Agosto 2025

     Il perdono di Assisi

02/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, ricordate oggi il perdono di Assisi, quel perdono che è stato un dono grande, che ha la grazia di poter risollevare e liberare questa povera umanità della cenere del suo peccato, se ad esso ricorresse. Quella cenere in cui San Francesco si era deposto per impetrare questo dono sugli uomini.

A chi vi ricorre veramente pentito delle proprie colpe e desideroso di riceverne piena ammenda e remissione nelle disposizioni richieste, ne ottiene cancellazione piena di peccati, tornando l’anima sua vergine e pura come il giorno del Battesimo.

Ma quanti ne comprendono la preziosità, quanti del popolo cristiano ne fanno ricorso? Sono così presi da loro interessi, impegni, vacanze, ogni genere di dispersione che ne perdono una benedizione di salvezza immensa, di cui un giorno come ne rimpiangeranno!

Beati invece coloro che ne avranno usufruito perché verranno a me emendati dal loro intero peccato, perdonati e pronti per il Regno.

È oggi anche il primo sabato del mese in onore al Cuore Immacolato di Maria. Esso è un altro grande dono, un altro mezzo che il Padre Santissimo vi offre, e coloro che hanno ricevuto il perdono di Assisi e si danno poi a lei consacrandosi al suo Cuore, ella, in loro così purificati, non solo se ne prende cura, ma li forma nell’anima per avviarli alla santità.

Iddio offre sempre dei mezzi per darvi salvezza, a cui aggrapparsi. E uno di questi è il suo perdono divino, poiché la vita del cristiano non è semplice, particolarmente in un tempo come oggi e un mondo così malato. Ma in ogni periodo storico, la lotta persiste, poiché il demonio nella sua ferocia non ha posa e continua il suo tormento e pungola. E a chi? Di certo non a quelli che già sono sotto il suo gioco. Questi cerca di mantenerli perennemente legati alle catene con le sue dipendenze: già gli appartengono. Sta attento solo che le prede non sfuggano alla sua presa. Ma fa battaglia a quelli che ostacolano il suo percorso, che si frappongono alla sua opera malvagia e sono i cristiani di Dio, i suoi amanti e prodi combattenti. Questi, egli cerca di isolare, di emarginare, di ostacolare, di fermare con ogni mezzo coercitivo possibile.

Il nemico ha il potere di colpire, infestare, corrompere, ma chi è che ne è stato sempre il vincitore e lo sarà, se non che rimane con Dio? Lo notate anche oggi nel Vangelo nel martirio del Battista. Quale tormento era la santità di questo profeta, il suo annuncio per Satana? E chi egli ha usato per colpirlo, se non le persone che possedeva nel loro peccato. Chi ballava così suadente e seduttiva, se non il diavolo in Salomè? Chi è che dava il furore dell’odio nel cuore di sua madre, se non lui? Chi è corrompeva inquinando la fomentazione del male e di ogni vizio in Erode, che ne ha decretato la condanna, se non sempre il maligno? Che lo ha potuto perché essi hanno scelto lui nel peccato che commettevano.

Direte: “Forse quindi che il martirio del Battista è stata una sconfitta?”. No, figli miei, una grande vittoria, perché un’anima elevata, come Giovanni, con la sua missione è stata innalzata alla santità, e nell’alto dei cieli in cui risplende è vicino al Trono divino, e il suo grido di verità ancora echeggia ai giorni vostri, al quale annuncio è stata legata la conversione di miriadi di anime.

La lotta del cristiano non conduce perlopiù come per Giovanni a un martirio di sangue, ma è vissuto come sacrificio, impegno, coerenza nella fedeltà di una vita che dà testimonianza in tutte le realtà del suo amore per il Signore. E finché si rimarrà accanto a lui in stato di grazia, finché si rimarrà con Dio, si è sempre vincitori.

Come poter essere costantemente fedeli e forti, voi che facilmente cadete, se non ricorrendo al perdono divino? In esso voi date costruzione perenne del vostro rapporto con il Padre vostro, che vi ricrea e vi dà nuove forze per tornare a diffondere il suo messaggio di amore e salvezza che dà sconfitta nemico e fa decadere il suo impero di iniquità su questa terra.

Vi benedico.

 

     Vanità delle vanità

03/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, “Vanità delle vanità”, dice il profeta, “tutto è vanità e tutto passa. Passa l’opera umana con l’intera sua fatica, l’intero affanno alla sua sussistenza. Passa il corpo che nella morte si dissolve, così come le orme del deserto che la sabbia ricopre e nessuno più ricorda di ciò che si è stato e fatto”.

La materia, la bellezza, il tempo: tutto è relativo, inconsistente e mutevole. La vostra vita è come il battito di un ciglio dell’eternità di Dio, un soffio del suo alito. Eppure gli uomini si affannano a possedere, ad avere, ad essere nel mondo perché pensano di durare secoli, di farsi eterni. Essi ambiscono alle ricchezze, hanno brama di denaro, dato che ciò dà loro il potere e la possibilità di soddisfare tutte le loro voglie e desideri. È come una fame che non si sazia.

Di certo per ricchi e possidenti la vita ne viene agevolata con i vantaggi che se ne acquisiscono, ma Io vi dico, Io che guardo nei cuori e ne vedo come dopo essersi immersi nel fatuo e del vuoto delle proprie ostentazioni, delle loro risate pubbliche, quali invece disperazioni si vivano nel loro intimo.

Non che la ricchezza sia un peccato, ma si fa, per chi la possiede, a loro giudizio di maggiore responsabilità, poiché essa si fa mezzo di tante possibilità di carità, di ogni bene per rivestirne i fratelli, mentre spesso li abbandonano al loro disagio ammassando per sé stessi. Pensano che forse tanta abbondanza vissuta possa dare loro la possibilità di avere un giorno in più alla loro vita, o di potersi rivestire dei loro tesori alla loro dipartita. Essi ne lasceranno come strascico tante divisioni e odi alla loro eredità nelle famiglie, perdendo giorni di unità e comunione tra di loro da poter vivere insieme.

Non crediate però che i cosiddetti poveri, che pure hanno soddisfazione alle loro necessità e i loro bisogni vengono assolti, non siano pur essi colpiti dalla brama dell’invidia verso chi possiede ed essi non hanno. Guardano e desiderano corrodendosi l’anima senza saper valutare e gustare i beni in tante forme che il Signore ha dato ad essi in talenti, capacità, affetti, pace.

Forse direte che Dio voglia l’indigenza per le sue creature? No, figli miei. L’indigenza porta alla disperazione. Egli vuole che abbiano tutto ciò che è indispensabile al proprio sostentamento per una vita serena, per mezzo di un lavoro che dà valore e significato, merito alla sua conquista.

Il Padre vostro desidera che si abbia una fede che crede, che sa poggiare il capo sul suo Cuore, ad egli che è Padre di ogni provvidenza, che è munifico, provvido e attende la vostra preghiera, il vostro dialogo con lui al quale richiedere ciò che vi è mancante. Ed egli sopperirà ai bisogni di cui necessitate.

Mi direte: “E allora, Signore, i popoli che muoiono di fame, che vivono nella miseria estrema?”. Non è Dio a volere ciò. Il Creatore ha dato e dà, dona l’intera materia prima, tutte le semenze, le fonti e il bestiame al sostentamento. Dà ricchezze terrene per sopperire alle esigenze delle genti, ma è l’uomo che defrauda l’uomo, che toglie agli altri per arricchire sé stesso.

