venerdì del mese, il mio Cuore vive della sua giustezza
perseguitata. Io sono il giusto rinnegato e condannato che continuamente
ha ricevuto e riceve l’ingiuria e gli attacchi da parte degli uomini,
che colpiscono il mio Divin Cuore, un Cuore che si fa trafitto dai loro
colpi e riarso dall’arsura di un amore tradito e rifiutato e che cerca,
particolarmente in questo giorno che è ad esso dedicato, che riceva come
un assetato nel deserto con le vostre comunioni riparatrici, che ne
diate refrigerio, dissetamento, frescura che metta pausa a tanta sete
d’amore. Ogni Comunione offerta al mio Divin Cuore fa sì che
cicatrizzi in esso le mie piaghe che, seppur risorto nei cieli, ancora
geme e viene perseguitato nei suoi figli, in coloro che mi amano e mi
seguono, nei miei missionari, nei paesi dove la fede è ostacolata e
vessata, ovunque di me le creature portano il riflesso. Così come
accadeva ai miei tempi, come descrive il Vangelo, quando, andando da un
paese all’altro per portare il mio annuncio di salvezza, coloro che mi
si facevano opposti e nemici cercavano di uccidermi, di screditarmi e,
pur non riuscendo a toccarmi il loro intento era sempre lo stesso, ma
non vi riuscivano poiché non giunta la mia ora. Solo quando il tempo è stato maturo alla mia offerta,
essi non solo mi hanno combattuto e contrastato ma martirizzato nella
mia persona, ucciso il mio corpo, ma non lo spirito che ne ha ridato la
vita nelle membra risorte. Perché non accogliere la mia giustizia nella parola che
ho annunciato e che viene ancora proclamata? Essa è riprovevole al
malvagio. La sua luce emana la mia santità che ne scopre le tenebre, le
trame oscure della coscienza che non vuole vedere. I perversi vogliono spengere tale luce e far tacere la
Parola divina in modo che possano, senza nessun altro intralcio,
proseguire nel loro mondo di falsità e menzogna. Tutti quelli invece che si fanno alla mia sequela non
possono che farsi giusti, dato che si innestano in me nella verità. E
chi è che ne sarà infastidito della loro presenza? Chi è malevole e
ingiusto, e cercherà in ogni modo di intralciarne il cammino per farlo
desistere dal suo retto comportamento, per farlo simile a sé, al proprio
male, dandone tormento, discriminando la persona, nel farsi accusa alla
loro innocenza. Figli, non abbiate a temere. La vostra testimonianza
nella prova vi sarà accreditata a salvezza, farà ergere il vostro valore
e la vostra fede, il bene che ne è scaturito. Il vostro cuore si fa
cellula del mio, che tornano a congiungersi, a riunire in sé le potenze
degli attributi divini, della giustezza di Dio, che si protenderanno su
tutte le creature. E ne proclama già il premio della sua beatitudine. Vi benedico.
06/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, l’episodio del Vangelo di stasera vi
evidenzia come dinanzi al Santissimo Padre non ci sia preferenza di
persone, non si faccia imparzialità di generi: ognuno ha le sue
responsabilità e i suoi meriti. Portano dinanzi a me un’adultera colta in flagrante
peccato e la vogliono lapidare, così come richiede la legge. Io invece
do remissione alla sua colpa, esortandola però a non peccare più. Come si può dare riparazione a una colpa, per quanto
grave, con la morte? E chi può ergersi al di sopra della sua superiorità
morale, dandosi diritto di ogni trasparenza di purezza? La folla
inferocita era formata prevalentemente da uomini che se ne accreditavano
giudizio di condanna, quando essi stessi erano colpevoli del medesimo
peccato e per molti anche più gravemente ne avevano errato. Iddio è colui che dà vita, che ricrea la creatura, ed
Io ne do nuova rinascita nella mia misericordia, ma anche
nell’educazione alla grazia intimando di non peccare più. Questo stato di accusa, di giudizio, di condanna verso
l’altro si perpetua nella storia, ma chi può dire che sia esente dal
peccato, chi è che non ha commesso errori? Eppure ognuno giustifica sé
stesso ed è pronto a dare sentenza al fratello che viene discriminato
