Introduzione
Solennità del Sacro Cuore di Gesù, 7 giugno 2024
Il presente trattato rettifica almeno in parte quanto
la scienza ha ipotizzato in merito al comportamento dei gas, aggiungendo
qualche nuova considerazione che mi auguro consentirà all’umanità di
replicare finalmente alcuni fenomeni esistenti in natura, in questo caso
i vortici d’aria, che non sono stati ancora compresi essendo i fisici
inciampati in un paradosso che è giunto il tempo di risolvere. Per capire l’importanza e l’attualità di tale tema
basta considerare che nel primo decennio del 2000 sono stati lanciati
due progetti denominati VORTEX1 e VORTEX2 (Verification of the Origins
of Rotation in Tornadoes Experiment) gestiti dalle maggiori università
mondiali (circa 2000 istituti di ricerca coinvolti), utilizzanti una
flotta di almeno 10 radar mobili, e circa 70 altri strumenti
equipaggiati con le migliori tecnologie di comunicazione e
computazionali, con l’obiettivo di comprendere meglio i molti aspetti
ancora misteriosi dei tornado, quali: come, quando e perché si formano,
e come fanno a procurare così tanti danni a terra. Il progetto è stato
finanziato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)
e dalla National Science Foundation (NSF) con oltre 10 milioni di
dollari, e si è svolto nei deserti americani letteralmente a caccia di
qualche tornado. Nessuna conclusione ufficiale è stata sinora resa
pubblica. Perché tanto interesse? Perché i tornado provocano
distruzioni, quindi significa che sprigionano grandi quantità di energia
in lavoro meccanico. Scoprirne il principio di funzionamento potrebbe
portare a qualche nuova invenzione… Come mai la comprensione di tale fenomeno naturale
risulta un così difficile rompicapo? Si vedrà che vi è un paradosso da risolvere, come se
per analogia chi volesse vedere la realtà utilizzasse solo due dei tre
colori fondamentali… e ovviamente il quadro ne resterebbe sbiadito. Verrà Innanzitutto un
poco di terminologia. Si intende per addensamento di un gas quando i
nuclei molecolari si avvicinano (la densità aumenta), per rarefazione
quando si allontanano (la densità diminuisce). Usualmente poi per espansione si intende una
rarefazione che avviene a fronte di un lavoro effettuato verso
l’ambiente esterno. Nella termodinamica classica per ottimizzare il
risultato la trasformazione deve avvenire in condizioni quasi-statiche.
Il gas durante la trasformazione si rarefà e perde di pressione ed anche
energia calorica (e quindi diminuisce la sua temperatura), a meno che
non si immetta calore dall’esterno, ad esempio per tenerne costante la
temperatura influendo a sua volta sulla pressione del gas. Vi è però un caso limite eccezionale: in una espansione
libera lineare il gas si espande senza compiere lavoro verso l’esterno e
senza variare di temperatura (fatto salvo minimi aumenti o diminuzione
della temperatura stessa dovuti ai legami chimici, che qui possiamo
trascurare). E qui arriviamo al paradosso*: La espansione
libera di un gas * Proposizione formulata in apparente contraddizione con l’esperienza comune o con i principi elementari della logica, ma che all’esame critico si dimostra valida. |
(Studi di Fabio) |
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