Poca è anche la preghiera che si eleva al cielo e ne richieda l’intervento divino. Le invocazioni spesso, in taluni paesi, sono inquinate dal ricorso ad ogni rito pagano e idolatrico.

Io vi dico, e sottolineo ciò a cui San Paolo vi richiama nella lettura: “Guardate e ambite alle cose di lassù.

Figli, qui sulla terra tutto è precario e instabile, e ciò che è prezioso umanamente si fa decaduto e fallace nel tempo. Sappiate ornarvi di beni eterni, di preghiera, di carità, di amore, di misericordia. Questi saranno i tesori infiniti, la preziosità che vi rivestirà nei cieli, l’eredità che sovrabbonderà nella sua magnificenza che non vi verrà mai tolta.

Vi benedico.

 

     Il Signore cammina sulle vostre acque

05/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, ecco gli uomini sono immersi nelle acque delle loro paure, delle loro incertezze: è la loro morte interiore. La loro esistenza è un mare che alza le sue onde che si fanno spesso imponenti, alte e minacciose, e vi precipitano dentro annegandovi. Ma Io sono venuto a dirvi che cammino sopra le vostre acque, sugli oceani e le loro tempeste, che ho facoltà di acquietarle, di darne ogni bonaccia, dato che Io le governo.

Nel Vangelo Pietro, vedendomi giungere presso la loro barca e camminare sul mare, mi chiede di venire anche lui. E finché egli guarda fisso a me, vi cammina, ma poi si distoglie dal mio sguardo, poiché sente il vento farsi più forte, le onde farsi più burrascose, che viene preso dal timore precipitando in esse.

Solo allora, sperimentando la propria povera natura umana, che egli riesce a fare una preghiera veritiera, che si pone in un autentico atteggiamento dei propri limiti, di ciò che è, e cioè una creatura e non il Creatore. È solo rendendosi conto della sua povertà e il limite, che chiede a me di salvarlo gridando: “Signore, salvami, ed Io lo ho tratto dal mare salvo.

Figli, solo con me, uniti a me potete varcare ogni burrasca e bufera. Purtroppo però anche voi decadete nei flutti, vi lasciate sovrastare dalle onde e venite presi anche dalla disperazione. E questo accade perché non avete fede, o una fede blanda che non sostiene, e quando la fede non sovrasta in voi si soccombe alle paure, alle dipendenze, ai vuoti esistenziali e tutto ciò che vi supera, e ne precipitate alla loro forza.

Prima affrontate la vita baldanzosi, così come accade perlopiù nella giovinezza e c’è anche chi prosegue nell’età, ma poi alle intemperie dei problemi, e delle varie vicende che li accompagnano e si fanno impetuose, si decade nella propria debolezza e vi abissate perché non avete fede.

Cosa ve la fa acquisire, se non la preghiera, e una preghiera unitiva al Padre vostro. Ma se per i molti Dio non c’è, non esiste, o è solo un’entità lontana da voi, un concetto astratto che sussiste chissà dove, forse dimentico degli uomini nella beatitudine che vive nel Regno dei cieli, come potete da voi sostenervi alle avversità della vita?

Il nulla stringe come una catena nel cuore che tutto richiude alla luce e alla speranza. Dovete creare nella vostra preghiera una relazione, un rapporto, vivere un’esperienza personale con il vostro Signore per incontrarlo: allora non vi sentirete più soli e deboli dato che lo saggerete, lo proverete sentendolo accanto a voi e in voi.

Guardate la prima lettura, quando Aronne e Maria, fratelli di Mosè, lo discreditano nella sua missione, e come l’Eterno prenda la difesa del suo servo. E questo accade perché Mosè con il Padre celeste vive una dimensione partecipata, unitiva, affettiva, primaria, fiducioso e abbandonato in lui, di vera fede, sì che Dio ne dice di Mosè: “Ecco, Io parlo a lui bocca a bocca, non per enigmi, ma per visioni, ed egli mi vede per come sono”.

Sussiste un dialogo confidenziale, e ciò si è potuto stabilire poiché Mosè, come afferma la parola, è umile, è il più umile di tutti, e il Creatore ne ha fatto il suo profeta, il suo mandante, il suo fiduciario a cui ha dato il governo della sua casa. Mosè non si vuol far Dio, si fa suo figlio.

Chiedete al Signore che apra i vostri cuori chiusi, che vi dia la chiave per aprirli all’amore, all’amore al servizio. E allora con il vostro Signore, a cui vi siete fatti conformi e partecipi, di cosa temere?

Il vostro Salvatore cammina sulle vostre intemperie, sulle prove che si innalzano nella loro tempe sta ed Io ne placido le acque, e non solo: entro nella barca della vostra anima e ne prendo il timone superando anche i mari più minacciosi, portandovi al sicuro della meta nel mio porto, salvi.

Lo posso, sono il Signore!

Vi benedico.

 

     La trasfigurazione

06/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, oggi celebrate la mia trasfigurazione, che è anche la vostra. Sul monte Tabor avviene uno squarcio del cielo, penetra un raggio della sua luce che dà manifestazione e rivelazione della divinità della mia Persona. Si è fatta presente quell’eternità che vi attende, la terra promessa nei cieli, la patria nella quale il Padre Santissimo ha preparato per ciascuno di voi il proprio posto, che è unico.

Alla visione della mia trasfigurazione è così grande la gioia della bellezza e dell’armonia provata, che Pietro afferma: “Signore, è bello stare qui. Facciamo tre tende”. Vorrebbe fermarsi, sostare in quel luogo e goderne per sempre la contemplazione della sua meraviglia, ma Io indico che per poterne godere bisogna prima vivere il proprio tempo di purificazione, di assimilazione dei beni divini, per trasfigurarsi e farsi trasfigurati per la risurrezione.

Se per me la trasfigurazione è atta e conforme a ciò che sono, la visione della sua estasi è già parte di me nella mia divinità, ugualmente per la Madre celeste, che per la sua natura immacolata è assunta già permeata al cielo per la sua santità, per l’elevazione dello Spirito che tutta ne era già trasfigurata e pronta, per voi, figli miei, creature colpite dal peccato originale che peccano e si fanno decadute, dovete vivere il vostro processo di trasformazione da esseri istintivi, carnali, materiali, a creature spirituali santificate e divine mediante la vostra corporeità creata che si libera dalle sue scorie e catene, che la mantengono alla terra, per innalzarsi a una natura superiore nel percorso della purificazione dell’ascesi spirituale che la rendono atta al cielo

Purificazione dei propri peccati mediante le sofferenze e le prove della vita, in una crescita, un innalzamento alla sapienza di Dio nell’unione al suo amore partecipato che ne dà testimonianza al prossimo. Come lo potrete?

 Lo dice il Santissimo Padre sul sacro monte: “Questi è il figlio mio, l’eletto, ascoltatelo”. Ascoltate l’insegnamento del vostro maestro e salvatore, che è la voce di Dio che vi indica il cammino per rendervi puri, di quella trasparenza nella quale possa filtrare la luce dell’Eterno che vi rende trasfigurati per il cielo.