spesso per il suo stato sociale, per il suo genere e per la sua fede. Quante donne ancora nei vari paesi del mondo vengono
continuamente sottoposte, sfruttate, violate e uccise poiché si pensa
che ella sia a proprio uso e consumo, come un bene di possesso, pronti
quindi allo scagliarsi contro e a sopprimerla, se non è più richiedente
e soddisfacente ai propri bisogni. Ma ancora dico a voi: “Quanti siete pronti a salire sul
podio del giudice, a dare condanne sia direttamente con offese e
ingiurie, e ne uccidete il cuore del fratello?”. Ma quanti anche che ne
tramano nel loro giudizio la maldicenza nel segreto delle proprie
stanze. Non ci si adopera invece al recupero, alla
ricostruzione della persona, pure con un’opera spirituale di preghiera e
esortazione al bene e al ravvedimento. Osservate il vostro Signore e
maestro che si china e si prostra nel suo amore di misericordia per dare
nuova creazione alla creatura, che da peccatrice risorga alla vita di
Dio. Qual è l’atteggiamento del Padre? È ciò che dichiara la
prima lettura, nel quale il Signore afferma che fa nuove tutte le cose,
nel deserto apre una strada e metterà fiumi nella steppa. Ugualmente voi, figli miei, forgiatevi nel pensiero
divino. Nella sua misericordia amate. Allora non vedrete più di fronte a
voi la differenziazione delle persone, non le guarderete più in modo
diverso e accusatorio: se maschi o femmine, se ricchi o poveri, se
peccatori o santi, poiché li amerete come anime di Dio. Sono tutti figli
nel Cuore del Padre. Vi benedico.
17/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, è la notte del dono. Io vengo in
quest’ultima cena a lasciare le mie ultime volontà, il mio testamento
d’amore nel quale vi offro in eredità me stesso. Vi viene data in dono l’Eucaristia ove Io sono, in modo
che l’uomo non si senta orfano, non si senta abbandonato, e vi sia di
sostegno lungo il cammino nel quale mi faccio costantemente presente al
suo nutrimento. Vi viene dato in dono il sacerdozio che ne perpetua il
mio sacrificio, che ve ne dà continua offerta nel mio Corpo e Sangue e
nella visibilità del sacerdote, che fa vece della mia persona in mezzo a
voi. È anche la notte del tradimento che mi squarcia il
Cuore, poiché scaturisce da chi fa parte del mio collegio apostolico,
quel tradimento che si perpetua nei secoli nella Chiesa e che in me era
già tutto presente. Tradimento, però, che si fa porta all’oblazione del
mio riscatto nel mio stillicidio per voi, nel quale offro la mia intera
consumazione, brucio sull’altare della croce per far sì che tale amore
ne porti vita a tutte le creature. Come far parte di questo mio dono, usufruire del suo
bene così prezioso? Ne do segno nella lavanda dei piedi ai miei
apostoli. Io vengo a pormi a servizio, mi inabisso all’estremo per darvi
insegnamento: la via al mio dono è nell’umiltà. Io, il Signore Re mi
faccio servo, non trattengo niente a me. Mi pongo a lavare le mie
creature in modo che nel mio lavacro si facciano pure e alla nuova
purezza acquisita ne segua la mia assimilazione, e come me si pongano
poi a servizio, a lavare essi i fratelli che incontreranno nella strada
dell’esistenza. Chi è che si pone a servizio, se non l’umile? È
nell’umiltà la vera ascesi che si fa servizio per il prossimo e si
innalza a Dio. E se Io, il Signore Dio vostro, mi sono piegato in tutto
per voi, quanto più voi dovete farlo l’uno per l’altro. Ecco, Io sono l’agnello tanto atteso, il vero agnello
che porta identificazione dell’antico che ne aveva bagnato gli stipiti
delle porte degli ebrei in Egitto per sottrarli alla morte. Chi vive di
me si infonde di me, come me si fa servitore, si inabissa nell’umiltà e
ne apporta l’intero suo bene. Questi si fa come me regnante nell’amore,
ne acquisisce la mia divinità, porta in segno sangue che salva e, come
me, non conoscerà la morte eterna. Io varco la storia e la attraverso, l’innesto, la
incorporo alla mia Persona, la compenetro della mia opera redentrice.
