LA VISIONE DI GEORGE WASHINGTON |
Pubblicato nella NATIONAL TRIBUNE, Vol.4, n. 12, dicembre
1880. La “prima” pubblicazione era stata nel 1859, quasi due
anni prima che la “guerra civile americana” avesse inizio.
Di Wesley Bradshaw, dal racconto verbale di Anthony Sherman, che a quel tempo era il personaggio vivente al quale George Washington aveva raccontato la visione. L’ultima volta che vidi Anthony Sherman fu il 4 luglio 1849 in Piazza Indipendenza. Egli aveva allora 91 anni ed era diventato molto debole; ma, sebbene così vecchio, i suoi occhi spenti si riaccendevano mentre guardava alla Independence Hall, che disse che era venuto a contemplare ancora una volta, forse per l’ultima volta. “Che ore sono?” disse, alzando gli occhi tremanti verso l’orologio del campanile, e cercando di fare un poco d’ombra con mano tremante. “Che ore sono? Non riesco più a vedere così bene come una volta. “Le tre e mezzo”. “Come allora”, ha continuato, “Entriamo nella hall - mi disse - voglio parlarti di un strano avvenimento occorso a George Washington. Io sono l’ultima persona viva a conoscere questo fatto, e se vivrai abbastanza a lungo, vedrai tutto verificarsi. Dall’inizio della Rivoluzione (contro gli Inglesi) abbiamo avuto fasi di alterna fortuna. Ma il nostro periodo più buio, credo, fu quando Washington, dopo diversi capovolgimenti di fronte, fu costretto a ritirarsi a Valley Forge, dove si prefiggeva di passare l’inverno del 1777. Ah! Io ho visto spesso il volto del nostro amato comandante consumato dalle responsabilità, mentre conversava con un suo ufficiale di fiducia sulle condizioni dei suoi poveri soldati. Sicuramente avrai sentito parlare della storia di Washington che va nel boschetto per pregare. Bene, quella storia è vera, anzi, egli era solito recarsi spesso a pregare in segreto per ottenere aiuto e conforto da Dio. Un giorno, lo ricordo bene, il vento gelido fischiava attraverso i rami spogli degli alberi, sebbene il cielo fosse privo di nubi e il sole brillasse. Washington era rimasto solo nel suo alloggio quasi tutto il pomeriggio. Quando ne uscì fuori, notai che il suo volto era ancora più pallido del solito, sembrava riflettere su qualcosa di grave importanza. Mandò l’attendente a chiamare i suoi ufficiali di fiducia. Dopo una conversazione preliminare di circa mezz’ora, Washington, fissando gli ufficiali con uno strano sguardo di dignità che solo lui sapeva avere, disse: “Non so se quanto mi è accaduto va imputato all’ansietà della mia mente, o a cos’altro, ma questo pomeriggio, mentre sedevo a questo stesso tavolo nello scrivere un dispaccio, ho avuto una strana sensazione di turbamento. Ho alzato lo sguardo e ho visto, in piedi di fronte a me, una donna dalla singolare bellezza. Ero molto sorpreso, dato che avevo impartito l’ordine preciso di non essere disturbato, e quindi mi ci sono voluti alcuni secondi prima di riuscire a formulare una domanda, chiedendo alla donna la causa della sua presenza. Ho ripetuto la domanda due, tre volte, ma non ho ricevuto alcuna risposta dalla misteriosa visitatrice, eccetto un leggero movimento degli occhi. Poi la mia bocca si è bloccata e mi sono sentito come paralizzato. Non riuscivo a pensare, né a muovermi. D’un tratto ho udito una voce dire: «Figlio della Repubblica, guarda e impara», e al contempo la mia visitatrice ha steso il suo braccio verso Est. Allora ho visto dei pesanti vapori bianchi innalzarsi ad una certa distanza, strato dopo strato. Il vapore lentamente si è dissipato, e davanti ai miei occhi si è presentata una strana scena. Dinnanzi a me giacevano sparse in una vasta pianura tutte le nazioni del mondo - Europa, Asia, Africa, e America. Ho visto, tra l’Europa e l’America, i flutti dell’Oceano Atlantico schiumeggiare, e tra l’Asia e l’America giaceva il Pacifico. «Figlio della Repubblica - ha ripetuto la voce di prima - guarda e impara». In quel momento ho visto un essere oscuro, simile ad un Angelo, ritto, o meglio fluttuante, nell’aria vuota, sospeso tra l’Europa e l’America. Egli ha preso dell’acqua dall’Oceano, tenendola nel cavo delle mani, e ne ha spruzzato parte sopra l’America con la sua mano destra, e parte sull’Europa con la sinistra. Immediatamente due nubi sono sorte da questi due Paesi, e si sono riunite in una nel mezzo dell’Oceano. Per un istante la nuvola è rimasta stazionaria, poi si è mossa lentamente verso Ovest, fino a quando non ha avviluppato l’America nelle sue spire oscure. Accecanti fulmini la illuminavano ad intervalli, ed io ascoltavo i sommessi lamenti e i pianti delle genti d’America. Una seconda volta l’Angelo nero tirò fuori l’acqua dall’Oceano e la sparse come fece in precedenza. La nube oscura venne dunque richiamata nel mezzo dell’Oceano, dove si inabissò, svanendo alla vista tra i flutti. Per la terza volta ho udito la misteriosa voce dire: «Figlio della Repubblica, guarda e impara». Ho fissato lo sguardo verso l’America, e ho visto villaggi e città sorgere una dopo l’altra, fino a quando l’intero Paese, dall’Atlantico al Pacifico, ne rimase costellato. Nuovamente la voce misteriosa: «Figlio della Repubblica, la fine del secolo giunge, guarda e impara». A tali parole l’Angelo nero ha volto lo