Fatevi poi uniformati alla mia Persona nei Santissimi Sacramenti e nell’Eucaristia: non più due nature separate, ma un unico connubio simile all’eletto vostro Signore che l’Altissimo ama e vuole sia rispecchiato in tutti i suoi figli a sua immagine. Non si entrerà nel Regno se non si sarà effettuata e completata questa trasformazione in Cristo.

A volte, se non bastante l’esistenza sulla terra, ci vorrà il percorso purgante che dia non solo purgazione dalle colpe non ancora espiate, ma conoscenza, arricchimento, lume di ogni sapienza celestiale. Nei suoi vari stadi crescenti rende le anime luminose, sante, pronte a vivere la loro trasfigurazione in ogni bellezza e letizia

Iddio sul monte Tabor si riveste di una nube poiché il suo volto non è possibile nell’umano vederlo per quel che è: ne morireste. Ma nella vostra identificazione al vostro Signore Gesù Cristo, ecco, vi trasfigurate, vi irradiate della mia sostanza, la incorporate, vi fate me liberandovi da quell’ombra che vi circonda e vi riveste nei vostri pesi carnali per protendervi alle altezze eterne.

Siete nati per raggiungermi, farvi trasparenza, leggerezza, luce che vola sino ad esse.

Vi benedico.

 

     La vigilanza nella fede, libera

09/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, la Santa Parola vi richiama alla vigilanza, ad essere sempre pronti alla venuta del Signore che viene quando voi non ve lo aspettate. Non siete detentori del tempo che passa e che ha la sua scadenza e il suo limite nella vita umana. Spesso il vostro tempo non giunge nemmeno al crepuscolo del suo tramonto, ma ve ne richiamo alla sua fine in tutte le età.

Iddio richiede che i suoi figli siano sempre pronti nel suo di tempo, in un’opera e in un’anima che si è arricchita dei suoi beni che ne hanno dato valore e preziosità. Desidera che vi trovi operosi nella missione data, posti al suo servizio santo, rivestiti della sua grazia. Se vi troverà in questo stato, allora il termine di questa vita terrena sarà solo l’apertura di una nuova esistenza che vi accoglierà nel suo Regno.

Se invece siete rimasti inattivi, passivi, sprecando nel vuoto e nella futilità il tempo dato, l’opera da compiere, con la vostra anima che si è disseccata nello spirito rimanendo misera e scarna di ogni suo bene che avete mandato perso, cosa resterà di voi? Chi vi accoglierà?

Ecco, siete pieni di paure e affanni, e la morte è quella che più vi atterrisce, ma se viveste fiduciosi e abbandonati nelle mani del vostro Signore come servi fedeli, egli in eterno come non potrà occuparsi di voi? E così, come ne darà cura e vi accompagnerà nel vostro percorso terreno, si prenderà cura della vostra dipartita e non temerete. Ma se incuranti della sua presenza, se lontani, rifiutando la sua Persona, quando sopraggiungerà la morte sì che ne avrete paura e angoscia: come sarete indifesi di fronte ad essa, e quale regno vi prenderà con sé?

Quanto più grande in voi è la fede che si placano e cessano le paure, quanto maggiore è il fervore all’amore di Dio che più non si teme nemmeno la morte, dato che il Signore ve ne dà rinascita e vi accompagna nel suo transito.

Quanto più la fede data all’uomo viene rinnegata e non si crede, che le paure, le angosce si fanno emergenti e forti e fanno soccombere l’uomo, si diviene prigionieri del mondo, alle sue dipendenze e catene, sicché la morte già sussiste nell’anima vostra.

Figli, siate come le sentinelle con le lampade accese che attendono il padrone che viene pur a notte fonda. Fategli trovare la porta aperta che lo riceva in una casa pulita, adorna, che offre le sue vivande al suo banchetto, e il Signore sarà poi egli stesso il premio che ne otterrete alla sua di ospitalità eterna.

Siate anche coloro che bussano ai cuori dei vostri fratelli con la vostra testimonianza, con la parola e la preghiera offerta, per far sì che si risveglino dal cattivo torpore che annichilisce le loro coscienze e ne abbiano lume della vanità e dello spreco delle loro forze indirizzate al peccato, perché ne siano irradiati e infusi della verità della fede che libera e rende l’uomo nella sua vigilanza e fedeltà al Padre vostro, che ne darà ogni consolazione.

Vi benedico.

 

     Santa Chiara

11/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, ecco, voi celebrate Santa Chiara, la mia Chiara, trasparente come le acque delle sorgenti montane, così chiare che ne davano trasparenza e visibilità ad ogni sua pietruzza, a ogni minuzia in esse. Così è stata ed è la sua anima, nella quale il Padre Santissimo aveva visione del chiarore della sua intera purezza, e ne infondeva e ne arricchiva dei raggi del suo amore a cui ella è sempre stata recettiva, aperta e accogliente.

Chiara, le cui sue acque sorgive scorrevano continue nel loro fluire, senza fermarsi per giungere al mare di Dio. Era anche la colomba che vi svolazzava sopra nel suo candore e nella sua delicatezza, una colomba che si faceva ardita per alzarsi e volare più in alto, per compiacerne il Padre.

Ella pura, leale, onesta, senza sotterfugi e compromessi, si è donata al suo Signore in immolazione sul suo letto di malattia facendosi tributo a lui per la salvezza delle creature.

Nella sua candida trasparenza e nel suo amore intrepido Chiara è l’emblema di ciò che dovrebbero essere le consacrate, particolarmente le claustrali, in imitazione alla sua persona ed alle sue sante virtù.

Ma anche ai cristiani, laici e fedeli che partecipano della vita religiosa, che vanno a comunicarsi pur tutti i giorni, ne è richiesta la medesima purezza. Ma ove è la loro trasparenza, il loro candore di ogni intento? Quando le acque delle loro anime sono spesso fattesi melmose e inquinate, intrecciate come sono s sé stesse e ai  propri interessi e al mondo, sussistono nell’errore del loro pensiero e comportamento, mal confessate, poiché non fanno mai un’introspezione alla propria interiorità.

Forse che l’essere cristiani non richieda una maggiore consapevolezza, una ricerca più responsabile della vita divina partecipata? Invece si rimane indifferenti e superficiali, sì che Io dico che le genti che, pur non essendo cristiane, ma avranno vissuto i valori del Vangelo, che simili a Chiara, pur non conoscendola, si sono fatte rette e oneste nel loro agire, queste avranno compiuto le opere che il Vangelo annuncia e si saranno fatti veri cristiani con il loro vissuto.

Il Vangelo vi dice che i figli di Dio sono liberi, assimilati come sono alla mia appartenenza e sostanza. Si fanno liberi, bagnati e segnati nel mio Sangue che ne ha permeato i Sacramenti ricevuti. Questi vi rendono liberi: liberi dall’oscurità, dalle prigionie, dalle convenienze errate, dalla vanità e boria che vi occupa. Ma come mai ancora non vi sentite liberi? Perché ancora non vivete da figli. La libertà di stato nello spirito si acquisisce in una grazia di piccolezza interiore, nel farsi bambini nel cuore.

Lo affermo ponendo un bimbo al centro tra i miei apostoli: “Chi si fa minimo come lui, questi è più grande”. L’accoglienza in sé della piccola età spirituale apre al servizio per altre creature, e di essi è il Regno dei cieli. Nell’infanzia e nella tenera età la persona si fa duttile e si plasma all’insegnamento divino, pronta a recepire l’amore di Dio, e nel dà risposta con la sua semplicità, il suo entusiasmo, la sua istintiva generosità, poiché c’è un filo diretto che corre tra l’anima, nella sua innocenza, al Creatore.