Sono colui che realizza e completa in sé l’intero Antico Testamento,
dato che sono colui che vince e vincerà tutti i faraoni della terra, che
abbatterà i loro cavalli e cavalieri, che aprirà le acque del Mar Rosso,
che percorrerà i deserti e ne calpesterà scorpioni e serpenti, ne
supererà la sete e la fame per giungere alla terra promessa. Io ne
traccio il percorso e ne apro la strada al mio popolo perché,
seguendomi, vi giunga finalmente salvo. È la notte dell’addio, e nell’ultima cena c’è letizia e
mestizia. Ne provo umanamente tutto il distacco e la lacerazione
nell’addio ai miei cari apostoli, alla mia amatissima Madre, alle pie
donne che tanto amorevolmente mi avevano assistito. È l’addio a questo
mondo, e già mi è tutto manifesto il dolore che dovrò subire. Ecco, sono pronto, è il tempo di entrare nella notte
più fonda, nel giardino del tormento, ove da solo dovrò combattere
contro tutte le forze oscure. So che niente mi verrà risparmiato per
potervi riscattare. Sono il Signore, ma sono anche l’uomo, e ne provo
l’intera angoscia e la tortura del cuore, e ne cerco il sostegno alla
mia prova: la compagnia, la compassione, ma allora non ne ho trovata. E
chiedo oggi a voi di darmi, così come Io ho di voi compassione, la
vostra per me, che mi consoli, mi rincuori mi sproni. Tutti coloro che saranno stati con me, che non mi
avranno lasciato solo, questi sono coloro che avranno asciugato il mio
Sangue, come me si sono fatti Eucaristia, sacerdoti, e avranno riparato
all’offesa del tradimento che sempre avviene nei tempi. Sono le anime
che si sono fatte come me dono per la gloria del vostro Padre celeste e
dono per la salvezza dei fratelli. Vi benedico.
18/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, è la mia atroce passione che
celebrate, il mio stillicidio che mi ha devastato le membra, ma me ne ha
anche amputato il Cuore per il dolore che me ne ha arrecato, per un
amore inconcepibile e appassionato che ama e si lascia distruggere da
chi è ingrato e non ricambia che con l’odio e il colpirmi continuamente
e ferocemente. Ciò che affligge l’anima mia è l’amare proprio coloro
che mi detestano. Quale dolore ne ho ricevuto e ne ricevo, che ne provo.
Come potreste comprendere un amore crocifisso che supera i vostri schemi
umani, che esce e va oltre il vostro pensiero che tutto respinge. Io muoio per voi, per darvi vita, e voi mi affliggete,
figli miei. L’umanità resta indifferente e passiva di fronte alla
mia Santissima Passione, e il mio amore rimane rinnegato e oltraggiato.
Cosa sono stati questi chiodi che mi hanno trapassato le carni, cosa
sono state queste spine e flagelli infertimi, se non i colpi
dell’avversione dell’uomo nei miei confronti. Potete comprendere quale sia stata l’agonia su quella
croce? Il parto nel sangue di un’umanità nel quale mi si è squarciato il
petto nel mio grido straziato? Ecco sono stato deposto nelle braccia di mia Madre. Non
vi dimenticate di lei che ha vissuto un dolore immenso, immane. Ha
portato in sé la sofferenza della morte dei figli di tutte le madri che
ne hanno patito sulla terra. Ella non mi ha abbandonato. Le sue lacrime
hanno cosparso il mio corpo piagato, le sue mani hanno accarezzato il
volto e cercato di darmene ripulitura. I suoi baci si sono posati sulle
mie trafitture. La Madre mia è rimasta sempre con me in attesa. Io vi esorto: stati pur ora accanto alla Madre,
piangete con lei per sostenere anche il suo dolore. Cosa mi può
confortare, se non le piccole anime, quelle che mi vogliono bene, che
pregano e mi sono grate, che riconoscono il mio sacrificio. Queste sono
quelle che pur allora e nel tempo mi hanno dato sempre sostegno,
consolazione, che hanno riparato a tanta amarezza. Attraverso di loro
ancora il mio Cuore, seppur trafitto e crocifisso, guarda il mondo e ne
ha misericordia. Vi benedico
20/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, è il giorno dell’esultanza, il
giorno della grande vittoria, è il giorno della resurrezione, giorno di
felicità poiché tutto è a funzione nella risurrezione: la vostra
creazione, la redenzione, la vostra esistenza. Tutto ha fine in essa, e
senza di essa, niente avrebbe senso. Io trasfondo in me l’intera vostra carne, prendo in me
l’intero vostro peccato, attraverso tutti gli inferi in modo che
mediante il mio inenarrabile dolore Io vi purifichi, vi liberi, vi
innalzi, sia vinto tutto il male e vi ricrei a nuova vita, una vita
superiore a immagine e somiglianza di Dio che da esseri naturali,
peccatori, prigionieri di Satana, vi rende spirituali, puri, liberi e
divini per vivere una vita risorta. Io vinco per darne a voi la mia
vittoria. Ecco, Io sono risorto una volta per sempre, ma
continuamente risorgo in coloro che credono in me. Ogni giorno si attua
questa mia vittoria e rinascita in mezzo a voi, ma Io ho compiuto la mia
opera. Ora tocca a voi trasfondervi in me perché vi facciate risorti.