sguardo verso Sud, e dall’Africa ho visto uno spettro, presagio di sventure, sorgere e avvicinarsi alla nostra patria. Si aggirò lento e furtivo sopra ogni città e paese. Gli abitanti di questi mossero guerra gli uni contro gli altri. Mentre continuavo a guardare, vidi un Angelo luminoso, sulla cui fronte v’era una corona di luce con incisa la parola "Unione"», portare la bandiera Americana, che pose tra le nazioni divise, dicendo: «Ricordatevi che siete fratelli». Istantaneamente, gli abitanti dei paesi e città gettarono via le armi, tornando di nuovo amici, riuniti attorno allo stendardo nazionale”. Di nuovo ho sentito la voce misteriosa dire: «Figlio della Repubblica, guarda e impara». D’improvviso l’Angelo nero si portò una tromba alla bocca e suonò tre squilli distinti; e prendendo nuovamente l’acqua dall’Oceano, la sparse sull’Europa, Asia e Africa. Quindi i miei occhi videro una scena spaventosa: da ognuno di questi Paesi sorsero nuvole scure, che presto si riunirono in una sola. E attraverso questa massa di nubi brillava una fosca luce rossa, che proveniva da quelle che riconobbi come orde di uomini armati, i quali, muovendosi con la nube, marciavano per terra e salpavano per mare verso l’America, che era completamente avvolta dalle suddette nubi. Ed io vidi fiocamente queste imponenti armate devastare l’intero paese, bruciare i villaggi, i paesi e le città che avevo visto sorgere in precedenza. Quindi le mie orecchie udirono il rombo dei cannoni, il clangore delle spade, e i pianti e le urla di milioni in combattimenti mortali. E di nuovo la voce misteriosa: «Figlio della Repubblica, guarda e impara». Quando la voce si zittì, l’oscuro Angelo nero portò una volta ancora la tromba alle labbra, suonando una lunga nota terrificante. Instaneamente la luce di mille soli brillò dall’alto su di me, perforando e spezzando in mille frammenti l’oscura nube che avviluppava l’America. Nello stesso momento l’Angelo sulla cui fronte brillava la parola "Unione" e che aveva la nostra bandiera in una mano e la spada nell’altra, discese dai cieli assistito da legioni di spiriti bianchi. Questi immediatamente si unirono agli abitanti dell’America, che erano ormai vicini alla sconfitta, e questi d’improvviso ripresero coraggio, serrarono nuovamente i ranghi spezzati e rinfocolarono la battaglia. Di nuovo, attraverso il terribile frastuono della battaglia, udii la voce dire: «Figlio della Repubblica, guarda e impara». Come la voce si zittì, l’Angelo nero per l’ultima volta prese l’acqua dall’Oceano e la spruzzò sull’America. Istaneamente la nube oscura tornò indietro, assieme alle armate che aveva portato, lasciando gli abitanti del paese vittoriosi. Così, ancora una volta, vidi i villaggi, i paesi e le città sorgere dove erano in precedenza, fino a quando l’Angelo di luce, piazzando nel mezzo del paese lo stendardo azzurro che portava, gridò a gran voce: «Fino a quando dureranno le stelle, e i Cieli faranno scendere la rugiada sulla Terra, fino ad allora l’Unione durerà». Quindi si tolse dalla fronte la corona su cui era scritta la parola "Unione" e la pose sopra lo stendardo, e la gente si inginocchiò, dicendo «Amen». La scena istantaneamente iniziò a scomparire e a dissolversi, ed infine non vidi altro che le volute di vapore che stavo osservando all’inizio. Anche il vapore svanì, e una volta ancora mi trovai a osservare la mia visitatrice che, con la stessa voce che avevo sentito in precedenza, mi disse: «Figlio della Repubblica, quello che hai appena visto va così interpretato: tre grandi pericoli minacceranno la Repubblica. Il più spaventoso è il terzo». Con queste parole la donna svanì, e io mi alzai dalla mia sedia e capii che mi era appena stata mostrata una visione che illustrava la nascita, lo sviluppo e il destino degli Stati Uniti d’America”. Il vecchio Sherman sospirò. “Queste, amico mio - concluse il venerabile narratore - furono le esatte parole che io udii personalmente dalle labbra di George Washington, e l’America farebbe meglio a farne tesoro”. GEORGE WASHINGTON Primo presidente degli Stati Uniti (Bridges Creek, Wakefield, 1732 - Mount Vernon, 1799). Iniziò a lavorare per il Governo della colonia della Virginia compiendo stime catastali poi, nel 1753, ottenne un posto nella milizia coloniale, dove partecipò a scontri contro Indiani e Francesi. L'anno successivo partecipò, col grado di tenente colonnello, ad una spedizione militare della quale assunse il comando, dopo la morte dell'ufficiale che la guidava. Nel 1758 esordì in politica, facendosi eleggere rappresentante della Contea di Frederick alla Camera della Virginia, carica che mantenne per 16 anni. Allo scoppio delle ostilità con la Gran Bretagna venne nominato ufficialmente comandante in capo dell'esercito rivoluzionario (Giugno 1775). Al termine della guerra d'indipendenza la sua popolarità era superiore a quella di tutti gli altri più brillanti capi rivoluzionari. Con voto unanime, Washington venne eletto primo Presidente degli Stati Uniti, assumendo la carica il 6 Aprile 1789. Ricoprì due mandati quadriennali di seguito e nel 1796 si ritirò, per morire tre anni dopo, nella sua tenuta di Mount Vernon. |
Traduzione di Pablo Ayo |