Voi purtroppo, crescendo, ne perdete la grazia per il peccato e l’oscurità che vi penetra e che ne sporca e ne inquina le vostre acque, dà cecità e non vi fa vedere la vostra cattiva condizione. Anzi, ve ne date ogni giustificazione e vanto di ciò che siete e fate, sì che lo Spirito non filtra, non passa, dato che la melma vi ricopre e occlude.

Tornate ad essere piccoli, a non ricercare più voi stessi, ma a dimenticarvi, ad abbracciare la santa umiltà, e con essa voi vi lavate, purificate e vi riformate a torrenti nuovi e limpidi, a farvi casti e dono degno e benedetto per l’Altissimo.

Vi benedico.

 

     Riconciliazione e preghiera

13/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, come è fondamentale la riconciliazione per avere unità. Ogni disaccordo crea una frattura e una divisione sulla quale il nemico soffia fomentando rancori, vendette, odi, risentimenti. Ed è bene quindi sempre riconciliarsi con il fratello, anche se è vostra la ragione, se ne avete subito il torto, in modo che la fiammella non si faccia incendio, che la vostra richiesta di pace e chiarificazione sia l’acqua che ne spenga ogni falò di rabbia che no aumenti il suo fragore.

Andate verso l’altro, ancor più quando il fratello rechi danno o scandalo, e se ne avete familiarità, a tu per tu, con la dovuta carità esprimete il vostro dissenso non per danni accusa, ma per darne guarigione e salvezza.

Se il fratello non ascoltasse e ne desse rifiuto, come dice la Santa Parola, andate con due o tre testimoni. Ma se anche questo non bastasse, che ne sia informata la comunità. E se pur dinanzi alla comunità non fosse data risposta di dialogo e cambiamento,  avete fatto ciò che andava fatto in coscienza davanti a Dio, riponendo ogni cosa nelle sue mani, affidandovi solo alla preghiera.

Ove voi non potete, sarà il Padre ad occuparsene.

In voi però ci siano sempre sentimenti di pace e di perdono, per far sì che non si crei nella vostra persona la lacerazione, lo strappo nell’animo che vi arresta nel percorso spirituale per l’ingiustizia subita, in primis proprio perché voi restiate nell’armonia del vostro stato di grazia. Sapeste quanti risentimenti si sono trasformati in malattie che ne attaccano e ne corrodono non solo il cuore, ma anche le menti. Come trovarne la forza?

Iddio vi ha dato tra i tanti mezzi quello di formare dei gruppi di preghiera, pur minimi, pur di due o tre persone, perché, come dice il Vangelo, ove sono riunite due o tre persone nel mio Nome, Io sono in mezzo a loro.

La preghiera comunitaria si fa forte impetrazione e intercessione, si fa sostegno e accrescimento di fortezza nello spirito, vi aiuta a riscoprire l’unione con i fratelli nell’unità verso l’unico Padre celeste al quale poter intercedere e fare supplica per tutti i bisogni, le necessità di ogni liberazione, guarigione e conversione. Il Santissimo, ove ci sono cuori fusi nella medesima richiesta, anime che innalzano la stessa prece di invocazione per la cura di tutti, ascolta sempre e agisce. Tutto ciò che è buono viene accolto ed esaudito.

Certo, perché l’invocazione comunitaria sia vera ed efficace c’è bisogno di una condizione: che le anime che vi partecipano abbiano prima un rapporto con il loro Signore, con una preghiera intima che intesse una relazione con lui. Questo li prepara a vivere bene tutto il resto e la stessa preghiera comune, in modo che si fa prioritaria per farsi dono d’amore e gratuità nella carità.

Se andate senza questa fondamentale azione, di un’orazione personale assidua e profonda, voi, qualsiasi cosa compiate, pur partecipando a vari gruppi ecclesiastici, sarete come soldati senza armi, madri sprovviste di nutrimento per i figli, medici senza capacità e mezzi di cura, dato che la preghiera che si innalza in voi è spenta, sterile, sicché al primo attrito, alla prima difficoltà con l’altro che incontrerete alla prima veduta che si fa contraria al vostro pensiero, abbandonerete tutto.

Il demonio teme i gruppi di preghiera, i cenacoli con Maria, dato che si fanno potenti, fanno discendere lo Spirito Santo che feconda le anime e porta le sue grazie e i suoi portenti, sicché egli farà di tutto per creare ostacoli, difficoltà, problemi, nel darvi atti, occupazioni pur lecite per restringersi a voi stessi.

Ma se voi date quest’offerta a Dio delle vostre preoccupazioni e attività, se chiedete a lui e riponete nelle sue mani le vostre mansioni, il Signore ve ne dà il tempo, il luogo, le persone. Basti che ne veda realmente l’intenzione e la buona volontà, l’onestà nell’intento che è a sua gloria e benedizione per tutti.

La preghiera è un ministero di santità e carità che si prodiga per la salvezza del mondo e la liberazione del Purgatorio. Voi dovete superare voi stessi, andare oltre le vostre pigrizie, limiti, chiusure, restrizioni familiari.

Ciò che vi chiude a Dio e non vi apre al prossimo non è cosa buona. È un artificio del nemico per non farvi operare.

Unitevi, figli, in cenacoli che si fanno oasi di luce che risvegliano lo spirito, illuminano le coscienze dando verità. Scuri potenti che spezzano le catene del male, fonte di vita nuova per ogni figlio per cui pregate.

Vi benedico.

 

     L’Assunta

15/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, come si fa lieta la Madonna per le preci e le offerte in questo giorno a lei dedicato, che le permette di poter offrire ed effondere altre grazie sui suoi figli.

Oggi celebrate la Madre assunta in anima e corpo alla gloria celeste, tutta risorta e innalzata nel tripudio degli angeli e tra le lodi dei beati in paradiso. Già  risorta e pronta, poiché mai intaccata dal peccato, né lieve ombra di essa l’abbia sfiorata, luce di trasparenza nella quale il pensiero di Dio si riflette e si compiace, ne rimira l’opera sua mirabile di colei che è la sua prediletta, perfezione di amore che come nessuna creatura umana lo ha glorificato.

Maria è salita alle altezze divine. Come stella vi rifulge su tutti gli altri astri del cielo, non solo per le grazie ricevute dall’Eterno, per la sua Immacolata Concezione, nei suoi tributi di onore per la sua divina maternità, ma che in tale tesoro ricevuto ella ne ha arricchito, nobilitato, santificato con le sue opere, con le sue virtù, con il suo amore condiviso e corrisposto al Padre Santissimo.

Lei, l’arca dell’alleanza, l’autentica, l’attesa: non l’antica fatta da mani d’uomo, per quanto sacra in quanto conteneva le tavole della legge. Ma Maria è ella stessa nella sua persona tabernacolo santissimo nel quale è contenuta la parola di Dio incarnata, del Verbo fatto uomo nel suo figlio Gesù Cristo, che fa sì che la si fa intermediaria tra il cielo e la terra, fra Dio e le creature.

Quanto intercede la Madre Santissima rivestita della sua potestà, per la sua maternità divina che nel suo candore virginale ne vive la pienezza di ogni misericordia e carità, sicché per loro merito può impetrare grazie senza limiti sui suoi figli.