Non c’è bisogno di attendere la morte: già in questa vostra vita
terrena, trasfusi in me, voi ne venite irradiati, compenetrati, assunti
nella mia resurrezione già da qui nel vostro cammino terreno per
giungere al suo apice nell’eternità, nella quale ne vivrete la
completezza e la sua perfezione. Tocca a voi avere questa fede. Se la possedeste, cosa
vi toccherebbe? Quante pene e afflizioni non vi proverebbero più, non ne
avreste più né tormento e angoscia, dato che Io le ho già superate e
vinte in me. Non ne avreste più il peso del suo carico, che tanto vi
affanna. Perché ancora allora tante guerre, malattie e sofferenze, se Io
le ho già innestate nella mia resurrezione? Perché ancora gli uomini non
vi credono. Gli stessi apostoli, pur avendo già a loro profetizzato
del mio risorgere, sono andati alla ricerca di un sepolcro per trovare
un corpo. È solo quando hanno visto la pietra rotolata via, le vesti mie
ben piegate, che hanno iniziato a credere. Ugualmente la Maddalena che è
andata alla ricerca di un corpo defunto e ne piangeva la morte, e solo
alla mia visione risorto ella ha creduto e se ne è fatta apostola della
mia resurrezione. Quand’è che tutti gli apostoli si sono fatti certi
della mia vittoria, della mia presenza vivente e concreta? È solo nel
mio incontro nel quale mi sono fatto visibile e hanno potuto toccarmi
che ne hanno avuto fede. A voi, figli miei, è stata data la Chiesa che di me
porta il significato, che varca i secoli. Vi sono stati dati Sacerdoti e
Sacramenti. Portando a me per mezzo della Chiesa il vostro peccato,
dando a me la vostra prigionia, la vostra povera natura decaduta,
nutrendovi di me, operando uniti a me, Io vi innesto nella mia
resurrezione e voi ne acquisite tutta la potenza, perché ve ne fate
purificati, liberi, spirituali, protesi in un cammino di rinascita che
vi conduce da questo mondo all’eternità. E nella misura in cui la
moltitudine delle creature si infondono in me che ne hanno risurrezione,
ne acquisiscono la mia vittoria, e non solo l’umanità: nel regno animale
e vegetale l’intero creato né può inneggiare e ne può vivere del suo
trionfo e ne risorge a vita nuova. A chi sono apparso per prima, se non alla mia
dilettissima Madre? Lei, che non ha avuto posa nel suo dolore, che non
ha preso né riposo e né cibo, la cui invocazione sofferta si innalzava
al Padre Santissimo per chiedere che se ne fosse anticipata la
resurrezione. Lei, la Madre addolorata, la Madre dell’attesa, ne ha
ricevuto grazie, per cui a me ne è stata data anticipata la venuta:
risorto prima per la sua fede e la sua preghiera, ed è a lei che è
andata la mia primizia. State accanto alla Madre Santissima che aiuterà voi a
conquistare ogni giorno la vostra di resurrezione. Ogni giorno vi
aiuterà per superarvi nelle vostre povere realtà per darvi a una vita
superiore, per farvi giungere già pronti e risorti nel Regno. Cosa sarà il cielo, se non la gloria della
risurrezione? Vi benedico.