Ecco, ella rifulge nei cieli nella sua bellezza, oggi in modo particolare rivestita come è nei suoi abiti d’oro nel quale le Tre Santissime Persone la rimirano nella sua santità e se ne glorificano dando benedizione all’intero creato: nell’Eden, come nel luogo di purgazione e come sulla terra.

Ed è guardando a Maria che Dio ha ancora remore e compassione di voi, figli miei, immersi come siete nel peccato, che è morte che vi corrompe. Ma avete a vostra causa una Madre Santissima che, per quanto candida e delicata nella sua essenza, è pure virile e forte nel suo combattimento a vostra difesa.

La Madre non solo ha partorito il Figlio di Dio nelle sue carni immacolate, ma si è fatta grembo dell’umanità e si è posta a protezione dei figli, il cui dragone è sempre pronto a ghermire e uccidere con le sue orde, mentre lei, ai suoi figli, dà sempre nuova vita alla grazia e cerca di salvarli per il cielo.

È la Madonna che combatte contro tutte le eresie del male che attaccano nel pensiero l’uomo per corromperne l’opera. Un male che penetra spesso e viene usato dalla scienza, dalla tecnologia, così come può essere usata per il bene, ma viene deformata dal demonio a cattivo uso contro gli uomini per condurli alla loro distruzione. Cosa fa la Madre? Intesse lo spirito dell’amore che dà vittoria alle sue macchinazioni vivendo di Dio e portando a lui le sue creature.

È lei  che si fa segno e primizia come essere umano, come madre, come vostra sorella conducendovi nel cammino del vostro tempo che è breve e transitorio, ma che si faccia per voi un tempo vittorioso per essere condotti nella patria celeste. Ma per la Madonna sarà battaglia sino alla fine dei secoli, sino a quando l’ultimo figlio non sarà salvo e chiuso il ciclo vitale sulla terra.

Tutti coloro che in lei si rifugeranno, che si lasceranno gestire e che imiteranno le virtù, ecco, Maria vincerà per voi e vi condurrà saldi nel Regno.

Però voi, differentemente dalla Madre Santissima, avendo conosciuto il peccato, sarete toccati dalla morte e il vostro corpo vedrà la corruzione, ma se uniti a lei ella vi farà vivere il suo Magnificat nello spirito rendendovi già ora carne risorta, già assunta e protesa alle altezze divine per oltrepassare la vostra morte e vivere nell’eternità.

Vi benedico.

 

     La vera ricchezza

18/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, ecco, cos’è la ricchezza? Per gli uomini è il possesso dei beni, e quanti più beni posseggono, più credono di essere felici, poiché essa ne offre vantaggi, piaceri e poteri. Cosa non hanno fatto e fanno molti per possederla? Quali misfatti e ladrocini, quali soprusi e persino guerre e omicidi, ogni sorta di abominio per avere denaro e possedimenti. Ma quand’anche non giungessero a tanto, nei cuori dei tanti perseguono l’idea della ricchezza, di quel sogno supremo da ambire e desiderare che corrompe loro l’animo.

Umanamente è vero che la ricchezza agevola e dà possibilità di vita che nella povertà non si possono avere. Spesso mancano le fondamentali necessità, si sopravvive, ma sappiate che la ricchezza comporta comunque anche la sua condanna, poiché dinanzi a Dio si fa di grande responsabilità, proprio perché può asciugare molte lacrime, coprire tante nudità, saziare molte fami, aiutare e sopperire a bisogni e cure facendosi mezzo di santificazione. Ma quanti sono i ricchi che lo fanno? Pochi, e spesso per dare un’immagine pubblica che dia lustro e visibilità alla propria persona o per ciò che operano. È a questo motivo che Io dico nel Vangelo: “È più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”.

La ricchezza va intesa non solo nel denaro, nel possesso di cose, ma nei doni che il Signore vi ha dato, dei vostri talenti personali, dell’intelligenza, nei vostri affetti, nelle vostre capacità e sicurezze, che però, se si richiudono a voi stessi e non si fanno dono per Dio né per il prossimo, è una ricchezza usata per ammassare la grandezza del proprio ego e dei propri piaceri, mentre non se ne fa scrupolo di darne lode e ringraziamento al Signore da cui tutto proviene e vi è stato dato in prestito perché ne arricchiate i fratelli.

Quindi si fa ricchezza dispersa, infruttuosa, che dinanzi all’Eterno è come pula spazzata dal vento: cosa ne rimarrà dei tesori umani, del prestigio acquisito, delle bellezze di ciò che si possiede, delle capacità e doni anche straordinari, se essi sono rimasti sepolti alla vostra terra, se non nobilitati e santificati nell’amore di Dio? Dato che solo ciò che viene offerto al Padre celeste nel suo amore, questi vi rimarrà. Questa sarà la vera ricchezza, l’eredità eterna che il Santissimo conserva per voi nella banca del suo Cuore.

Con la vecchiaia e poi la morte ogni vostro bene umano vi verrà tolto, mentre per il vostro Signore la vostra dote e nella vostra interiorità vissuta, nella vostra fede, nelle vostre virtù, nella carità esercitata, nell’opera data a sua gloria nella cura per l’altro.

Beati coloro che si fanno poveri e stolti per il mondo per servire il Santissimo. Questi sono i veri sapienti, i ricchi dei cieli. Le loro ricchezze saranno il patrimonio acquisito pur nei loro poveri mezzi a servizio del loro Dio, e ciò che qui non avranno avuto nei cieli nella loro abbondanza strariperanno.

Nel Vangelo i miei apostoli mi dicono: “Allora, Signore, chi si potrà salvare?”. Ed Io rispondo: “Agli uomini non è possibile, ma Dio tutto può”, poiché non è la facoltà umana che salva, ma la grazia divina che supplisce, interviene: tutto da essa nasce e scaturisce.

Iddio ha facoltà di plasmare i cuori di irradiare e dare un nuovo lume alle coscienze, vi infonde la preghiera di altri fratelli per la salvezza di costoro che si fanno ricchi per la terra, ma si vanno perdendo. Non potete sapere, ma potete pregare.

La verità del bene è già infusa nell’anima dell’uomo, che già sa ciò che è buono e ciò che è male, ciò che è realmente ricchezza e ciò che non lo è, ma poi si lascia trasportare dal suo egoismo, dalla sua idolatria, dalla credenza di essere eterno, ma nella speranza in Dio voi dovete sempre credere e tutto sperare in colui che tutto può.

Vi benedico.

 

     Il Banchetto Divino

21/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, il Padre Santissimo non fa che chiamare, che invitare ed esortare i suoi figli per far sì che vengano al suo banchetto, quel banchetto che è una mensa Celestiale, ricco di ogni prelibatezza divina che ha preparato per voi nel suo Regno. Quel banchetto che ha però già inizio qui sulla terra su tutti gli altari del mondo, ove nella vostra partecipazione viene stipulato il patto di alleanza nella fusione della vostra spontaneità con lui. Egli, vero Sposo dell’anima vostra, ne sigilla le sacre nozze nel sangue offerto dal Figlio mediante il quale lo Spirito pone il suo timbro e vi fa eternamente suoi.