23/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, chi crede nella risurrezione, chi
crede che dalla morte un uomo torni alla vita, che dal sepolcro torni
nel mondo? Era questa la domanda che si ponevano ai miei tempi dopo la
notizia della mia risurrezione e che ancora le moltitudini si pongono e
non credono. Per venire incontro alla debolezza della fede di un
fatto così sconcertante, mai vissuto prima nella storia, ecco, Io mi
faccio visibile nella mia visione sia alle pie donne, come agli apostoli
e ad altri discepoli. Mi faccio vedere, toccare, mangio con essi. Sono
presente, concreto. Ma per alcuni dei miei più fedeli, che non avevano
partecipato alle mie apparizioni e che alla notizia della mia
risurrezione rimangono frastornati e turbati da mille dubbi, Io vado
loro incontro. Il loro spirito non sa comprendere e vanno alla ricerca
della sua ragione. Io mi accompagno ad essi nel loro cammino verso Emmaus,
do loro spiegazioni delle Sacre Scritture che già avevano profetizzato e
predetto di me, di ciò che sono e della mia venuta nel mondo, ma essi,
pur attenti e presi dalla mia parola, è solo dopo l’invito a recarmi
nella loro casa ed aver spezzato e benedetto il pane che si fa luce alle
loro menti, la sapienza del cielo ne irrora lo spirito e comprendono che
si è fatto visibile il Signore in mezzo a loro, vivente, che è realmente
risorto. Il mistero della resurrezione, come ogni mistero della
fede, è comprensibile non con la ragione dando risposta nella
razionalità, ma nel cuore, così come già avevano affermato i discepoli:
“Non ci ardeva il cuore, mentre egli parlava?”. Come mai le mie prime apparizioni alle donne? Perché
esse, nella loro natura femminile, sono predisposte ad agire, a
comprendere, a porsi con il cuore, e nel cuore subito accolgono ed amano
facendosi testimoni della mia rinascita nella loro vita. Quando si crede in colui che è il Creatore, nell’Eterno
che dà vita ad ogni cosa, che ne dà origine e la può riprendere a sé,
non avrà potere di ridarla? Colui che detiene la sua energia creatrice e
vitale che possiede ogni sua potenza in perenne azione, non può dalla
morte ridarne nuova vita? Cosa può arginare o trattenere il potere alla
sua opera? Questa è la fede: che crede perché ama. Quando si ama tutto
si fa palese alla sua visione. Cosa vi rende quindi tangibile e presente
la mia risurrezione tra di voi, se non l’Eucaristia? I discepoli di Emmaus mi conoscono allo spezzare il
pane nella mia benedizione. Sono Io quel pane di vita. Come si può
credere nella risurrezione, se non si crede nell’Eucaristia? E come si
può credere nell’Eucaristia se non si crede nella risurrezione? Essa è
la presenza costante del vostro Signore risorto e vivo in mezzo a voi,
che ogni giorno risorge su tutte le mense divine Io in essa mi faccio
manifesto, fattivo. Così mi potete ricevere e accogliere nel cuore per
amarmi. Voi mi avete così come mi hanno avuto le pie donne,
come gli apostoli, come i discepoli di Emmaus. Io risorgo in voi, nella vostra carne che si fa in me
risorta. Vi benedico.
27/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, celebrate oggi la mia divina e
imperscrutabile misericordia, il grande attributo di Dio. E cos’è la mia
misericordia, se non l’amore infinito che ama dare la sua remissione ai
figli, che ha gioia immensa di dare il suo perdono? Perché nel perdono
dato e nel suo riscatto c’è la rinascita a rinnovata vita, la creazione
nuova nell’uomo. Niente fa barriera al perdono del peccato, non c’è
colpa che la mia divina misericordia non ne dia assoluzione. L’unica
condizione però, perché essa si attui, è richiesta che ci sia la verità
della creatura nel suo pentimento, il desiderio certo del suo
ravvedimento. Si è andato diffondendosi l’errato concetto che ha
origine dall’influsso malefico del nemico che Iddio, in quanto
misericordia infinita, comunque accolga sempre il peccatore con il suo
peccato, che il Padre Santissimo non ne dia condanna, sicché viene
annullato e boicottata l’azione di ricorso al perdono sacramentale, al
pentimento, dato che non c’è nessuna sentenza e pena che ne possa
conseguire per il male compiuto. Si dà così appoggio e accredito al male che si commette
e del quale non si cerca più né ammenda, né giustificazione. Viene
svilito e mitigato il senso della colpa che si continua a perpetuare.