Ma chi comprende che avvenga tale santissima simbiosi di unità tra il divino e l’umano? La maggior parte dei figli non partecipa alla sacra mensa, ne rifiuta l’invito ripetendo ciò che annuncia la parabola del Vangelo. Gli uomini sono presi dai loro affanni, dai loro problemi, dai loro impegni lavorativi e affettivi per avere tempo per il Signore. Quando sono giovani hanno i loro studi e divertimenti. Nell’età matura sono occupati dai loro obiettivi di carriera e famiglia. Nell’età della loro vecchiaia sono occupati dalle preoccupazioni dei propri malanni, per cui pensano non si può perdere tempo sottraendolo ai propri bisogni per dare spazio a Dio.

Quale stoltezza. Non comprendono che è il Signore Dio che gestisce il tempo, che il tempo è nelle sue mani, che se vi venisse tolto, cosa vi rimarrebbe? Se vi togliesse il respiro, il vigore e la salute, come potreste adempiere ai vostri di compiti? Purtroppo ciò che è umano si fa essenziale e sovrasta sul richiamo divino.

Ugualmente accade per quelli che, pur ritenendosi credenti e venendo anche a Messa profferendo qualche minima preghiera. Basta un minimo imprevisto superabile, il richiamo di uno svago, di una richiesta superficiale di qualcuno che è caro, che si perde e si scavalchi la Santa Messa festiva. Tutto si fa prioritario a Dio che viene vissuto secondo i propri tempi e comodi. Sono anime che non hanno ancora incontrato il Signore, non hanno ancora incontrato l’amore di Dio, non hanno capito l’esigenza vitale del primo comando.

Si giustificano e vengono facilmente giustificati, mentre per coloro, per quei pochi e veri eletti che fedeli al Signore, vivono la condivisione della mensa eucaristica con l’offerta della loro fedeltà e adempienza, nella loro coerenza e adorazione, questi vengano invece ripresi, condannati, criticati, poiché considerati esagerati, visionari, esaltati, dato che contravvengono al pensiero comune, si fanno contrari al comportamento della massa anche nella fede.

Ma come può esserci esagerazione nell’amore di Dio partecipato? Chi può darne la misura? È a quest’amore dato e vissuto con il proprio Signore che lo stesso Padre Santissimo sopperisce alle proprie incombenze, che contribuisce, sostiene e viene in soccorso alle vostre necessità.

Questa è la fede: credere per amare. Tutto il resto Iddio che lo dona se a lui vi abbandonate, se vi fidate di lui.

Sono proprio costoro gli eletti, i miei amanti, che devono lottare nel loro amore crocifisso e ostacolato, ma che persevera. Questi si preparano e si rivestono dell’abito nuziale, dell’abito della grazia, degni di poter banchettare con l’Altissimo nel Regno,

Ma per quelli che si sono dispensati, che hanno disdegnato l’invito divino, non rivestiti dell’abito nuziale non porteranno in essi il sigillo, il segno dell’appartenenza ai commensali del sacro banchetto. Non fattisi figliolanza divina verranno cacciati alle tenebre,.

Il Padre vostro nella mensa eucaristica stipula e riveste di sé, di un patto sacro tra Creatore e creatura, tra Padre e figlio, tra due sposi. Ma se non avete ricevuto l’anello che ne dà congiunzione, non potrete accedere alla festa celeste.

Ecco l’Eterno aveva dato al popolo eletto il privilegio delle primizie del suo banchetto, ma esso non solo lo ha aborrito, ma ne ha ucciso il Figlio. Ne ha quindi offerto il Banchetto ai popoli pagani che si sono convertiti, lo hanno riconosciuto ed accolto e hanno fruttificato.

Ma in questo tempo anche questi popoli si sono voltati altrove per servire altri dei disprezzando la santa mensa, sicché l’Eterno toglierà anche a loro lo scettro del loro privilegio e lo darà al piccolo resto rimastogli fedele nella grazia, che vivrà una mensa rinnovata in santità, un nuovo banchetto che darà rinascita di un amore vero, ritrovato e vissuto nella sua sponsalità.

Vi benedico.

 

     Maria Regina

22/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, celebrate oggi Maria Regina, che regna esultante nella gloria presso l’Altissimo tra gli angeli e i santi, la cui regalità è onnipotente per grazia dato che il Padre stesso la ha incoronata e le ha dato lo scettro di ogni potere per poter governare nei cieli, nel purgatorio, nell’universo intero.

Ella è Madre di Re, di un Dio, e quindi Regina divina. Diversamente dalle regine terrene il cui tempo, lo spazio e il potere sono limitati e transitori, la sua regalità è eterna, sovrasta nei cieli nella luce della sua santità, nel cui splendore Iddio la rimira come il suo capolavoro, la sua primizia, l’opera per eccellenza nella quale si è glorificato. Ed ha così fiducia in Maria che tutto le viene concesso e ne dà amministrazione dei suoi beni poiché sa che ella nulla trattiene a sé, pienamente come è intessuta nel suo divin pensiero che opera nella sua Santissima Volontà, dando in essa governo alle sue creature in modo che possano averne salvezza.

La regalità della Madonna è una regalità materna. Ella regna sui figli di Dio, poiché essendo Madre del suo Figliolo divino si è fatta Madre delle sue creature. E cosa non fa Maria per sostenere, aiutare, condurre alla grazia le anime!

La Madonna si occupa di tutti. Essa in cielo è un tripudio di osanna e gloria. Pur lì i santi chiedono a lei grazie per i loro protetti in terra, e se dal Purgatorio si elevano gemiti per le sofferenze, si elevano anche invocazioni e preci per i fratelli rimasti nel mondo. Ed ella vi aleggia per portarvi conforto e speranza, condono alla loro pena.

La Madre poi si protende sui figli dell’uomo che ancora sono pellegrini sulla terra e si prodiga su tutti i figli in ogni loro condizione, su ogni vostra difficoltà e problema, sui vostri dolori, e come manna preziosa ne fa discendere le sue grazie su di voi.

È Madre sollecita sui figli, sia che siano vicini come quelli lontani, ma per quelli che s’appressano accanto a lei la sua voce si fa distinta e li ascolta, ma per quelli che si fanno distanti e lontani da lei il suono del suo richiamo si fa difficile, arduo, e pur nelle loro sofferenze non si lasciano soccorrere.

Come dare onore alla sua regalità? Vivendo Maria, onorandola, amandola di cuore, non con le parole, ma partecipi delle sue virtù e dei suoi richiami, pregandola ogni giorno, organizzando gruppi di preghiera in suo nome, soccorrendo i vostri fratelli in difficoltà, facendovi suoi, parte del suo esercito che combatte per lei.

Ciò che più desidera la Madre Santissima da voi e che vi adoperiate a dare aiuto per la salvezza degli altri suoi figli, al vostro prossimo. Coloro che si saranno adoperati nel suo amore per la gloria del Santissimo, ecco, saranno quelli che dimoreranno nel suo giardino, il più bello nell’Eden, presso il trono di Dio. Non più soldati, ma coeredi di tutti i suoi beni celestiali nelle sue splendide delizie per sempre.

Vi benedico.

 

     La correzione

24/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, la Santa Parola vi educa, vi educa al cambiamento del vostro pensiero umano, spesso errato e inverso da quello divino, e vi invita a saper vedere e riconoscere ciò che è buono con lo sguardo di Dio, in modo che sappiate scegliere il sentiero giusto che conduce a lui.

Oggi ve ne indica un mezzo, che è il mezzo della correzione, che nella parola data e nell’atteggiamento da vivere vi conduce a saperne valutare il bene che contiene e che ne dà il suo indirizzo.

La correzione è indigesta all’uomo, riprovevole al suo amor proprio: non tollera di essere ripreso, ne ferisce l’orgoglio, e per questo la rifugge e la disprezza, mentre la correzione educa, guida, purifica, lava dagli errori, ne dà luce dandovi nuova fortezza e sapienza.

Inizialmente, come afferma la prima lettura, si fa amara alla sua recezione, ma poi se se ne seguono le disposizioni, se ne rammendano gli strappi per far sì che ne nasca un abito rinnovato e pronto per l’uso. È ciò che similmente accade quando un bambino viene ripreso e lo si corregge dai propri sbagli, poiché se non ripreso continuerebbe a commetterne e a farsi un adulto stolto e reo di maggiori colpe, oppure un immaturo e sviato dal retto cammino. Nella correzione data questo figlio non commetterà più tali errori: ne prenderà visione maturando nel bene e nel giusto comportamento.

Ugualmente fa il Padre vostro, che vi corregge, e lo fa perché vi ama. Se fosse indifferente al vostro agire, vi lascerebbe andare, così come voi desiderate, ai vostri dirupi di perdizione. Ma dato che vuole la vostra salvezza vi riprende, anche con mano esigente e severa se questo comporta il bene della vostra eternità nella grazia della vostra anima.

E qual è la correzione? Sono le prove della vita che dovete affrontare, le sofferenze ed i problemi che incontrate, a volte le stesse malattie, gli stacchi affettivi, le perdite, o persino le ingiustizie subite dalle quali il Signore sa trarre per voi sempre il suo tesoro a vostro beneficio e a sua gloria .

Sono prove che fanno soffrire, è vero, ma questi dolori purificano e lavano dal peccato, danno luce alla coscienza, ne rinnovano lo spirito, fanno crescere per una nuova dimensione che supera il vostro umano e la terra con la sua carnalità e i suoi limiti.

Cosa potrete infatti offrire veramente di vostro, checché vi costi e vi sia di riscatto, se non la sofferenza? Essa si fa nobile e vi trasforma, non solo le vostre sole persone, ma chissà quanti altri fratelli, tanto è preziosa. Questa è la strada che vi salva, la porta stretta di cui ricorda oggi il Vangelo.

A chi mi chiede: “Ma quanti si potranno salvare?”, Io dico: “Non è nel numero la risposta, ma nella vostra scelta. dipende da voi”. Iddio ha la porta del cielo aperta per tutti. La salvezza è per tutti. La redenzione è stata data per tutti, e tutto viene offerto dalla grazia divina, ma tocca a voi saper accogliere la croce che ve la offre, che ve ne dona di tali grazie.

Da chi viene accolta, se non dagli umili, dai piccoli che sanno abbracciarla? La croce è correzione dalla quale i piccoli non si ribellano, non la rifiutano e non la scaricano sul prossimo.

L’entrata nel regno è aperta e disponibile per chiunque si piega al suo accesso, poiché è una porta piccola, minima, angusta, e vi possono entrare solo chi si curva e si piega umile alla sua correzione.

Vi benedico.

 

     L’autenticità del discepolo

26/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, San Paolo nella prima lettura descrive il suo atteggiamento di apostolo nella missione datagli da Dio. Egli la compie non per averne compiacenza dagli uomini, non per gloria umana né per cupidigia, ma per puro amore di Dio e dei fratelli, per dare conoscenza del Vangelo tra le genti, anche se questo gli costa lotte, peripezie, dolori, ma ne affronta tutto per il bene del suo frutto nelle creature.

È questo il vero atteggiamento, il programma dell’apostolo autentico che ne dà gloria al Signore, poiché se il discepolo vive, come egli descrive, in disoneste intenzioni tra menzogne e inganni, l’apostolato viene corrotto e avariato nella sua offerta, non accolto dal cielo e ne perde significato il suo raccolto.

Ahimé, il servilismo umano che ricerca sé stesso camuffandosi a servizio c’è sempre stato. Viveva nei tempi e ancor prima, e si perpetua nei secoli nella Chiesa ove l’uomo si fa doppio e, nella sua ipocrisia, opera, si ammanta di rettitudine, ma compie il male. Quell’ipocrisia così rigettata e obbrobriosa dinanzi al Padre Santissimo, che preferisce che invece l’uomo affronti la lotta a viso aperto contro di lui, differentemente da chi striscia riverente e subdolo anche dinanzi all’altare per portare il suo danno. Per costoro che si mascherano la pena sarà maggiore.

Nel Vangelo riprendo i farisei che vivono la loro religiosità nel culto di riti e manifestazioni esterne, dando rilievo ai loro schemi e convenienze sociali per fare in modo che in essi si presentino integerrimi e rigorosi, e ne diano una visibilità pubblica al loro lustro, ma hanno l’interno colmo di spazzatura morale, sono corrotti. Nei loro formalismi di legalità ne cercano gloria umana e vanità appagata, ma poi non vivono l’essenzialità della fede nella sua misericordia, nella sua giustizia, nella sua fedeltà, come annuncia la mia predicazione, il mio Vangelo.

È l’interiorità che in primis va coltivata, che partecipi e sia intessuta di verità che poi ne può dare annuncio nella vita, un’interiorità di rettitudine e amore che ne dà il suo riflesso nell’esteriorità. Il vostro cuore deve essere retto per far sì che i vostri atti di fede, nella preghiera, nella carità, nell’offerta a Dio, possano essere santi e graditi a lui, fecondi di bene per i fratelli.

Gli uomini, per quanto rivestiti in abiti sontuosi ed eleganti, cosparsi di profumi costosi, applicandosi nei modi più raffinati, se internamente sono marci anche le loro opere si faranno conseguenti ad essi. Ugualmente ciò accade per gli uomini di Chiesa, che seppur celebrano i propri riti danno rilievo alle loro minuzie, con una parola forbita e colta, in un atteggiamento suadente e attrattivo. Se tutto questo è per riceverne compiacimento umano e approvazione e plauso alla propria persona, per attrarre a sé, Iddio, che vede e sa, si volta altrove e non ne dà benedizione, non portandone i suoi santi effetti.

Inversamente, per le anime che vivono nel candore della grazia adoperandosi per puro amore in oblazioni a Dio. Ecco che tutto ciò che viene fatto anche esternamente ne riporta e ne riluce del suo chiarore, e il Santissimo l’accoglie benedicendo e riportandone frutto.

Figli, vivere e operare nella dimensione della verità non vi porterà ricompense e gratificazioni, ma spesso lotte e divisioni.

E oggi che contemplate la Madonna nera, ve ne dà insegnamento. Lei, nera perché Madre di tutti i popoli e le razze, vi ricorda che la sua fedeltà, la sua misericordia, la sua giustizia partecipata all’unità della Volontà Divina ha colpito anche lei, sfregiandole il volto, e ancor di più squarciandone il Cuore, perché l’oltraggio viene proprio dai suoi figli che ella ama.

Persistete a guardare questa Madre che è stata il compendio perfetto di un’interiorità santissima che ne ha trasmesso la sua grazia all’esterno. Uniti a lei, che conosce il dolore, ella vi sarà di aiuto a vivere la vittoria dello spirito che comporta il combattimento con il mondo, che ve ne dà salvezza e lode per i cieli.