Senza ricorso alla mia divina misericordia che si fa lavacro e cura al
peccato, esso resta nella persona, così come un malato che non facendo
ricorso a medicine e interventi rimane con la malattia che possiede. Io sono l’acqua e il sangue che nella mia passione,
nello squarcio trafitto al mio Cuore, vi ha conquistato la remissione
nel perdono. Sono l’acqua che lava e purifica l’anima che, come pianta
infangata e invasa da parassiti, si va disseccando alla sua morte,
l’acqua viva che la disseta e ne ridà nuova salute. Sono il sangue che
viene a darne nutrimento e sostegno al suo perire per la sua nuova
crescita, che la farà rifiorire più florida e rigogliosa. Vivete la mia divina misericordia, tuffatevi in essa,
trovatene rifugio. Tutti coloro che ad essa faranno ricorso troveranno
pietà, compassione, misericordia. Non basta solo recitare la coroncina, di averne
devozione, ma parteciparla nel farvi prima voi uomini di misericordia,
così come vi invita il Padre nostro, dando perdono ai vostri fratelli
anche nelle vostre ragioni, nell’avere un cuore che soccorre, ama, ha
comprensione, copre le molte offese, ripara le ingiustizie, che dà il
suo condono ai torti ricevuti. Se siete persone di misericordia, la misericordia vi
accoglierà. Non potete richiedere a Dio la vostra scontata pena, il
perdono dei vostri di peccati, la ricerca di ogni giustificazione alle
vostre di colpe, se voi non ne avete avuto per gli altri. I mezzi che Dio vi ha dato sono molti, anche per mezzo
della coroncina della misericordia che va recitata non solo nei giorni
della sua novena, ma sempre. Le sue indulgenze sono applicabili in ogni
tempo. Recitatela particolarmente vicino ai moribondi, ai malati, per le
anime purganti, per i cuori più induriti, per la salvezza del mondo, per
far sì che, come parafulmine, si estenda e ne ricopra questa povera
umanità. Chi salverà infatti questa umanità, se non il ricorso
alla divina misericordia? Al suo lavacro, nel pentimento dei vostri
errori che richiedono ammenda all’amore divino, se ne placa l’ira della
giustizia e se ne ammanta della sua misericordia che tutto ricostruisce
e fa vivere. Vi benedico.
30/04/2025 Gesù Mia piccola Maria, ecco, Io sono il salvatore, vengo
nel mondo, come afferma il Vangelo, non per dare condanna, non per darvi
accusa ma per salvarvi. Voi stessi ne fate la vostra scelta. Chi sceglie
di volermi seguire e viene a me si fa salvo. Chi rifiuta, da sé si dà la
sua condanna. È come chi vuole offrire un dono molto prezioso: chi lo
accoglie se ne arricchisce, chi lo rifiuta ne rimane senza. Non è Dio che vi condanna, figli, ma ognuno sceglie la
propria condizione. Perché le moltitudini non accolgono la mia salvezza?
Perché vogliono compiere il male, mentre il vostro Signore istruisce al
bene. Sono il sole radioso al cui calore vi scaldate, alla cui luce
vedete, e chi ama il suo radiore viene a me ed è felice di esporre il
bene che è, mentre chi vuole il male non vuol essere visto e si nasconde
nelle tenebre rifuggendo la mia luce. Cosa sarà la spaccatura finale del giudizio, se non la
divisione dell’umanità secondo la presa di posizione scelta. Tutta la
vita il Padre celeste vi segue e cerca nelle sue mille opportunità di
condurvi a salvezza. Ma se per l’intero tempo dato avete respinto i suoi
beni, i suoi inviti di sapienza, voi stessi, rifiutando Dio, non avrete
riscatto e grazie di redenzione, bestemmiando contro lo Spirito Santo e
la sua azione santificante che non ha fatto che cercare di fecondarvi
del suo amore, illuminarvi della sua verità, di circondarvi di ogni suo
tesoro. Se ostinatamente sino alla fine lo avrete rinnegato non resterà
che la disperazione di condanna che voi stessi avrete voluto. Questa umanità è divisa da sempre. Ognuno porta la sua
matrice di bene o malvagità che è, e divisa si presenterà al suo
giudizio. Eppure, pensate, una parte ha generato l’altra ad evidenziare
che non saranno i rapporti, i vincoli di sangue a darvene salvezza,
poiché se la carne si è innalzata nello spirito si fa risorta per la
vita eterna, ma se essa si priva dello spirito, la carne decade e muore
e si spezza ogni vincolo anche familiare. Ognuno vivrà o si avvierà alla
morte secondo ciò che ha deciso e vissuto. Ancora Io vi esorto: venite dietro di me, seguite i
miei passi, guardate nei miei occhi, ascoltate le mie parole, lasciate
che infonda nella vostra bocca il mio alito creativo che infuso in voi
vi fa vivere di quella vita che più non perisce, ma vi salva e risorge. Vi benedico. |