La Madonna vi aiuterà ad avere un pensiero puro, un cuore limpido, portatori di verità nella vostra unica essenza per esseri veri discepoli di Cristo.

Vi benedico.

 

     Gli inviati del Signore

29/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, il Santissimo Padre manda i suoi inviati a portare il suo annuncio di salvezza, ma chiede di non temere, di non aver paura di ciò che si potrà incontrare, delle difficoltà, dei problemi, di ogni avversità, dato che egli è sempre con loro, mai li abbandona e sempre li sostiene. Può il Signore abbandonare i suoi servi, che sono al suo servizio?

Nella prima lettura chiede di andare anche al profeta Geremia, di andare in suo Nome tra le genti, ma pure Geremia teme. La sua natura umana si fa sentire, ma il Padre Santissimo lo sprona dicendo: “Va’, perché Io faccio di te una città fortificata, una colonna di ferro, un muro di bronzo. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno. Io sarò con te”.

Essere annunciatori di Dio, della sua Santa Parola tra le persone, o acclamata dinanzi alle folle, non troverà in questo mondo plauso o accoglienza, non se ne riceve perlopiù il favore, ma se ne riceve spesso incomprensioni, dispregio e persecuzione, a volte il martirio. Ma è proprio il sacrificio e il dolore affrontato che ne dà parto alla salvezza dei fratelli, così come accade nel Vangelo, quando il Battista grida alla conversione, ne richiama alla moralità nei costumi, dà testimonianza della verità, ma tale luce irrorata fa eco alle coscienze, le irrita, dato che molti non vogliono chiarore alle loro tenebre, non vogliono che ci sia più voce al loro richiamo, e per questo lo fanno uccidere.

Il demonio nella sua opera non comprende il valore del martirio, non capisce la sua preziosità e il bene che ne deriva, poiché, se così fosse, non ne darebbe adito, non lo metterebbe in atto.

Il sangue dato in riscatto è patto che suggella la veridicità del messaggio divino, che ne rafforza il proseguimento, sia il sangue del corpo versato come anche quello di un’oblazione sofferta nello spirito, che ricrea a nuova vita e timbra a fuoco con la propria offerta la verità vissuta e promulgata per la risurrezione di molti.

Iddio chiama tutti perché siate i suoi inviati, la sua voce che educa e proclama il suo insegnamento. Tutti lo devono fare e non ritrarsi per non avere noie, dispregio, per timore del rispetto umano e per tutelare sé stessi, dato che, se non fatto, così come detto a Geremia, sarà il Signore a farvi paura dinanzi a loro. Pur nel minimo, pur nel proprio campo d’azione dovete farvi suoi annunciatori. Lo debbono i genitori che sono chiamati ad essere educatori della fede nei figli, ugualmente i nonni con i nipoti, tra conoscenti e amici, nelle varie realtà che l’Eterno vi presenta e vi fa incontrare.

Per altri le missioni si fanno maggiori nel messaggio da portare a paesi interi, ove il compito si fa più ardito, dove non c’è da lavorare solo campi, ma praterie, dove si incontrano terreni rocciosi e desertici nell’animo, ove sussiste solo aridità e incredulità. Si richiede una vita dedicata perché l’annuncio sia portato a molti.

Non si può soffocare la fiammella della testimonianza per paura che vi si ritorca e vi bruci. La fiamma deve riardere. È il Signore che ne avvampa e ne manda il suo soffio vitale per far sì che ogni fiammella che arde per amor suo dia luce a tutto il mondo.

Vi benedico.

 

     L’offerta nell’umiltà

31/08/2025

Gesù

Mia piccola Maria, la Santa Parola vi presenta il cardine della santità, la virtù per eccellenza nell’umiltà. Tutti parlano dell’umiltà, tutti se ne riempiono la bocca, ma quanti sono coloro che la esercitano? Pochi, e sono pochi perché l’umiltà richiede il ripiegamento, il dimenticarsi, il farsi ultimo. E chi è che vuole essere ultimo e dimenticato?

Tutti vogliono essere, anche nel fare il bene, anche nella Chiesa: ne richiedono la loro riconoscenza, la gratitudine, il ricambio, la ricompensa. Si autocompiacciono delle proprie capacità, della propria sapienza, della loro bontà e spesso della loro carità fatta. All’offerta data suonano le trombe al loro passaggio, ne danno manifestazione con la fanfara che li precede. E a chi essi si fanno dono? Come insegna oggi la Parola, ci si fa dono a chi ricambia il proprio dono: condividono il banchetto solo con i propri cari o persone di prestigio o di interesse personale che ne possano dare poi vantaggio, lusinga, il contraccambio.

Iddio, invece, chiede che diate a chi non può corrispondere, e cioè a chi è povero, malato e abbandonato.

Chi è umile perlopiù non viene apprezzato nella sua opera, spesso non ne viene data ricompensa poiché la sua offerta è nascosta, silenziosa, privata. Ma se gli uomini non sanno riconoscere e vederne la preziosità, il Padre vostro vede e raccoglie tutti gli atti d’amore, tutte le vostre offerte celate al mondo, dato che lui è l’economo per eccellenza, le raccoglie una per una come un obolo sull’altro: niente disperde, anche il centesimo di un dono per farne il vostro tesoro che racchiude presso di sé, per potervi ornare nella sua ricchezza giunti alla sua casa.

Non attendetevi qui sulla terra le ricompense e spesso la riconoscenza per il bene fatto, non ne richiamate l’attenzione su di voi, ma fate tutto per amore di Dio che non dimentica.

La vostra offerta per essere sacra deve essere inviolata dalla vanità, non toccata dalla boria e dalla superbia, non inquinata dall’ambizione che attende il suo premio, la sua corona sulla terra. Essa deve essere come la vergine sposa che si cela e si mantiene nella sua purezza per dare gioia al suo unico sposo e signore, come il fiore più bello del giardino che nasconde la sua bellezza perché solo il suo signore al suo passaggio possa rimirarne e goderne della sua visione.

Ma come avere l’umiltà? Uniformandovi al vostro maestro e salvatore, immedesimandovi in me che vi ho detto: “Imparate da me, che sono umile e mite di cuore”. Voi dandovi a me, vivendomi, fate sì che colui che veramente è umile operi in voi e ve ne trasmetta la sua essenza.

Il vostro Signore è colui che non ha disdegnato di discendere dalle altezze dei cieli per farsi uomo, che non ha fatto vanto della sua divinità, non ha dato sfoggio della sua potenza, ma si è inabissato alla vostra natura per salvarvi. Ha come voi ho sentito dolore e pianto, ha lavorato, ha insegnato, ha pranzato con le creature. Si è preso su di sé tutti i vostri peccati, facendosi fino agli estremi vostro servitore.

Vi invito anche a guardare alla Madre Santissima, che non ha fatto merito o ostentazione dei suoi pregi eccelsi, della sua maternità divina, ma si è fatta pure ella serva di tutti.

Se vi date a me, se vi date a lei, Io in voi guardo attraverso i vostri occhi, le mie mani operano in voi, il mio cuore ama nel vostro facendovi umili e che in tale attributo acquisito si fanno anche veritieri. Non c’è umiltà senza verità e non c’è verità senza essere umili, facendosi così compiacenza del Padre e la vostra opera che sia a sua gloria.

Vi benedico.